In un panorama in cui molte città italiane promuovono la mobilità sostenibile, alcune scelte sembrano andare in controtendenza. Un esempio emblematico è il ponte ciclopedonale che collega Trebbo con Calderara di Reno, parte della Ciclovia del Sole. Il 3 ottobre 2024, il ponte è stato declassato a semplice passaggio pedonale, imponendo ai ciclisti di condurre la bicicletta a mano. Questo collegamento nato anche come “ricucitura ciclabile” tra la Ciclovia del Sole e la Ciclovia del Reno, vede ora l’installazione di cartelli che limitano l’uso della struttura per le due ruote. La scelta ha sollevato critiche da parte dei ciclisti che qualche giorno fa hanno protestato con le loro bici davanti ai cartelli “cicli a mano” per chiedere il divieto di pedalare sul ponte sia rimosso.
In seguito alla pubblicazione di questa notizia su Bikeitalia sono arrivate alcune segnalazioni proprio da voi lettori, perché pare che in Italia le ciclabili e le infrastrutture nate (anche) per essere pedalabili ma vietate alle bici siano presenti un po’ macchia di leopardo. Eccone 3 emblematiche che ci avete segnalato: se leggendo questo articolo ve ne vengono in mente altre potete aggiungerle nei commenti!
Cagliari: bici a mano per la passeggiata di Su Siccu

A Cagliari, la passeggiata sul mare di Su Siccu è stata recentemente riaperta dopo dieci mesi di lavori, con un tratto di 520 metri che collega via Roma a Sant’Elia. Nonostante l’entusiasmo, biciclette e monopattini devono essere condotti a mano su tutto il percorso. La ristrutturazione, costata 1,73 milioni di euro, ha reso la struttura più sicura e accessibile per pedoni e carrozzine, ma ha imposto restrizioni severe ai mezzi a due ruote. Una potenziale ciclabile fantastica ma vietata alle bici.
L’intervento ha coinvolto la sostituzione del piano di calpestio, utilizzando legno “Massaranduba”, e il rinforzo delle strutture in acciaio e cemento armato, rendendo la passeggiata più resistente. Inoltre, la pavimentazione recuperata in buono stato è stata donata a una società sportiva. Il segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale, Natale Ditel, ha sottolineato l’importanza della riqualificazione, nonostante i ritardi causati dalla difficoltà di approvvigionamento dell’acciaio. Ora, i cittadini potranno godere del percorso, con la speranza che l’uso sia più responsabile rispetto al passato.
Le Torbiere del Sebino: bici vietate anche a mano

Un altro esempio di limitazione al transito delle due ruote a pedali riguarda la Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, dove le biciclette sono ora vietate su tutto il territorio, anche se condotte a mano. La decisione, presa dalla Comunità della Riserva in accordo con la Provincia di Brescia, ha cancellato definitivamente la pista ciclabile del Percorso Sud tra Provaglio d’Iseo e Corte Franca, parte della vecchia Ciclovia Brescia-Paratico. Le polemiche sull’impatto ambientale del percorso erano iniziate già da anni, portando infine a questa scelta. Ora, la Ciclovia della Cultura passa attraverso il promontorio di San Carlo, un’alternativa scenografica ma priva delle tutele ambientali delle Torbiere.
Questa decisione segna la conclusione di un lungo iter burocratico iniziato nel 2022, quando il Consiglio di Gestione aveva bloccato l’accordo con la Provincia per la mancanza di una valutazione ambientale adeguata. Nel 2023, il direttore dell’ente, Nicola Della Torre, aveva espresso parere negativo sulla compatibilità della ciclabile con il Piano di Gestione della Riserva. Con l’esclusione delle biciclette, gli “Amici della Riserva” e Legambiente Franciacorta esultano, poiché ritengono che il nuovo tracciato pedonale tutelerà meglio l’integrità ambientale dell’area protetta.
Ciclopista sospesa del Garda: impossibile arrivarci pedalando

