Milano – Più di 300 persone questa mattina, tra le 7:30 e le 9, hanno partecipato alla realizzazione della ciclabile umana in Viale Monza per proteggere con i loro corpi e con le loro bici i cittadini che pedalavano per andare a scuola e al lavoro. L’iniziativa ProteggiMI, indetta dai cicloattivisti e supportata da diverse realtà locali attente al tema della mobilità in bicicletta, è stata un successo.
Un evento, quello di oggi, pensato da tempo che si è tenuto però a pochi giorni dall’investimento mortale in bicicletta del giovanissimo Luca Marengoni, 14 anni, investito e ucciso dal tram a pochi metri dal suo liceo dove frequentava il primo anno. Un fatto che ha scosso l’opinione pubblica e portato all’attenzione di tutti il tema della sicurezza stradale di chi pedala a Milano.
La ciclabile umana in Viale Monza
La ciclabile umana in Viale Monza si è cominciata a formare intorno alle 7:30 – seguendo le istruzioni per l’uso che gli organizzatori avevano pubblicato sulla pagina Facebook dell’evento – molti dei partecipanti si sono svegliati all’alba e sono arrivati in bici anche dall’hinterland e dall’altra parte della città pur di prendere parte a questo flash mob.
#ProteggiMI
— Pinar Pinzuti (@PinarPinzuti) November 10, 2022
Human-protected bike lane protest in Viale Monza, Milano pic.twitter.com/KJqudPk9pt
Flash mob per la sicurezza stradale
Questa mattina la bike lane di Viale Monza, nel tratto compreso tra gli incroci con Via Popoli Uniti e Via Martiri Oscuri, è stata protetta da oltre 300 persone che hanno impedito agli automobilisti in transito di invadere la ciclabile almeno per qualche centinaio di metri, rivendicando il diritto di pedalare in sicurezza e chiedendo al sindaco Beppe Sala e all’assessora alla Mobilità Arianna Censi misure concrete per l’incolumità dei ciclisti urbani, in primis l’istituzione dei 30 km/h in città.
![Ciclabile umana in viale monza milano proteggimi sicurezza stradale ciclisti](https://www.bikeitalia.it/wp-content/uploads/2022/11/Ciclabile-umana-in-viale-monza-Milano-sicurezza-stradale-ciclisti.jpg)
![Cicloattivisti Milano ciclabile umana in viale monza proteggimi](https://www.bikeitalia.it/wp-content/uploads/2022/11/ProteggiMI-cicloattivisti-viale-monza-ciclabile-umana.jpg)
“La città è pronta a cambiare”
Lo ha confermato a Bikeitalia il gruppo dei cittadini-organizzatori del flash mob a cui questa mattina abbiamo preso parte anche noi: “Ci aspettavamo tanta gente ma siamo andati oltre le aspettative. Centinaia di persone si sono alzate molto presto questa mattina per difendere un’idea di città: la città delle persone. È un segno che la città è pronta a cambiare. All’Amministrazione chiediamo non solo parole di sostegno ma chiediamo di agire adesso perché il tempo sta finendo”.
Milano Città 30 km/h
Cosa chiedete in particolare? “Chiediamo di fare di Milano una Città 30 km/h: è l’azione onnicomprensiva e con effetti e ricadute di ogni tipo. Lo hanno già fatto Barcellona, Madrid, Parigi, Bruxelles: l’ha annunciato per giugno 2023 Bologna la scorsa settimana, lo ha dichiarato Parma ieri. Quand’è il tempo di Milano? Adesso, per favore”.
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![La ciclabile umana in viale monza vista dall'alto](https://www.bikeitalia.it/wp-content/uploads/2022/11/La-ciclabile-umana-in-Viale-Monza-a-Milano.jpg)
A Vienna (Austria) le zone abitative o nei pressi delle scuole sono a 30Km/H, le piste ciclabili generalmente ben separate dalla carreggiata automobilistica, e spesso sono (lecitamente) anche in direzione contraria a quella delle automobili. In più ci sono anche le rotaie dei tram. Tuttavia giornalmente moltitudini di persone vanno in bicicletta. Non ho mai sentito nessun automobilista lamentarsi parlando di violenza ideologica, quando viaggiando in città deve entrare in zone a 30/km/h o, entrando dalle statali nei centri abitati dei paesi abbassare la velocità prima a 50Km/H, e poi a 30 Km/H. Forse è questione di cultura e solidarietà verso l’utente più vulnerabile (ciclista, pedone), o magari semplice paura delle sanzioni, o forse in Italia vige un certo egoismo/individualismo, pensiamo solo a noi e che sia in macchina o in bicicletta facciamo ciò che ci pare meglio senza pensare agli altri (io so io l’altri no so….)
