Anno Domini 2024, la sicurezza sulle strade diventa una preoccupazione anche nell’ambito del ciclismo professionistico e l’UCI introduce nuove regole per salvaguardare i ciclisti. Le risoluzioni sono state prese in base alle raccomandazioni elaborate da SafeR, la struttura appena costituita per risolvere le questioni dedicate alla sicurezza e che comprende i rappresentanti di tutte le parti interessate del ciclismo.
Siamo nella settimana dei Mondiali di Ciclismo che si corrono a Zurigo, nella gara cronometro nella categoria Élite ha vinto il “solito” Evenepoel davanti agli splendidi azzurri Filippo Ganna e Edoardo Affini rispettivamente medaglia d’argento e bronzo. Nella gara femminile ha vinto l’oro olimpico Grace Brown, seguita da Demi Vollering, seconda anche a Parigi, e Chloe Dygert.

Come è stata tutelata la loro sicurezza? Non molto, mi azzarderei a dire, vista la discesa tortuosa, troppo tecnica e troppo veloce che è costata la gara a Jay Vine.
Eppure l’UCI ha creato nuove regole per salvaguardare i ciclisti. Vediamole.
Le ammonizioni e i cartellini
Dal 1° agosto 2024 è stato introdotto un sistema di “cartellini gialli” per migliorare la sicurezza nelle gare su strada professionistiche maschili e femminili. Questo sistema, nelle intenzioni, intende fungere da deterrente e penalizzare i comportamenti pericolosi e scorretti di corridori e membri del convoglio gara (direttori sportivi, autisti, motociclisti…). I cartellini non sono fisici, ma vengono elencati nel comunicato ufficiale post-gara. Sono 21 le infrazioni individuate dall’UCI per cui possono essere assegnati i cartellini.

Durante la fase di prova (fino al 31 dicembre) i cartellini gialli possono già essere utilizzati negli eventi UCI WorldTour e UCI Women’s WorldTour, ma non verranno applicate sospensioni per accumulo di cartellini. Dal 2025, il sistema verrà esteso agli eventi UCI WorldTour, UCI Women’s WorldTour, ProSeries, Giochi Olimpici e Campionati del Mondo, con sanzioni che includono sospensioni per accumuli di infrazioni ripetute. Non esiste il cartellino rosso perché la squalifica dalla gara è già prevista dal regolamento esistente.
In una crono questo sistema evidentemente non ha molta rilevanza.
Restrizione sull’uso degli auricolari durante le gare
Questo è il punto per me più interessante: stop agli auricolari durante la corsa. Le radioline, già vietate alle Olimpiadi, agli Europei e ai Mondiali, potrebbero in futuro essere vietate anche durante i Grandi Giri e le Classiche.
Perché questa decisione? Le discussioni all’interno di SafeR hanno portato alla conclusione che gli auricolari possono rappresentare sia una fonte di distrazione per i corridori sia un pericolo fisico, poiché le unità radio sono montate sulle loro schiene, costituendo un rischio quando un numero elevato di squadre chiede simultaneamente ai propri corridori di avanzare verso la testa della corsa.
Ora so già che si polarizzeranno due fazioni: quella pro radio e quella contro. Togliere le radio dalle orecchie dei ciclisti significa, forse, lasciare più libertà ai corridori che, non potendo sentire le direttive delle ammiraglie, potranno essere un po’ più umani, nelle imprese, quanto nei fallimenti.
L’assenza delle voci nelle orecchie sembra dare spazio a una maggiore autonomia del corridore. Una versione romantica del ciclismo che riporta al passato quando i direttori sportivi dovevano urlare dal finestrino.
La prova in linea a Zurigo, senza auricolari
Proviamo a immaginare la gara in linea di domenica prossima. La squadra slovena correrà per Pogačar. Tutta la squadra. Anche Roglič? Con le direttive nelle orecchie, Roglič – che per la cronaca ha affermato che ovviamente correrà per il compagno – si adatterebbe senza discussioni alle strategie del team. Ma cosa potrebbe accadere domenica se il numero due sloveno sentisse di potercela fare? Se decidesse di scattare e di provare a lasciare indietro il suo capitano? Nessuno potrebbe riportarlo a più miti consigli e chissà, forse potremmo assistere a una combattuta sfida tra i due. Stiamo probabilmente immaginando una trama fantasy, mi rendo conto. Ma sognare non costa nulla, giusto?
Ancora non si sa se questa norma verrà estesa alle gare del prossimo anno perché si attendono i feedback di tutte le parti interessate. Invece di un divieto assoluto, infatti, si potrebbe anche prevedere un cambiamento nel modo in cui vengono utilizzati gli auricolari, come ad esempio limitare il loro uso a due corridori per squadra. Una valutazione complessiva sarà effettuata da SafeR alla fine della stagione, prima di essere presentata al Consiglio del Ciclismo Professionistico e poi al Comitato Direttivo UCI, in vista di una decisione sull’uso futuro degli auricolari.
Altri provvedimenti per la sicurezza nel ciclismo: la zona sprint e la semplificazione del calcolo dei distacchi

