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La Vuelta è bollente. È forse arrivato il momento di rivedere i calendari?

La Vuelta è bollente. È forse arrivato il momento di rivedere i calendari?

La Vuelta 2024, nella sua prima settimana, si è caratterizzata per essere un’edizione bollente.

Sportivamente, visto che ogni giorno cambiano i pronostici e l’arrivo in solitaria di Adam Yates ha rimesso in gioco le speranze della UAE, che si era dovuta rassegnare al ritiro di João Almeida per Covid. Intanto Ben O’Connor si tiene ben stretta la Maglia Rossa.

Climaticamente, perché durante le prime tappe di sono spesso superati i 35 gradi, con picchi oltre i 40 durante la tappa 7 da Archidona a Cordoba. Un caldo tale in Estremadura, che si è reso necessario l’intervento dei bomberos armati di idranti per bagnare il percorso e, soprattutto, i ciclisti in gara.

I colpi di calore alla Vuelta

Il Team Bahrain Victorius ha perso il suo corridore di punta, Antonio Tiberi, che fino a sabato era quarto nella classifica generale, proprio per un colpo di calore. Thymen Arensman (INEOS), pur essendo riuscito a concludere la tappa, ha avuto bisogno dell’assistenza medica.

Altri ciclisti, come Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny) hanno ammesso che il caldo ha influenzato negativamente la prova, soprattutto sulle prime salite.

In pratica i partecipanti della Vuelta arrivano già stremati alla settimana dei Pirenei, dove però, per fortuna, dovrebbero trovare temperature più basse.

Ma perché ne parliamo?

Se affrontiamo l’argomento in termini di competizione, ci chiediamo se i risultati non siano in qualche modo inficiati dalle temperature. Perché è vero che sono professionisti e che ci sono tra loro alcuni corridori che resistono al caldo molto meglio (uno su tutti? Tadej Pogačar, si pensi alla prestazione al Tour). Ma molti altri si ritrovano a buttare la preparazione di un anno per colpa di un calendario che li obbliga a correre in periodi e orari “televisivi”, sotto il sole a picco e soffocati da temperature elevate. Ovvero, esattamente quando sarebbe sconsigliato.

Adam Yates Tappa 9 della Vuelta 2024 – crediti Unipublic Sprint Cycling Agency

Soluzioni per questa Vuelta bollente?

L’unica che ci pare sensata è lo spostamento del calendario. E questo vale anche per il Tour de France. Infatti, se nel 2022 si discuteva della possibilità di spostare gli orari delle tappe del Tour de France a causa della canicule, nel 2023, dopo l’ondata di calore che colpì l’Auvergne (più di 50 gradi all’arrivo di una tappa) si arrivò a domandarsi se luglio fosse ancora il mese giusto per correre la Grande Boucle.

A maggior ragione la domanda si ripropone con la Vuelta, che si corre in una Spagna colpita negli ultimi anni da siccità e da ondate di calore che per tutta l’estate portano le temperature abbondantemente oltre i 40 gradi. Si consideri che in Spagna nel 2023 sono morte ben 2.155 persone per le alte temperature (dati dell’Istituto nazionale di Ricerche Csic – Agencia Estatal Consejo Superior de Investigaciones Científicas). Si può andare avanti così?

Sappiamo che cambiare le date dei grandi Giri non è semplice, sia per la presenza di moltissime competizioni da incastrare, sia per la complessità dei Tour, che richiedono tempi lunghi di preparazione. Ma potrebbe essere un primo passo.

Il clima è bollente, non solo la Vuelta

Il vero problema che vogliamo affrontare, però, non è il calendario della Vuelta. Che è importante, certo, soprattutto per la salute degli atleti che merita di essere tutelata, ma è solo il dito, non la luna.

Il calendario infatti è per noi il pretesto per sottolineare, ancora una volta, quanto il cambiamento climatico stia cambiando la nostra vita quotidiana, non solo quella sportiva e ciclistica.

L’estate del 2024 ha visto un numero record di ondate di caldo in Europa, con temperature eccezionalmente alte che hanno battuto i record in molti paesi. In particolare, alcune regioni hanno subito diverse ondate di calore consecutive, con Grecia e Italia tra le più colpite.

La Grecia ha vissuto una delle ondate di caldo più lunghe mai registrate, con temperature che hanno superato i 40°C per 16 giorni consecutivi. Complessivamente, l’Europa ha registrato aumenti delle temperature medie superiori alla norma, con l’Adriatico che ha toccato punte di quasi 30°C.

Ondate di calore in Europa
crediti Meteoblue

Il riscaldamento globale continua quindi a superare ogni record, diventando sempre più intenso. Secondo il servizio Copernicus sui cambiamenti climatici, per la prima volta da quando si tengono registri, per dodici mesi consecutivi le anomalie della temperatura media globale hanno superato il limite di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi. Questo limite rappresenta una soglia critica: oltrepassarlo significa entrare in un territorio dove si possono attivare fenomeni potenzialmente distruttivi per la nostra società.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità inoltre ha riportato che le temperature in Europa stanno aumentando a un ritmo doppio rispetto alla media globale. A luglio 2024, la temperatura media globale ha raggiunto un record di 17,16°C, segnando un nuovo massimo storico. Le ondate di caldo e il cambiamento climatico hanno portato a gravi conseguenze sulla salute, con l’Europa che ogni anno perde circa 175.000 vite a causa del calore estremo.

Cosa fare?

I fattori che influenzano il clima sulla Terra sono ben noti: la disposizione dei continenti, le correnti oceaniche, i cicli astronomici, la radiazione solare e la concentrazione di gas serra nell’atmosfera. Come ci ha spiegato spesso Mario Tozzi, i primi quattro agiscono su scale temporali di milioni o migliaia di anni, mentre l’ultimo, i gas serra, può variare in pochi anni o decenni ed è l’unico che possiamo effettivamente modificare.

Come? Smettendo di usare in modo massiccio i combustibili fossili. Andando in bicicletta, ad esempio. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e agire per invertire questa tendenza prima che sia troppo tardi. La colpa è nostra e ignorare il problema non porterà a soluzioni.

Crediti foto dei Bomberos (in apertura e nella gallery: Unipublic Cxcling Toni Baixauli)

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