Però per favore, quelli che a prescindere dal mezzo si fanno i comodi loro almeno non dicano a chi si comporta correttamente e cerca soluzioni possibili di accendere il cervello, magari valutate se per caso non dovete fare il contrario.
Commenti agghiaccianti…pure qui! Totale ignoranza dei più semplici principi della mobilità leggera… Ho i brividi :(
Quello che a mio avviso fa la differenza nel ragionamento c’è si sta portando avanti, e che non è stato fino ad ora considerato è l’errore umano che uccide quando a commetterlo è una persona al volante di un’auto, soprattutto a 50km/h. Non si vieta alle auto di circolare ma si fa riduzione del danno.
Negli ultimi mesi a Milano abbiamo visto morire un ragazzino di 12 anni e uno di 14..
E poi ci sono i temi ambientali e di salute pubblica.
È ora di cambiare.
E poi c’è l’inquinamento
Il limite di 30km/h non risolve niente anche perché volerai sempre lontano dalla bicicletta in caso di collisione. Per risolvere il problema bisogna dividere lo spazio per le auto, biciclette e pedoni con le apposite protezioni. Disegnata la corsia per le bici cosi come in viale Monza è un assurdo, una corsia e mezza per le auto che stanno in coda ed inquinano e le biciclette che non hanno nessuna sicurezza soprattutto con il parcheggio a destra.
Un conto è voler spazi sicuri per le bici (qualcosa che posso condividere), un conto è voler penalizzare le auto in favore delle bici: questa è una VIOLENZA BELLA E BUONA.
Io la macchina la uso poco (una volta ogni 7 gg circa) perchè sono passato ad un motorino elettrico, ma quotidianamente vedo una marea di indisciplinati in bici che si fanno un baffo delle più elementari regole di circolazione stradale.
Perchè Motorino? Perchè richiede una PATENTE e una ASSICURAZIONE, inoltre la ciclistica di un motorino è molto meglio di quella di una bici ed in una città come Milano con buche che sembrano crateri, pavè e rotaie conta…
Per quanto riguarda la richiesta di portare il limite a 30Km in città è un approccio ideologico e come tale stupido.
Sarebbe anche ora di smetterla di demonizzare le auto ed iniziare ad usare il cervello.
Infine ma non meno importante: non è detto che ciò che fanno altrove sia la soluzione da adottare qui da noi, non è detto che le condizioni siano le stesse: ancora una volta questo cervello lo vogliamo accendere?
Si potrebbe scrivere un libro su questi poveri automobilisti vessati che commettono qualche infrazione, anche in un solo viaggio al lavoro in bici. Le due cose come dice Manuel sono imparagonabili!
A parte in numeri, l’auto ammazza, la bici no. E attenzione: chi va in bici sa benissimo che se fa una cazzata è possibile che ci rimetta la pelle, quindi sta attento.
In auto non hai questa percezione di pericolo e quindi “ti concedi” qualche rischio in più, ecchessaràmmai se vado a 80 o a 50 kmh, anche a 80 ti sembra ti essere fermo!
Spesso si parla delle auto che pressano i ciclisti, invadono le corsie ciclabili ecc. ma nessuno dice niente dei ciclisti che vanno un po’ come vogliono loro: sui marciapiedi, uscendo in mezzo la strada all’improvviso, attraversando strisce pedonali a piena velocità senza scendere dalla bici..
Il flash mob in Viale Monza è stato fatto per chiedere all’amministrazione di Milano misure concrete per la sicurezza di chi pedala in città, in primis il limite di 30 km/h per rendere le strade più sicure per tutti. Statisticamente, oltre a essere molti di più, sono i comportamenti aggressivi di chi guida un’auto a mettere in pericolo nella maggior parte dei casi chi pedala e chi va a piedi, non viceversa. Certo, esistono anche persone in bicicletta che non rispettano le regole ma non si possono mettere sullo stesso piano: la pericolosità è direttamente proporzionale alla massa del mezzo guidato – una bici pesa tra i 7 (bdc) e i 25 kg (e-bike), un’utilitaria + 1.000 kg, un Suv + 2.000 kg – oltreché dalla velocità. E sopra i 50 km/h la collisione con un’auto è nella maggior parte dei casi fatale sia per chi è in bici sia per chi è a piedi.
Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it