La sfida per le prossime elezioni comunali di Milano entra nel vivo e tra le candidature a Palazzo Marino ce n’è una in particolare che non poteva passare inosservata: è quella di Vittorio Feltri, giornalista di lungo corso e direttore editoriale di Libero, che sarà capolista per il partito di destra “Fratelli d’Italia” e che ha promesso una lotta senza quartiere alle piste ciclabili e ai monopattini.
Feltri, che il 25 giugno scorso ha compiuto 78 anni, correrà per un posto da consigliere comunale avendo accettato l’investitura di Giorgia Meloni. Il suo programma, al momento, poggia su due punti fermi: “Io avrei soltanto un paio di obiettivi molto forti: quello di eliminare le piste ciclabili che hanno paralizzato la città, di combattere i monopattini e cercare di restituire a Milano un’immagine anche esteriore che sia migliore di quella che è stata disegnata nell’ultimo anno e mezzo con il Covid. Milano in fondo è rimasta la prima città italiana, cerchiamo di ribadirlo”, come dichiarato nell’intervista di lancio della sua candidatura.

La puntualizzazione di Luca Bernardo
Che cosa ne pensa il candidato del centrodestra a sindaco di Milano, il pediatra Luca Bernardo, di queste esternazioni contro ciclabili e monopattini? “In bici vado poco e si vede pure. Ma non sono nemmeno un automobilista. Mi muovo in Vespa. Le piste ciclabili sono importanti se inserite in un contesto di sicurezza”, ha dichiarato al Corriere della Sera. Una puntualizzazione che forse tende a stemperare i toni, ma che conferma la volontà di mettere a mano a quanto fatto dal sindaco uscente Beppe Sala con la realizzazione di corsie ciclabili di emergenza in seguito alla pandemia.
Quali proposte per la mobilità?
C’è da chiedersi, allora, quale sia il futuro della mobilità che gli oppositori delle ciclabili e dei monopattini immaginano per una città attualmente congestionata e ostaggio del traffico privato motorizzato: ancora più strade per le auto? Corsie più larghe? Parcheggio gratuito per tutti? Apertura indiscriminata della Ztl?
I dati sulla (pessima) qualità dell’aria di Milano parlano chiaro: la bicicletta rappresenta una parte (importante) della soluzione per avere una città più vivibile e a misura di persona, come scriviamo ogni giorno su Bikeitalia e recentemente ribadito proprio sul Cavalcavia Bussa di Milano da un’azione di guerrilla cycling.
Non comprenderlo significa derubricare a chiacchiera da bar e/o a polemica politica un tema troppo importante e cruciale che andrebbe invece affrontato con cognizione di causa da tutti. Specie da chi si candida a governare una grande città come Milano.
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