Mobilità

Violenza stradale: perché il sindaco di Bologna ha capito tutto

Il tema della violenza stradale è tornato di stretta attualità, soprattutto in seguito all’investimento mortale del giovane Francesco Valdiserri a Roma e al dibattito pubblico che ne è seguìto in tutta Italia. In questi giorni il sindaco di Bologna Matteo Lepore, all’indomani di una collisione stradale in cui ha perso la vita una persona, ha scritto un lungo post su Facebook. Un messaggio accorato in cui non ha solo espresso il suo cordoglio per l’accaduto, ma ha anche fatto il punto della situazione spiegando le azioni che l’amministrazione intende intraprendere per arrivare all’obiettivo di “zero morti” sulla strada, in linea con la decisione di trasformare Bologna in una Città 30 con i primi fondi stanziati qualche settimana fa.

“Per prima cosa mi stringo al dolore dei familiari della vittima e alle altre persone coinvolte nell’incidente.
In questo post non intendo addentrarmi nelle dinamiche del fatto perché ci sono ancora approfondimenti in corso da parte delle autorità competenti, ma quanto avvenuto è grave e drammatico, a poche ore da un altro incidente in cui ha rischiato la vita un ragazzo mentre attraversava sulle strisce pedonali.
Dobbiamo fare di tutto affinché #Bologna porti a zero le morti stradali. Non contano le statistiche in un giorno così, ma dobbiamo farlo”
, scrive il primo cittadino felsìneo su Facebook.

Un messaggio che prosegue elencando le azioni che si stanno facendo per affrontare il problema della violenza stradale, individuato come tale e non derubricato a “tragica fatalità” e senza deresponsabilizzare chi guida un mezzo a motore: rafforzamento dei controlli in strada da parte della Polizia Locale e istituzione della Città 30 km/h.

limite di velocità di 30 km/h in città

Lepore usa un tono fermo e le giuste parole: guarda in faccia il problema e si assume le sue responsabilità di amministratore pro tempore della città che lo ha eletto dandogli fiducia e il mandato di governare.

E non fa sconti a chi guida un’auto con troppa leggerezza, senza rispettare le regole della strada e mettendo in pericolo la propria e l’altrui incolumità, soprattutto quella degli utenti più fragili: “Tutto questo, non potrà però mai funzionare se non sarà accompagnato da una consapevolezza: chi guida un’auto ha una responsabilità enorme e il dovere di stare attento. Ecco perché dobbiamo promuovere campagne di educazione e sensibilizzazione sulla sicurezza stradale”.

Infine l’individuazione delle responsabilità e delle cause più frequenti degli incidenti stradali: “Le prime tre cause di incidentalità sono distrazione alla guida, eccesso di velocità e mancate precedenze. Sono banalità? No, perché qualcuno può rimetterci la vita. Andare piano e non usare il cellulare alla guida ad esempio sono comportamenti vitali!”.

E l’appello finale rivolto ai suoi concittadini: “Insieme dobbiamo portare Bologna a zero morti per le strade. Non mi rassegno, battiamoci per questo. Perché la vita vale”.

Una presa di posizione chiara e netta, quella del sindaco di Bologna, che fa notizia proprio perché invece – troppo spesso – gli amministratori locali dopo una tragedia legata alla violenza stradale se ne lavano le mani e si limitano ad allargare le braccia, stringersi nelle spalle e esprimere solidarietà solo a parole, restando in attesa della prossima tragedia che, in assenza di politiche attive per la sicurezza stradale, non tarderà ad arrivare.

Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e sconfiggere la violenza stradale con azioni concrete e politiche mirate per arrivare all’obiettivo di “zero morti”. Con questa uscita il sindaco di Bologna ha alzato l’asticella per tutti gli amministratori locali che da oggi saranno costretti a guardare il tema nella sua complessità e assumersi le proprie responsabilità.

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Commenti

  1. Avatar Andrea ha detto:

    Mah, gli autovelox si ma sono una vera bastardata, soprattutto perchè ora le multe sono veramente alte e poi chi ha i soldi se ne sbatterà sempre.
    No, per me la soluzione migliore è quella che usano spesso in Francia, sensi unici, strettoie artificiali, dossi, eliminazione dei parcheggi. Così di guidare in città ti passa la voglia e prendi l’auto quando davvero non puoi farne a meno. Certo bisognerebbe fare appunto come in Francia dove i mezzi pubblici sono molto frequenti, hanno quasi sempre corsie preferenziali, sono veloci, affidabili e costano il giusto

  2. Avatar Simone ha detto:

    Caro Pino, il metodo per far rispettare i limiti di velocità esiste, si chiama autovelox. Vista la scarsa capacità da parte degli automobilisti di rispettare il codice della strada, andrebbero installati autovelox ovunque, o rilevatori della velocità media (come nelle autostrade). Solo così le persone guideranno in sicurezza. Non vedo l’ora di vedere nei viali dei bei autovelox con limite ai 30 all’ora.

  3. Avatar Ett ha detto:

    La velocità media in città è imposta dal traffico nelle ore di punta, dì certo inferiore ai 50. Quando le strade sono scorrevoli e si procedere a velocità piú elevate non si arriva davvero prima a destinazione, su molti tragitti ci sono semafori, incroci, altri motivi dì rallentamento. La morfologia degli spazi urbani, in molte città in Italia, suggerisce che i 50 sono l’eccezione, in tratti per sole auto e confinati, il resto del tessuto urbano andrebbe bene a 30 e 15km/h.

  4. Avatar Pino ha detto:

    Cavolo, il limite dei 30 km/h già c’è sulla Colombo. L’investitrice andava a 70.
    Pensate veramente che portare il limite a 30 km/h porti miracolosamente a rispettarlo, quando con il limite a 50 km/h vediamo mezzi (moto e auto) che vanno a 70, 80 100 o più?
    Andate il fine settimana sulla Via dei Laghi e godetevi le corride delle moto a 140 all’ora.
    Ma perché non pretendiamo che vengano rispettate le norme esistenti e aspettare ad introdurne di nuove – e più restrittive – che difficilmente verranno rispettate.
    Siamo sempre alle solite…

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