La Ciclabile Umana è una forma di protesta creativa che in Italia è partita da Milano a novembre del 2022 e poi si è diffusa in altre città. Oggi, 24 gennaio 2023, il flash mob dei cicloattivisti si è tenuto per la terza volta a Milano, per la seconda a Roma, per la prima a Torino e anche a Firenze, Cagliari, Treviso; e a Napoli in serata, dove è diventata la manifestazione delle “strisce pedonali umane”. Bologna aveva già realizzato la sua prima Ciclabile Umana qualche giorno fa.
Ciclabile Umana: Milano e le altre
Il successo del format della Ciclabile Umana – centinaia di partecipanti nelle principali città, in pieno inverno e alle 7:30 di mattina – dimostra che c’è una grande voglia di riaffermare il diritto di pedalare in città e, soprattutto, di poterlo fare in sicurezza. Senza le bici e i corpi degli attivisti quelle stesse corsie ciclabili diventate “umane e protette” per due ore sarebbero restate, come sempre, in balìa della sosta selvaggia e dell’invasione costante da parte di chi guida un mezzo a motore.
Diritto di pedalare in città
La Ciclabile Umana rappresenta dunque un’iniziativa che rivendica spazio per chi pedala in città e chiede percorsi ciclabili sicuri e connessi tra loro. Ma la protezione su strada non la dà un cordolo o una separazione fisica sempre e comunque tra i flussi di traffico: uno dei fattori che fa la differenza in città è la velocità a cui viaggiano i mezzi più pesanti e potenzialmente pericolosi. Non a caso il tema delle Città 30 km/h è strettamente collegato con la Ciclabile Umana: le strade potranno riempirsi di persone in bicicletta se la velocità – e il numero delle auto – sarà drasticamente ridotto.
Città 30 km/h e sicurezza stradale
E se qualcuno dice che non è possibile farlo – adducendo motivazioni fantasiose, capziose o risibili – va ribadito il fatto che nelle nostre città dove il limite di velocità urbano è 50 km/h ogni giorno si verificano investimenti mortali agli incroci, in corrispondenza degli attraversamenti o ai margini della carreggiata da parte di chi guida un’automobile con noncuranza e incoscienza. E che abbassando il limite da 50 a 30 km/h si ridurrebbero sensibilmente anche collisioni, feriti e morti.
L’iniziativa della Ciclabile Umana rappresenta una sprizzata di vitalità in un panorama asfittico e incattivito: in città dove il massiccio traffico motorizzato appesta l’aria e ingrigisce le facciate dei palazzi. In una società in cui per rivendicare il diritto di pedalare in sicurezza bisogna proteggere la corsia ciclabile con il proprio corpo.
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