Mobilità

Guerra e crisi energetica alle porte: servono più piste ciclabili subito

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è una pessima notizia per tantissimi motivi, tra questi c’è la questione energetica: la Russia esporta gas da cui il nostro paese è estremamente dipendente.

Questo significa che, a meno che il conflitto non si risolva in modo pacifico e in tempi brevissimi, l’Italia si ritroverà a fare i conti con una riduzione dell’offerta di energia che si tradurrà non solo in un aumento dei prezzi (che si ripercuoterà a cascata su tutti i beni di consumo), ma anche nell’indisponibilità della componente energia.

Tradotto in termini semplici, in mancanza di una riorganizzazione della domanda, rischiamo che non ci sia energia per tutti e quindi che girando l’interruttore della luce, azionando un macchinario o girando il blocchetto di avviamento di un motore, qualcuno si ritrovi molto insoddisfatto.

In passato (si veda la crisi energetica del 1973 susseguente la guerra dello Yom Kippur) i governi si sono messi al riparo dalla carenza di energia attraverso l’austerity: domeniche a piedi e sere al buio a lume di candela. Ma prima di imboccare la strada dei divieti e del contingentamento è opportuno riorganizzare i consumi allo scopo di evitare gli sprechi.

Per noi che ci occupiamo di mobilità, uno degli sprechi di energia che monitoriamo con maggiore attenzione è quello degli spostamenti quotidiani: l’Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di motorizzazione in cui circolano 35 milioni di automobili equipaggiate da un motore a cui è richiesto di spostare oltre una tonnellata di massa per portare in giro 80 kg di passeggero.

Se in molti casi l’automobile è un mezzo irrinunciabile per mille motivi (disabilità, distanze, materiali da spostare, etc.), è anche vero che in moltissimi altri casi, i viaggi in automobile potrebbero essere sostituiti da altre forme di mobilità meno energivore e più efficienti, se solo si creassero le condizioni.

Giusto per parlare di una realtà che conosco bene, l’asse Milano- Sesto San Giovanni – Monza è interessato ogni giorno da 30 mila veicoli a motore che percorrono una distanza media di 8,6 km/giorno tra andata e ritorno [fonte: Matteo Colleoni, Università Milano Bicocca , Mobilitars 2021]. 8,6 km/ giorno per 30 mila veicoli significa un consumo quotidiano di circa 16 mila litri di benzina/giorno, un’enormità soprattutto se pensiamo che 8,6 km/giorno tra andata e ritorno non è una distanza proibitiva da percorrere con mezzi alternativi.

Il collegamento Milano – Monza, come è oggi e come potrebbe essere.

8,6 km si percorrono in bicicletta senza sudare in circa 25 minuti e senza consumare un singolo litro di petrolio.

Nella città di Copenaghen, piatta proprio come Milano, ogni giorno il 50% della popolazione locale si muove in bicicletta. Se riuscissimo a fare lo stesso e portare in bicicletta il 50% di quelli che oggi si spostano in automobile sull’asse Monza – Sesto San Giovanni – Milano, potremmo risparmiare circa 3 milioni di litri di benzina ogni anno, pari a 688 mila tonnellate di CO2 e, cosa non banale, generare un risparmio individuale di quasi 400 €/anno che tornerebbero utili per affrontare l’annunciato aumento dei prezzi.

Ma la differenza tra Milano e Copenaghen è che a Copenaghen ci sono le ciclabili e a Milano no (o per lo meno non sull’asse Milano – Sesto – Monza). Eppure basterebbe tracciare una riga bianca a terra per ottenere risultati formidabili: la famigerata ciclabile di Corso Buenos Aires – Viale Monza a Milano in un anno ha quadruplicato il numero di ciclisti che la percorrevano e a novembre 2021 le biciclette erano il 20% del totale dei veicoli sul tratto.

Perché non replicare la stessa operazione, allora, su tutto il territorio comunale con la massima solerzia? Perché non replicare la stessa operazione su tutto il territorio nazionale?

Risparmieremmo miliardi di litri di benzina ogni anno, energia che potrebbe essere destinata a utilizzi più intelligenti e utili per far andare avanti l’industria e tutelare posti di lavoro, per calmierare le spese di trasporti e logistica per evitare le cene a lume di candela e le serate senza netflix, i frigoriferi spenti e tutto ciò che ne consegue

La questione energetica è sempre stata una componente chiave nella gestione delle guerre. Nel 1943 gli Stati Uniti d’America, impegnati nella seconda Guerra Mondiale, lanciarono una campagna rivolta alla propria popolazione che diceva “quando viaggi da solo, viaggi con Hitler“. Le cose oggi non sono diverse.

Costruiamo più piste ciclabili. Subito e in tempi rapidi.

Se non sapete come fare, potete fare riferimento all’ebook gratuito che realizzammo in occasione dello scoppio della pandemia di Covid-19 con le linee guida per creare una Rete di Mobilità di Emergenza.

Potete scaricarlo gratuitamente da qui: https://www.bikeitalia.it/ebook/piano-emergenziale-della-mobilita-urbana/

E teniamo le dita incrociate.

Commenti

  1. Avatar Fabrizio ha detto:

    Bellissima idea ma nei fatti non se ne farà nulla e dico purtroppo. Sono insegnante e per andare a scuola percorro 15 km che percorrevo in bdc all’inizio dell’anno scolastico. Poi tra strade pericolose, ad alta percorrenza delle auto, e sudore estremo ho provato a usare la bici caricandola in treno: collegamenti scarsi e praticamente usare la bici diventa impossibile. Hanno provato a invertire il trend col bonus mobilità ma è stato solo un palliativo. Non si sogna nessuno di investire miliardi nelle infrastrutture che sono necessarie per usare quotidianamente la bici. Non possiamo pretendere che gli amministratori locali risolvano problemi, dovuti a carenze infrastrutturali vecchie di 30 anni. Purtroppo non tutte le città sono Milano. A sud non avere l’auto significa essere tagliati fuori dal mondo.

  2. Avatar Mercalli For Future ha detto:

    i ragazzi delLiceo Mercalli di Napoli venerdì 4 organizzano un bike-to-school per la pace.: meno gas più rinnovabili meno inquinamento
    https://www.facebook.com/1507187152869144/posts/3035522233368954/

  3. Avatar Stefano Volante ha detto:

    Fantastico, Paolo, argomenti benissimo una ricetta semplice e ovvia, ma mai presa in seria considerazione: per una città con le caratteristiche di Milano dovrebbe essere una scelta obbligata imboccata da tempo, ora con i venti di guerra più che mai……speriamo sia la volta buona, altrimenti credo che dovrebbero attrezzarsi i cittadini per supplire a questi vuoti dell’Amministrazione Comunale….

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