Tra le altre norme per la sicurezza ce ne sono due evidentemente pensate per le volate. L’UCI infatti consente agli organizzatori di richiedere una modifica alla “regola dei tre chilometri”, che assegna ai corridori coinvolti in incidenti negli ultimi tre chilometri il tempo del gruppo con cui stavano pedalando. Su richiesta, questa zona può essere estesa fino a cinque chilometri, per ridurre i rischi causati da infrastrutture per la moderazione del traffico. Qualsiasi variazione deve essere concordata prima della gara. L’obiettivo è alleviare la pressione sui corridori nella fase finale della competizione.
L’UCI sta testando anche un metodo semplificato per calcolare i distacchi di tempo nelle tappe con arrivo in volata. Attualmente, un secondo di distacco separa i gruppi, ma dal 2018, su richiesta, può essere esteso a tre secondi per il gruppo principale. SafeR ha proposto di applicare questa regola dei tre secondi a tutti i gruppi, tranne le fughe, per ridurre la pressione sui corridori non in volata, diminuendo i rischi.
Ma davvero si salvaguarda l’incolumità dei ciclisti?

Ma sono norme efficaci queste? Viste le cadute della stagione, non ultima quella di Vine proprio nella crono dei Mondiali, non sembrano rappresentare la soluzione definitiva. Penso infatti ad altre situazioni che meriterebbero attenzione da parte dell’UCI: la presenza di tifosi infervorati che sulle cime inseguono i ciclisti, li toccano o lanciano loro sacchetti di patatine; i patiti del selfie che si lanciano in mezzo alla strada o sporgono lo smartphone dalle transenne. Rifletto anche su certi asfalti non proprio perfetti visti durante alcune gare e alle stagioni caratterizzate da temperature infernali. Penso soprattutto ai tracciati estremi, in nome dello spettacolo a tutti i costi, che della sicurezza sembrano non preoccuparsi per niente.
Ecco, a mio parere vietare le radioline durante le competizioni non migliorerà l’incolumità dei ciclisti, ma forse renderà la gara più frizzante e ci riporterà a vedere corridori meno automi e più autonomi.
secondo me dovrebbero regolamentare le radio, con l’organizzazione/giuria che manda messaggi in broadcast/multicast per la sicurezza e per eventuali problemi stile radio corsa.
poi i ciclisti/le cicliste potrebbero tranquillamente usarla per parlare fra loro o per avvisare l’ammiraglia di eventuali problemi.
e invece l’ammiraglia, per parlare a cicliste/ciclisti dovrebbe prima chiedere all’organizzazione/giuria il permesso, come quando devono avvicinarsi al gruppo per dare l’acqua a cicliste/ciclisti.
Da inguaribile romantico non posso che gioire se l’UCI davvero eliminasse le radio. Forse potremmo assistere, durante i grandi giri, a qualche tappa più movimentata, a qualche fuga più interessante, a qualche battaglia più esaltante.
Mi viene in mente Pantani ad Oropa nel 1999 in cui, inconsapevole di essere già davanti a tutti, continuò a spingere sui pedali per recuperare, scrivendo una delle più memorabili pagine della storia del ciclismo. Se fosse stato in contatto radio con l’ammiraglia non sarebbe successa la stessa cosa. Avrebbe vinto comunque la tappa, ma probabilmente non allo stesso modo.
E se i tifosi autori di gesti scorretti nei confronti dei corridori potessero essere rintracciati e perseguiti legalmente anche 48 ore dopo l’evento, come succede per esempio per i tifosi di calcio?
Il lanciatore di patatine e simili magari ci penserebbero volte …
Gent.ma Barbara,
condivido il parere sulle radioline ma faccio fatica a porre sullo stesso piano regole e sanzioni regolate e applicabili dall’alto (per le volate, per le scorrettezze, ecc…) a quelle lasciate all’intelligenza dei singoli; come si può vietare e quindi rendere più sicuro il tratto in salita se gli imbecilli ci sono sempre? Mettere transenne per chilometri su strade generalmente già strette forse non è fattibile, isolare i deficienti nemmeno.
Diverso l’aspetto legato all’asfalto e ai percorsi VOLUTAMENTE pericolosi, qui gli enti organizzatori potrebbero avere voce in capitolo.
Buon lavoro.