Mobilità

Bologna Città 30: il Comune stanzia i primi fondi

Bologna Città 30: il Comune stanzia i primi fondi

L’iter per l’introduzione del limite di 30 km/h è partito ufficialmente. Il Comune di Bologna ha mosso il primo passo istituzionale verso la trasformazione in una Città 30. Quindi non una zona pedonale, non solo un abbassamento del limite di velocità circoscritto al centro storico: ma tutta la città sarà a 30 km/h, tranne gli assi di scorrimento principali.

Il logo della campagna per i 30 km/h in città a Bologna 30logna

Bologna Città 30

L’Amministrazione felsìnea ha approvato il primo finanziamento di 100.000 € per la modifica della segnaletica e ha definito il cronoprogramma per realizzarla e avviare le fasi successive della trasformazione.

Il provvedimento realizza la strategia dichiarata nel Piano Generale del Traffico Urbano per la sicurezza stradale, condizione indispensabile per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 20% degli spostamenti in automobile fissato dal PUMS.

I promotori della campagna 30logna, che avevano promosso una petizione su questo tema al Comune di Bologna, hanno veicolato così la notizia sui social:

I benefici dei 30 km/h

Il maggiore ostacolo all’uso della bicicletta in città, infatti, è la percezione della sicurezza. Nel decennio compreso fra il 2010 e il 2019, nel solo territorio del Comune di Bologna, ci sono stati 194 morti e oltre 26.000 feriti, e la metà di questa triste statistica è composta da pedoni e ciclisti.
I dati provenienti dalle città che hanno già fatto questo passo sono chiari: la soluzione è limitare la velocità dei mezzi a motore, con benefici per tutti gli utenti della strada.

Helsinki 0 pedoni vittime della strada grazie al limite di 30 km/h

Con questa azione, l’Amministrazione di Bologna raccoglie dunque le istanze della campagna Bologna 30 ovvero 30logna, lanciata nel 2021 da un insieme di associazioni per la mobilità attiva e sostenibile, e coordinata da Salvaiciclisti Bologna.

La consigliera comunale Simona Larghetti, che da attivista era stata tra le promotrici della campagna, su Facebook esprime la propria soddisfazione per questo provvedimento: “Si è piazzata la prima bandierina della Città 30 sulla città di Bologna! Sono state messe a bilancio le prime risorse destinate specificamente a questo progetto, si tratta di soldi destinati all’aggiornamento della segnaletica, prevista per il prossimo anno. Non solo chiacchiere, ma risorse per un progetto che è sempre più vicino”.

La campagna 30logna

La chiarezza degli obiettivi e dei metodi e la capacità comunicativa hanno permesso a 30logna di diventare la Best Mobility Action 2021 nella Settimana Europea della Mobilità Sostenibile.

Ora che un altro traguardo è stato raggiunto, la campagna non si ferma, anzi riprende ancora più determinata: continua il lavoro di comunicazione e informazione con la cittadinanza e i portatori di interesse, e la raccolta firme per mantenere il tema al centro delle priorità dell’Amministrazione.

Creatività della campagna social Bologna a 30 km/h 30logna città europee

I prossimi passi per Bologna 30 km/h

Secondo il cronoprogramma del Comune di Bologna, entro la fine del 2023 sarà completata la revisione della segnaletica. Riportiamo qui di seguito i prossimi passi per raggiungere 30logna.

  • interventi strutturali di moderazione del traffico: restringimenti di carreggiata, attraversamenti rialzati, modifica degli stalli di sosta e altri interventi sullo spazio stradale
  • creazione di isole ambientali tramite verde diffuso e arredi urbani, per creare un ambiente più accogliente, condiviso e orientato alla fruizione lenta
  • attivazione della Polizia Locale per prevenzione, controllo e informazione
  • campagna di promozione e comunicazione rivolta a tutta la cittadinanza, mediante strumenti digitali e tradizionali
  • messa a sistema di tutti i piani e progetti relativi alla pedonalità e alla ciclabilità

Bologna sta lavorando per diventare una Città 30, un luogo inclusivo con una migliore sicurezza e vivibilità delle strade.

