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Pannier o bikepacking per il cicloturismo? La prova scientifica

Pannier o bikepacking per il cicloturismo? La prova scientifica

Pannier o bikepacking? Uno degli argomenti più divisivi nell’ambiente del cicloturismo sembra essere quello che riguarda il bagaglio. Non tanto su cosa portare ma su come trasportarlo. Meglio le tradizionali borse da portapacchi o quelle da attaccare al telaio e ad altri componenti?

La scelta pannier o bikepacking divide il mondo due tifoserie, che, perorando le proprie più o meno condivisibili ragioni, tendono a ritenere uno dei metodi utilizzato come il migliore senza ombra di dubbio.

Esempio di bicicletta in modalità bikepacking

Nella mia lunga carriera cicloturistica ho utilizzato e tuttora utilizzo entrambi i sistemi. E se posso dire la verità, li odio tutti e due. Potessi viaggiare solo con la bici nuda, senza portarmi nulla dietro, sarei felicissimo. In cinquant’anni di viaggi ne ho fatto uno solo così. Ero un missile! Per tutti gli altri ho sempre avuto la necessità di portare con me qualche cosa.

Il mio democratico odio per i due sistemi mi ha però lasciato una curiosità pratica, ovvero se ci fossero davvero delle motivazioni oggettive per preferire un sistema oppure l’altro.

Esempio di bicicletta montata con sistema tradizionale o pannier

Nella scelta tra pannier o bikepacking, va da sé che alcuni fatti sono evidenti già a un’osservazione superficiale.

I pannier sono più capienti e più pratici. Il bikepacking, pur nelle varie combinazioni, consente il trasporto di una quantità inferiore di materiale ma per contro non richiede portapacchi e rende possibile usare qualunque bici, anche le full, sulle quali è quasi impossibile utilizzarne uno.

Le classiche borse sono generalmente più pesanti e richiedono obbligatoriamente come complemento un portapacchi; per contro, a meno di non abbinarle ad ulteriori borse anteriori, caricano maggiormente la parte posteriore della bici, il che tende ad accelerare il deterioramento del pneumatico posteriore e rendono la bici meno “guidabile”. Cosa che si avverte bene nelle lunghe discese e sui tratti di sterrato.

Con il bikepacking la bici è più bilanciata nei pesi e decisamente più guidabile.

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Pannier o bikepacking: la resistenza aerodinamica

Ma uno degli argomenti più dibattuti è quello che riguarda la resistenza aerodinamica.

C’è una lunga serie di valutazioni che sulla carta sembrano avere una valenza certa, che tendono a considerare un metodo più efficiente rispetto all’altro.

Ma la resistenza aerodinamica è una cosa che si può valutare con una discreta semplicità.

Basta valutare, a pari potenza scaricata sui pedali, quale dei due sistemi risulta più efficiente.

Il test che potete seguire nel video è stato fatto nel seguente modo.

Ho impiegato una delle bici che uso per viaggiare e dotata di misuratore di potenza

Ho fatto tre prove per ogni settaggio differente della bici con potenza crescente:160,180,200 watt.

Per ciascuna prova ho mantenuto invariata la mia posizione in sella. I pneumatici e le ruote sono sempre state le stesse e la pressione dei pneumatici è stata verificata che fosse sempre la stessa durante i due giorni di test. Il vestiario è stato sempre lo stesso.

Le prove sono state fatte in pista all’aperto. Per la precisione sulla pista di Milano aperta al pubblico che si trova nel parco Nord.

Ho scelto due giorni che meteorologicamente avessero le stesse apparenti condizioni e soprattutto la mancanza di vento. Ho accuratamente evitato di entrare nelle scie di altri ciclisti presenti sulla pista. I dati del powermeter sono stati trasmessi a un Garmin 1030.

Per mantenere una pedalata uniforme senza accelerazioni o decellerazioni il Garmin mi dava istantaneamente tre dati che ho tenuto sotto controllo: potenza istantanea, potenza sui 30 secondi, potenza media del test.

Il cronometro del ciclocomputer è stato attivato con partenza lanciata attivando, quindi, il cronometro dopo aver raggiunto la velocità richiesta per il test.

Ciascun test ha richiesto 6 giri di pista a potenza costante per un totale di tre km a test.

Le configurazioni delle bici sono state le seguenti.

  1. bici nuda
  2. bici bikepacking ma senza borse anteriori al manubrio (modalità “lite”)
  3. bici in bikepacking “completo”.. In questo modo il quantitativo di bagagli trasportato era identico a quello caricato nella ultima , quella coi panniers
  4. Bici montata coi panniers tradizionali della Ortlieb.

Per i dettagli trovate tutti i riferimenti nel video sottostante:

Le conclusioni

Il grafico qui sotto dimostra il risultato del test da cui si evince che la resistenza aerodinamica delle borse è veramente cosa trascurabile: inizia a diventare importante solamente a velocità elevate che, però, poco hanno a che fare con il cicloturismo e riguardano, invece, situazioni di performance.

Basti pensare che la differenza tra l’uso dei pannier o in modalità bikepacking sui 100 km è di meno di 2 minuti a parità di fatica.

grafico risultati test pannier o bikepacking

La vera differenza la fa, quindi, il peso trasportato (e il bikepacking obbliga a una certa attenzione). E quindi, alla domanda “pannier o bikepacking?” l’unica risposta che mi sento di dare è: “Meglio partire con quello che si ha, tutto il resto è noia”.

Commenti

  1. carlo ha detto:

    premetto che io sono un pseudo ciclista perchè ho una certa età (ora 77 e 75), viaggio sempre con mia moglie e viaggio in bici+camper. così devo programmare il viaggio a tappe, devo calcolare e trovare il modo di recuperare il camper (se possibile con bus o treno o con andata e ritorno); così ho il vantaggio di portare solo quello che mi serve per quel giorno e fare viaggi lunghi con tante tappe. forse tutto questo discorso non è attinente ai vostri ragionamenti ma non sarebbe male avere anche questa possibilità, il lavoro più difficile e trovare il modo di recuperare il camper per non fare il doppio di strada. buona pedalata a tutti anche con bici non di ultima generazione. su youtube trovate il filmato del “camino di Santiago fatto in bici nel 2014.

  2. piero ha detto:

    Le cose cambierebbero se vi fosse vento contrario, anche solo di 10 o 15 km/h come capita molto spesso nel cicloturismo…. sarebbe come aver fatto le prove a 40 45 km/h le differenze sarebbero importanti… (facile accorgersene quando si incontra vento contrario…. e si pensa alla fatica fatta nella condizione opposta a quella che si sta vivendo..). Altro vantaggio indiscutibile del bikepacking, molto più scomodo, è che si è più facilmente portati a lasciare a casa un sacco di roba..:

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