Superciclabili: ecco i 5 motivi alla base del loro successo

17 Marzo 2021

Avete presente la classica ciclabile che siamo abituati a vedere lungo le strade provinciali delle città italiane? Quella col cordolo in cemento da minimo 50 cm che quando è larga un metro e mezzo è già un miracolo? Oppure la ciclabile che a ogni incrocio cambia lato della strada, che da pista ciclabile diventa ciclopedonale e che ogni 500 metri è interrotta da un archetto “per rallentare i ciclisti”?

Bene, dimentichiamocele.

Dimentichiamocele perché il più delle volte queste ciclabili hanno una mera funzione di “abbellimento della strada”, rappresentano solo un contentino per quel 5% della popolazione italiana che già usa la bicicletta quotidianamente (nonostante la carenza di infrastrutture, appunto). Poche volte infatti queste soluzioni sono realmente efficaci per incentivare la mobilità ciclistica, soprattutto per promuovere l’uso della bici in ambito extraurbano e su quei percorsi medio-lunghi.

Superciclabile Utrecht superciciclabili successo

Dimentichiamocele perché dobbiamo osare di più e non accontentarci. Puntiamo più in alto: puntiamo a realizzare delle Superciclabili.

Vi abbiamo già raccontato cosa sono, perché potrebbero rivoluzionare la mobilità lungo importanti assi di pendolarismo e i primi esempi che si stanno sviluppando in Italia.

Ora vogliamo focalizzarci sui 5 principi alla base del successo delle Superciclabili:

1. Funzionalità

Chi sceglie di utilizzare una superciclabile (ovviamente in quei paesi in cui queste infrastrutture esistono) lo fa perché sa di intraprendere un percorso diretto, funzionale, che tocca importanti elementi attrattori del territorio e che allo stesso tempo risulta competitivo con altri mezzi di trasporto.

2. Omogeneità

Le superciclabili non sono solo delle piste ciclabili “un po’ più larghe” ma sono dei veri assi di mobilità primaria: collegamenti uniformi e omogenei. La sezione tipo di una superciclabile è di almeno 3 metri, nei casi migliori si superano i 4, ma ciò che rende straordinarie queste infrastrutture è la loro piena uniformità dall’inizio alla fine del collegamento. Niente cambi di sezione o di pavimentazione o di segnaletica al cambiare del comune interessato dall’infrastruttura, un fatto straordinario per il contesto italiano.

3. Facilità d’uso

La natura intrinseca dell’infrastruttura garantisce ai ciclisti di tutte le età di percorrere la super pista in piena sicurezza. La quasi assenza di intersezioni a raso con la rete viaria veicolare la rende un percorso protetto e veloce, non soggetto al traffico. La segnaletica diffusa e omogenea consente a tutti di muoversi tra un comune e l’altro senza perdersi, proprio come se si stesse viaggiando in autostrada, con cartelli che indicano i caselli di uscita.

4. Valorizzazione del territorio

Le superciclabili non sono solo degli assi di scorrimento ma sono delle vere occasioni per riqualificare i territori attraversati dall’infrastruttura, hanno l’opportunità di colmare dei vuoti urbani e di sanare delle situazioni critiche che si sono create nel corso del tempo. Allo stesso modo una superciclabile è l’occasione per differenziare il territorio in chiave innovativa e sostenibile, offrendo un progetto di qualità che sia da traino per un nuovo modo di vivere i territori.

5. Costi e tempi ridotti

Il costo di una superciclabile di qualità (simile agli straordinari progetti olandesi) è stimato in meno di 1 milione di euro al chilometro, un costo decisamente inferiore rispetto ad altre tipologie di infrastrutture come superstrade o brevi autostrade, dove anche il tempo di realizzazione e il tempo ritorno dell’investimento è decisamente superiore (Pay Back time autostrade 10-25 anni, superciclabili 2-5 anni)

Il territorio italiano ha un forte bisogno di supericlabili, non solo per mettere in sicurezza chi già oggi si muove in bici, ma soprattutto per cambiare la domanda di mobilità di milioni persone, lasciando che tutti abbiano la possibilità di scegliere come muoversi, tenendo bene a mente che il 75% degli spostamenti quotidiani risultano inferiori ai 10 km e che quindi possono esser effettuati tranquillamente in bicicletta.

Commenti

11 Commenti su "Superciclabili: ecco i 5 motivi alla base del loro successo"

  1. Daniele ha detto:

    Basta ciclopedonali urbane x per litigare coi pedoni. Poi le fanno a zig zag e ti tolgono la precedenza allo STOP x mandarti sulle strisce pedonali. Meglio una striscia e hai la via diretta e precedenza delle 🚗

  2. Maurizio Lombardo ha detto:

    Sono d’accordo con te Sergio, a tutt’oggi preferisco di gran lunga quelle disegnate in sede stradale che quelle costruite di fianco ai marciapiedi perché: queste ultime diventano in automatico delle pedonali invase in continuazione da distratti pedoni e perciò pericolose,in più aumentano le corsie da monitorare per gli automobilisti con svariate intersezioni ceche.( provare via Zurigo o Porta ticinese)
    Con le ciclabili in sede stradale, i pedoni non si avventurano e gli automobilisti hanno un miglior controllo sul traffico.
    Un altro aspetto importante è la fluidità e l’intuitività nel percorrerle, per non parlare della semplicità di manutenzione che coinciderebbe con quella della sede stradale ordinaria, se poi un domani gli equilibri, tra auto e bici, dovessero invertirsi, con il sistema in sede stradale si potrebbero allargare le corsie ciclabili, ridimensionando quelle delle auto, invece col sistema Milanese per farlo bisognerebbe riprogettare e demolire completamente la sede stradale perchè hanno cementificato tutto.
    Super ciclabili? Ben vengano ma che non diventino delle barriere architettoniche in mezzo alla natura come mostrato nella ricostruzione 3D dell’ultima slide di questo articolo.

    Maurizio ciclista 365, 366 nei bisestili.

  3. Vincenzo Lavagetto ha detto:

    Buongiorno vi aspetto a Genova per far un giro sulle nostre ciclabile se amate le comiche. Non dimenticate il testamento e i dati sanitari sono obbligatori per un ricovero d’urgenza a causa investimento..

  4. Sergio ha detto:

    Sarebbe l’ideale; ma non siamo idealisti ma solo realisti, basterebbe una striscia bianca e 60 cm di asfalto pulito in tutte le strade extraurbane secondarie per risolvere un sacco di problemi di sicurezza.

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