Mobilità

Il metodo “Striscia la Notizia” per buttare in vacca il dibattito sulle piste ciclabili

Il metodo “Striscia la Notizia” per buttare in vacca il dibattito sulle piste ciclabili

Il servizio di Striscia la Notizia “Ciclabili folli, la corsia dei sopravvissuti a Livorno” realizzato dall’inviata Chiara Squaglia e mandato in onda il 21 ottobre scorso in prima serata su Canale 5 ha ricevuto una secca smentita da parte dell’assessora alla Mobilità di Livorno Giovanna Cepparello, che ha puntualizzato tutte le inesattezze e le falsità veicolate nel servizio dove il suo intervento è stato tagliato-e-cucito a poche frasi decontestualizzate per non darle la possibilità di articolare le sue risposte (a fronte di un girato di circa un quarto d’ora, come afferma la stessa intervistata, ndr).

Per ristabilire la verità dei fatti – in attesa di una doverosa rettifica nel prime time di Canale 5 da parte di Striscia la Notizia – su Bikeitalia riprendiamo i contenuti del post che l’assessora Cepparello ha pubblicato su Facebook ripreso anche nelle cronache locali, in cui spiega com’è andata l’intervista e perché ciò che è andato in onda contiene numerose inesattezze e falsità.

L’assessora Cepparello esordisce ammettendo di essere caduta in un tranello, in un’intervista-imboscata: “Ebbene sì: ci sono cascata alla grande! Ho rilasciato un’intervista di un quarto d’ora, nella quale (continuamente interrotta) ho cercato di spiegare quando come e perché le corsie ciclabili sono state introdotte nel Codice della Strada, e poi finanziate da diversi bandi del Ministero e delle Regioni. Ma niente, hanno ritagliato abilissimamente due frasi totalmente decontestualizzate, facendomi dire quello che volevano e facendomi anche passare da scema“.

Si tratta della stessa sgradevole situazione in cui anche l’assessore alla Mobilità di Cuneo Davide Dalmasso si era trovato qualche settimana prima, come ha avuto modo di spiegare su Bikeitalia: questo “metodo Striscia” nell’affrontare l’argomento della sicurezza stradale per mettere in cattiva luce l’operato di alcune amministrazioni che si stanno spendendo a favore della moderazione del traffico e della ciclabilità appare, a nostro giudizio, davvero fuori luogo.

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Tornando al caso di Livorno [il link del servizio è qui], l’assessora Cepparello prosegue al sua ricostruzione dei fatti: “Il tutto abbinato ad un servizio assurdo, dove le corsie vengono chiamate piste e dove si raccontano diverse falsità, per poi simulare addirittura un incidente (che cosa divertente e originale!). Avevo pensato di non curarmi di loro, perché non sono particolarmente interessata a chi semina discredito e qualunquismo (come se ce ne fosse bisogno) offendendo a mio parere l’intelligenza collettiva. Ma oggi ho ricevuto tanti messaggi di vicinanza, e mi sento di ringraziare chi mi ha immaginato sbigottita davanti alla TV! Grazie davvero. Voglio anche rassicurare tutti sul fatto che va tutto bene, che la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale sono in cima ai nostri pensieri e che non sarà certo ‘striscia’ a dettarci l’agenda politica”.

Ecco, questo passaggio a nostro avviso a molto importante: non può essere certo un programma come Striscia la Notizia a dettare l’agenda politica di un’amministrazione che porta avanti politiche di mobilità sostenibile e di sicurezza stradale. E sarebbe ora che, una volta e per tutte, il tg satirico di Antonio Ricci la smettesse di trattare argomenti che non conosce, con il solo intento di fare audience e creare polemiche inutili suggestionando il pubblico con siparietti e risposte tagliate ad arte.

In conclusione, l’assessora Cepparello puntualizza un aspetto importante della vicenda: “Le corsie, che sono ormai diffuse in tutta Italia, sono interventi di segnaletica orizzontale, che dividono i flussi di traffico e inducono il ciclista a pedalare esattamente dove lo farebbe se le corsie non fossero disegnate. Va a finire che qualcuno ci dirà che anche le strisce pedonali o la riga dello stop sono un pericolo per la circolazione”.

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