Ciclabile umana: Italia in strada sabato 3 dicembre – a Milano, Genova, Napoli e Lecce – per la sicurezza dei ciclisti. L’evento è stato un successo: nonostante la pioggia e le temperature fredde gli organizzatori non si sono fatti scoraggiare dalle previsioni e centinaia di cicloattivisti hanno partecipato attivamente al flash mob della ciclabile umana.
Bicicletta protagonista
Il risultato è stato che in ciascuna delle quattro città in cui si teneva il flash mob per proteggere le bike lane e promuovere la sicurezza dei ciclisti la bicicletta è stata protagonista. La bicicletta come mezzo di trasporto, la bicicletta fedele compagna di pedalate urbane ed extraurbane, la bicicletta che con la sua versatilità può essere declinata in decine di modelli diversi e ce n’è uno che fa al caso di ciascuno, basta trovare il proprio e pedalare.
La sicurezza dei ciclisti
Gli eventi si sono tenuti alla fine di una settimana non facile, funestata dalla notizia della morte di Davide Rebellin (e nello stesso giorno del giovanissimo Manuel Lorenzo Ntube, ndr) e da quella dell’azzeramento dei fondi per le piste ciclabili urbane da parte del governo guidato da Giorgia Meloni: da un lato la violenza stradale che continua a mietere vittime innocenti che avevano l’unica colpa di pedalare sulla strada, dall’altro il definanziamento di un capitolo di spesa importante per la programmazione (complessivamente 94 milioni di euro per il 2023 e 2024, ndr) che renderà ancora più difficile realizzare infrastrutture per migliorare la circolazione e la sicurezza dei ciclisti.
Corpi e bici per proteggere chi pedala
Il format della “ciclabile umana” è molto semplice e facilmente replicabile ovunque ci sia una bike lane da proteggere: le linee guida sono contenute in un kit che i cicloattivisti hanno messo a punto dopo il primo flash mob #ProteggiMI tenutosi a Milano il 10 novembre scorso (e ampiamente documentato su Bikeitalia).
Milano – Ciclabile umana in Corso Buenos Aires
Genova – Ciclabile umana in Via XX Settembre
Napoli – Ciclabile umana in Corso Umberto I (il Rettifilo)
Lecce – Ciclabile umana in Viale Lo Re
Ciclabile umana Italia
Le corsie ciclabili solitamente occupate dalle auto in malasosta per il tempo del flash mob sono state protette dalle persone in bicicletta.
La rivendicazione di uno spazio di sicurezza dove pedalare in città, ma non solo.
Quello della “ciclabile umana Italia” è stato un evento diffuso che ha reso visibili i ciclisti, categoria puntualmente additata come male di tutti i problemi della viabilità: quando invece una persona che sceglie la bici per spostarsi andrebbe solo ringraziata, come ha sottolineato anche Mario Tozzi in un suo post su Facebook, proprio da quelle stesse persone che quando sono in auto il ciclista invece lo odiano e dicono di volerlo eliminare dalla strada. Cosa che puntualmente, con una frequenza preoccupante, continua ad accadere sulle strade di un paese che considera chi pedala meno di zero.
Salve, vorrei segnalare alla redazione questo articolo del Post (https://www.ilpost.it/2022/12/06/quanti-morti-bicicletta-italia) in cui si riporta erroneamente (per pressappochismo?) che le manifestazioni delle ciclabili umane sono fatte per protestare contro l’infrastruttura della corsia ciclabile, e non per chiederne una maggiore tutela. Sarebbe opportuno comunicare loro il vero senso di queste manifestazioni, così che possano correggere l’articolo ed evitare di distorcere la posizione degli attivisti.
Grazie per la segnalazione: per segnalarlo alla redazione de Il Post l’indirizzo è mail[at]ilpost.it
Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it
Sarei più per soluzioni riguardanti l’uso di tecnologie , per la sicurezza,da applicare a tutti i mezzi. telecamere, sensori e altro da installare su ogni autoveicolo per segnalare l’approssimarsi di un pedone, ciclista…con conseguente manovra eventualmente anche automatica per evitare impatto.
iniziativa lodevole non se ne può !!!!!!!! più!!!!!!
Complimenti a tutti gli organizzatori e ai partecipanti.sulle piste ciclabili in città,ci sarebbe da riflettere su come siano state finora realizzate,sarebbe molto meglio utilizzare i fondi per realizzare piste ciclabili extraurbane,dove i rischi di incidenti mortali sono in assoluto quelli più frequenti.
ci sono cose quasi banali e costo zero ,come riempire di cartelli stradali le strade per avvisare della presenza delle bici,la pulizia delle cunette e la delimitazione con striscie continue evidenziate,dove normalmente transitano le bici