Ieri 25 settembre 2024, nel giorno in cui Michele Scarponi avrebbe compiuto 45 anni, la Fondazione a lui intitolata ha annunciato un’azione legale nei confronti di Vittorio Feltri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Lombardia e direttore editoriale del Giornale. La Fondazione, come si legge nel post pubblicato su Facebook, depositerà una denuncia querela nei confronti di Feltri per aver pronunciato questa frase: “I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti“.
La Fondazione Scarponi querela Feltri
Parole che hanno profondamente ferito non solo la famiglia Scarponi – peraltro proprio nel giorno del compleanno dell’indimenticato corridore di Filottrano – ma anche tutte le famiglie delle vittime della strada: “Oggi, nel giorno in cui avrebbe dovuto compiere 45 anni, Michele è stato ucciso una seconda volta dalle parole violente di Vittorio Feltri. Tanti familiari di vittime sulla strada come noi sono state colpite dritte al cuore senza pietà. Ci resta difficile capire il perché di tale violenza incomprensibile. Ci sentiamo smarriti”, si legge sul post che annuncia la querela nei confronti di Feltri.
Le parole violente che feriscono
Le dichiarazioni di Vittorio Feltri, secondo la Fondazione Michele Scarponi, hanno rappresentato una “seconda uccisione” di Michele, l’Aquila di Filottrano. Parole così forti da essere paragonate a una nuova ferita, inflitta nel giorno del compleanno che avrebbe dovuto essere un momento di ricordo sereno.
La Fondazione, che si impegna attivamente nella promozione della sicurezza stradale e nel rispetto a partire dagli utenti più fragili, ha espresso sgomento per la violenza verbale di Feltri. Dichiarazioni che colpiscono direttamente “al cuore”, non solo la famiglia Scarponi, ma anche molte altre famiglie che hanno vissuto il dramma di perdere una persona cara a causa della violenza stradale.
Un attacco alla cultura del rispetto
“Riteniamo che frasi come queste – dette peraltro da chi ha la responsabilità di rappresentare una grande cassa di risonanza mediatica in tutto il Paese – siano gravissime e non ammissibili, rappresentino una evidente istigazione a delinquere e arrechino gravi danni ad Associazioni come la nostra che si battono per diffondere la cultura del rispetto e della legalità sulle strade”, prosegue il messaggio della Fondazione, il cui segretario generale è Marco Scarponi, fratello di Michele.
Questo tipo di dichiarazioni, come afferma la Fondazione, è tanto più grave se consideriamo il ruolo di grande risonanza mediatica che Feltri occupa nel panorama giornalistico italiano. Le parole hanno un peso, e chi ricopre una carica pubblica ha una responsabilità maggiore e deve calibrare il proprio linguaggio per evitare di alimentare sentimenti di odio o violenza.
La decisione di intraprendere un’azione legale
“Per questo abbiamo dato mandato al nostro avvocato Tommaso Rossi di predisporre una denuncia querela che presenteremo alla competente Procura della Repubblica. Basta”, annuncia la Fondazione. La decisione di ricorrere alle vie legali nasce proprio dall’esigenza di mettere un freno a simili dichiarazioni e di tutelare il lavoro svolto da associazioni come la Fondazione, impegnate nella sensibilizzazione per la sicurezza stradale e nella tutela delle vittime.
Con la querela contro Vittorio Feltri, la Fondazione Michele Scarponi vuole lanciare un messaggio chiaro: è ora di dire basta alla violenza verbale e all’irresponsabilità soprattutto di chi, come giornalisti e opinionisti, ha il potere di influenzare l’opinione pubblica. Solo attraverso il rispetto, la cultura della legalità e la responsabilità dei media è possibile costruire un futuro più sicuro sulle nostre strade.
Arrivate oltre 13 mila richieste di dimissioni
Intanto, nel momento in cui pubblichiamo questo articolo, prosegue il mail bombing partito ieri per chiedere le dimissioni di Vittorio Feltri da consigliere regionale della Lombardia. A quanto risulta a Bikeitalia – e come scrive anche il Corriere della Sera – nelle caselle di posta elettronica dei consiglieri lombardi e del presidente Attilio Fontana sono arrivati oltre 13 mila messaggi con la richiesta di dimissioni.
Solo (un imbarazzato e imbarazzante) silenzio da parte del governo, di Fratelli d’Italia e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
[Fonte]
Nell’immagine di anteprima sulla sinistra Marco Scarponi – segretario generale della Fondazione e fratello di Michele
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……come minimo le dimissioni…è pure consigliere ti hanno fatto..!. è ora che si ritiri in pensione….mi meraviglio che Giorgia non sia ancora intervenuta..sono anch io
un cicloamatore .appoggio in pieno la fondazione del grande Michele Scarponi..
Ci vogliono vent’anni a dei genitori responsabili per fare un uomo e solo un attimo per questo uomo di fare di se stesso un idiota con una frase di una irresponsabilità raccapricciante. Complimenti Feltri!
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Cosa volete dire ad uno pseudo giornalista ed ancor più pseudo politico che non si capisce neanche per se quando parla!!!
Vergona,vergona,vergogna.
vi ricordate quando fratelli d Italia lo voleva presidente della repubblica? e non si vergognano neanche adesso dopo queste farneticanti esternazioni
Le recenti dichiarazioni di Vittorio Feltri sono un colpo basso non solo per il nostro sport, ma per tutta la società civile. Come dirigente ciclistico, non posso e non voglio rimanere in silenzio di fronte a parole così irresponsabili e dannose.
Il ciclismo è vita, passione e sacrificio. Dai professionisti ai giovanissimi e ai cicloamatori, dalle famiglie agli appassionati, milioni di italiani pedalano ogni giorno. Ogni vita su due ruote è preziosa e merita rispetto.
Nel Salento e non solo abbiamo perso tanti amici che hanno lasciato le loro anime sull’asfalto, troppi. Queste dichiarazioni sono una offesa alla vita oltre che alla libertà. Non possiamo permettere che il dolore di chi ha perso i propri cari venga banalizzato o, peggio ancora, deriso.
Il silenzio delle istituzioni è preoccupante quanto le parole di Feltri. Il nostro sport ha pagato un prezzo troppo alto in vite umane per poter tollerare una tale leggerezza.
Chiediamo con forza:
Un impegno concreto per la sicurezza stradale da parte del governo.
Il ciclismo italiano ha una storia gloriosa e un futuro brillante. Non permetteremo a nessuno di mettere in pericolo i nostri atleti, giovani promesse o semplici appassionati con parole sconsiderate.
Continueremo a pedalare, a gareggiare e a promuovere questo meraviglioso sport. Ma lo faremo alzando la voce per la sicurezza e il rispetto che meritiamo, in memoria di chi non può più farlo.
La strada è di tutti. La sicurezza è un diritto. Il rispetto è un dovere. La libertà di pedalare è sacrosanta.
Pedaliamo uniti verso un futuro più sicuro e consapevole, onorando la memoria di chi abbiamo perso e proteggendo chi ancora pedala con noi.
Questi soggetti pubblici/politici non servono per migliorare la qualità di vita dei Cittadini. Non prendere subito le distanze da dichiarazioni come queste da parte di chi comanda il Paese e la Regione è un fatto molto grave.
sono d’accordo con chi chiede le dimissioni di Vittorio Feltri.
È un borioso arrogante, che dall’alto del suo “piedistallo”, non fa altro che insultare e offendere le persone.