Questa è la storia di una ciclista urbana come tante, Beatrice Macrì, che un anno fa a Milano (il 17 luglio 2021) venne investita mentre transitava in bicicletta sul Ponte della Ghisolfa: rimase in come per due settimane, poi cominciò la riabilitazione e il lento recupero. E oggi Beatrice si batte per far realizzare la pista ciclabile e partecipa alle manifestazioni del comitato promotore “Non vediamo l’ora”.
La sua storia – riportata dal Giorno e ripresa dal Corriere Milano – è fatta di rinascita e di speranza: dopo il tamponamento in bicicletta e l’arrivo in ospedale in codice rosso, due settimane di coma e altre in cui la sua vita è appesa a un filo. Poi comincia il lungo percorso di riabilitazione e il lento recupero. A distanza di un anno dall’episodio, il 15 luglio 2022, Beatrice ha festeggiato insieme il suo compleanno e la fine delle terapie: una rinascita e una seconda vita dopo il coma.
“Ora il mio più grande desiderio è che sia costruita la pista ciclabile sul Ponte della Ghisolfa, perché mi avrebbe salvato dall’incidente. Per questo mi sono unita al comitato che da tempo ne reclama la costruzione e in aprile ho partecipato alla manifestazione e al presidio di protesta che chiede un’accelerazione del progetto. Se ne parla da anni ma non va avanti”, dice Beatrice a Corriere Milano.
Ora Beatrice pensa al futuro: “Sono cambiata, più riflessiva. Mi faccio mille domande sulla vita. Mai come ora capisco che non abbiamo tutto il tempo a disposizione e che voglio inseguire la felicità. E dare il mio contributo a rendere Milano sicura per i ciclisti”.
Nell’agosto del 2021, due settimane dopo il suo incidente, alcuni attivisti con un blitz avevano dipinto una ciclabile clandestina sul Ponte della Ghisolfa – poi cancellata dal Comune – per sensibilizzare sul tema della sicurezza stradale dei ciclisti.
Oggi sembra che le cose si stiano mettendo nel verso giusto, dopo le manifestazioni e le promesse dell’amministrazione: la ciclabile sul Ponte della Ghisolfa si avvicina e la speranza è che venga realizzata quanto prima, per la sicurezza di tutti.
GLI AUTOMOBILISTI INTENDONO COME PONTE DELLA GHISOLFA TUTTO IL TRATTO CHE VA DA PIAZZALE LOTTO, RENATO SERRA E MONTE CENERI NELLA SOPRAELEVATA(su cui e vietato il transito alle bici) FINO AL SUDDETTO PONTE. DA QUI L’INCOMPRENSIONE.
Spett.le Pinzuti, il problema a Milano e non solo, e che la ciclabile disegnata dagli attivisti è ciò che serve ma quando le istituzioni mettono mano incompetenza e arroganza prendono il sopravvento sul buon senso.
Se affidi i lavori ad un nemico dei ciclisti et voilà! le ciclabili di via Zurigo, via Legioni Romane, corso buenos Aires… solo per citarne alcune, quando esempi di ciclabili ben realizzate ve ne sono vedasi via Sardegna o via Caterina da Forlì.
Pericolose per i ciclisti per i pedoni e per gli automobilisti, debilitanti per il traffico cittadino che per quanto voi non ci vogliate credere è cos’ da quando l’uomo ha inventato la ruota.
Fino a 100 anni fa il traffico era caotico quanto ora se non peggio con carri, carrozzine e cavalieri che scorazzavano rumorosamente per le strade inquinando e sporcando come un transatlantico. Quanto meno con l’avvento dell’automobile abbiamo approntato il codice della strada che vale x tutti.
Potremo modificare l’alimentazione delle auto ma non molto gli ingombri necessari per il trasporto di cose e persone.
Le mie osservazioni sono piuttosto polemiche ma sincere e soprattutto inconfutabili perchè io vado in bici, non per ludico piacere o per sport ma come mezzo di trasporto quotidiano e si possiedo un’auto che uso il meno possibile ma la uso perchè è necessaria.
Trezzano sul Navigli><viale Sarca 235 5 giorni la settimana, mentre nei fine settimana con spensieratezza.
Maurizio ciclista 365, 366 nei bisestili.
nessun giornalista di alcuna testate è in grado di prendersi la briga di scrivere che non si può andare sul ponte della ghisolfa in bicicletta?
è scandaloso
Ma chi l’ha detto che non si può andare sul ponte della Ghisolfa in bicicletta?