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Commenti

  1. Luigi ha detto:

    Caro Manuel, innanzitutto devo rilevare che la sua risposta è alquanto scortese e pure offensiva. So benissimo di cosa parlo, se no non avrei parlato. Forse le si è chiusa la vena perchè ho osato dire qualcosa sulla categoria dei ciclisti (di cui anche io peraltro faccio parte)? Per prima cosa le chiedo i riferimenti delle indagini statistiche, svolte IN ITALIA, in cui si dimostra un netto calo di incidentalità dovuto alla riduzione a 30 km/h dei limiti di velocità.
    Seconda cosa, il senso del mio precedente commento ha fondamento nelle statistiche ufficiali (ad esempio faccia ampia navigazione nel sito dell’ASAPS https://www.asaps.it/), secondo le quali le principali cause di incidentalità non sono dovute all’inadeguatezza delle infrastrutture, ma al non rispetto delle regole attuali da parte degli utenti, tutti gli utenti. Oggigiorno la distrazione durante la guida, in particolare dovuta all’utilizzo degli smartphone, è diventata una piaga ed è la prima causa di incidenti. Che il limite sia ai 50 o ai 30, la gente guarda ugualmente il cellulare e non guarda la strada. Così pure se un automobilista non vede di notte la bici che viaggia contromano senza luci, che proceda ai 30 o ai 50 la investirà ugualmente, ma, qui le do ragione, con conseguenze inferiori. In sostanza, se ci sono problemi di incidentalità, prima di agire bisogna capire quali sono le cause e agire su quelle: quasi mai le cause sono legate al limite dei 50. Insomma, ci sono le regole, ma non c’è nessuno che le fa rispettare. Questo è il problema. Se i comuni investissero denari per assumere più vigili urbani da mettere sulle strade, farebbero un servizio migliore.

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Gentile Luigi,

      ha chiarito meglio il suo pensiero e la ringrazio per averlo fatto: alcune cose che scrive sono condivisibili, altre meno. Io ritengo che l’introduzione del limite di 30 km/h in ambito urbano sia un bene in ogni caso: se poi i Comuni aumentassero i controlli sarebbe ancora meglio, ma le Città 30 rappresentano un punto di partenza per il cambiamento anche dei comportamenti individuali per il bene collettivo.

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

  2. Vittorio ha detto:

    Temo di non essere del tutto d’accordo: i comportamenti scorretti di tanti ciclisti (e pedoni) sono tutto fuor che “presunti”, e basta guardarsi intorno con gli occhi aperti e la mente libera da pregiudizi.
    Resta il fatto che la riduzione di velocità 30 km/h funziona, anche se ci sono ciclisti e pedoni indisciplinati, magari funzionerà un po’ meno bene che a Helsinki, ma come si dice: “piuttosto che meglio, meglio piuttosto”

  3. Luigi ha detto:

    Bologna non è Helsinki, soprattutto gli italiani non sono finlandesi. Il vantaggio dei 30 lo si ha se tutte le altre regole sono rispettate: gli automobilisti non usano il cellulare mentre si guida, i ciclisti portano il casco, hanno le luci, non viaggiano contromano e rispettano i semafori.
    Perchè il problema in Italia è dato da tutte queste cose che ho elencato, non dai 50.
    Ma per un’amministrazione comunale è molto più semplice e visibile (per fare bella figura) cambiare i cartelli rispetto a fare rispettare le regole che ci sono già.

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Mi perdoni Luigi, ma lei non sa di che cosa parla: i fatti la smentiscono, ovunque sia stato introdotto il limite di velocità di 30 km/h la situazione sulle strade è migliorata. Peraltro non colgo il nesso tra presunti comportamenti scorretti dei ciclisti e inefficacia del limite di 30 km/h per chi guida un mezzo a motore.

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

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