Se si costruiscono più infrastrutture per le bici le persone saranno portate ad utilizzarle e crescerà il numero di ciclisti: ma è sempre così? Per verificare la portata di questa affermazione bisogna basarsi su dati affidabili: è quello che ha fatto Enrico Durbano, ceo di Eco-Counter, nella sua relazione “Quando più infrastrutture portano più mobilità attiva” al MobilitARS 2022, evento realizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia.
Innanzitutto bisogna capire da dove vengono i dati e come sono “costruiti”: Eco-Counter effettua conteggi precisi sulle piste ciclabili, con contatori visibili e affidabili che indicano i passaggi in base alla tipologia degli utenti (distinguendo tra quelli in bici e quelli in monopattino, ad esempio) e mira a sviluppare la tecnologia giusta per ogni necessità.
Quali sono state le tendenze del 2021 della ciclabilità a livello europeo? Grazie ai big data raccolti ed elaborati su 12 Paesi dell’Ue si registra che la nazione che ha aumentato maggiormente in percentuale la ciclabilità urbana, con un +30%, è stata l’Italia: un’ottima performance dovuta anche al boom della bici in seguito alla pandemia e dal fatto che prima del Covid la base di partenza di ciclisti urbani non era altissima in valore assoluto. Quindi un dato sicuramente positivo, che però va contestualizzato. La tendenza in Europa per quanto riguarda lo sviluppo della ciclabilità 2021 indica in media un +9,2% di aumento di bici in circolazione.
Su Bikeitalia avevamo recentemente intervistato il vicesindaco di Parigi Christophe Najdovski per illustrare il grande cambiamento sul fronte della ciclabilità negli ultimi anni: in effetti Durbano nella sua relazione ha ripercorso le tappe di questo sviluppo che è stato davvero impressionante, tanto che si parla di “tsunami della bici a Parigi” confermato anche dai dati degli spostamenti in bici nelle ore di punta che sono aumentati in tutta la città, un esempio su tutti: in Rue de Rivoli da 5.000 a 8.000 bici al giorno, da quando è stata trasformata in superciclabile.
Due altri esempi citati confermano la potenza dei dati nel supportare le scelte delle amministrazioni a favore della ciclabilità. A Lione grazie ai forti investimenti mirati per la bicicletta si registra un +15% l’anno di persone che la scelgono come mezzo di spostamento. A Vancouver invece grazie alla correlazione tra flussi di ciclisti e incidenti agli incroci sono stati individuate le 25 intersezioni più pericolose da mettere in sicurezza.
Insomma: i contatori di biciclette possono realmente supportare le decisioni delle amministrazioni perché forniscono dati misurabili su cui costruire una politica della mobilità con obiettivi certi e verificabili. E se vengono realizzate più infrastrutture ciclabili di qualità aumenta il numero delle persone che scelgono di spostarsi in bici.
Si, ma attenzione, l’articolo evidenzia solo l’utilità dei contatori di biciclette, nel video della conferenza si sottolinea come sia facile aumentare del 30% quando si parte da cifre basse come nel caso italiano. À Belluno l’aumento di un 30% di zero da ancora zero.
I contatori di biciclette sono utili per raccogliere i dati che poi vanno contestualizzati, indicando oltre alla percentuale anche il valore assoluto, cosa che abbiamo evidenziato anche nell’articolo > “…un’ottima performance dovuta anche al boom della bici in seguito alla pandemia e dal fatto che prima del Covid la base di partenza di ciclisti urbani non era altissima in valore assoluto. Quindi un dato sicuramente positivo, che però va contestualizzato”.
Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it
Certo, mettono i misuratori solo dove c’è molto flusso in crescita e non su tutte le piste ciclabili!
Di sicuro in questo +30% di ciclabilità urbana in Italia ne è escluso la provincia di Belluno, che da poco o nulla per migliorare ciclabilità nella provincia