C’è poi un’altra infrastruttura ciclabile che si candidava ad essere la più panoramica del mondo – e per certi versi lo è – ma che è difficile da raggiungere solo pedalando, in quanto bisogna condurre la bici a mano per giungere al tratto ciclopedonale a sbalzo sul Lago di Garda di 2 chilometri. Una questione che viene sottolineata anche su Tripadvisor dove le recensioni per la bellezza del luogo e del panorama in sé sono molto positive, molto meno quelle relative alla fruibilità in bici: non solo per i lunghi tratti da fare con bici a mano prima di poter giungere all’agognata ciclabile a picco sul lago, ma anche perché una volta arrivati il rischio di dover continuare a spingere al bici a mano – specie nei weekend e nei festivi, causa l’overtourism che colpisce un po’ tutta la zona – è abbastanza elevato.
Quante altre ciclabili fantastiche ma sostanzialmente vietate alle bici ci sono in Italia?
Ma dove vogliamo andare in un paese come l Italia dove le bici e i ciclisti sono visti come nemici
Meglio andare in macchina e morire di cancro ai polmoni
E poi che volete pretendere da salvini ignorante funzionale e i suoi seguaciPer non parlare dei fascisti……lasciamo perdere povera Italia
A Firenze: il nemico numero 1 sono i pedoni, nel senso che visti i marciapiedi disastrati loro preferiscono (giustamente) camminare sulle piste ciclabili, specialmente i turisti, che tendono ad ignorare l’ormai quasi invisibile segnaletica orizzontale.
Fanno eccezione i lunghi tratti di recente costruzione, che presentano comunque tratti di interruzione anche molto disagevoli, lasciati così già in fase progettuale.
Comunque se non esistesse la FIAB sarebbe sicuramente peggio…
Segnalo l’incongruenza di via Gramsci a Castel San Pietro Terme (Bologna), presentata come ciclopedonale e così segnata sugli strumenti urbanistici comunali e su mappe ufficiali quali ad esempio la bicipolitana della Città metropolitana di Bologna, mentre ora i cartelli stradali presenti sul posto la considerano solo pedonale: d’altra parte mi pare ovvio, visti i numerosi passi carrai presenti su questo chilometro circa di striscia asfaltata che porta alla stazione dei treni, ma allora perchè era stata presentata come ciclopedonale? c’è qualcosa che non torna, e sono sicuro che dopo questa segnalazione verrà tolta dalle mappe ufficiali, anzichè metterla in sicurezza, nonostante il notevole afflusso alla stazione dei treni di ciclisti. In generale segnalo poi tutti gli attraversamenti pedonali che interrompono le poche piste ciclabili (tra l’altro frammentate e non collegate fra loro per cui il ciclista va ovviamente in confusione…), che bisogna attraversarli con la bici a mano (vedi i cartelli appositi), mentre fino a poco tempo fa non c’erano queste interruzioni e c’erano cartelli stradali con la doppia valenza bici/pedone (che sia un mancato coordinamento fra il settore viabilità del comune e la polizia locale?)
abito a Savona e con la mia bici da corsa percorro spesso via Nizza,dotata d un anno di una pista ciclabile.Dovrei usarla ma spesso vengo superato a dx o sx da silenziosissimi e veloci monopattini rischiando di essere investito.Ora me ne guardo bene e passo in strada,ricoperto da insulti degli automobilisti…..Un vero disastro,era meglio prima.
Non capisco quale sia il problema.
Nei tratti più frequentati non è piacevole dover rallentare e fare slalom tra i pedoni.
Meglio scendere dalla bici e passeggiare tutti in sicurezza.
Poi ognuno prosegue come crede.
secondo me sono vietate per via del parapetto, è troppo basso per le bici, c è il rischio di cadere di sotto
Non c’è nulla da commentare , è evidente che nonostante la bici sia il mezzo di trasporto ecologico per antonomasia e un toccasana anche per la salute mentale , in Italia ci sia una forte repressione verso tutto ciò sia ciclabile ivi compreso chi la conduce .
Non è strano constatare che nei paesi più evoluti la bicicletta e chi la conduce sono da esempio da seguire non da soffocare .
Prima ancora dell’invasione di macchine e camion già esistevano le bici e con esse l’uomo ha potuto recarsi al lavoro e utilizzarla come mezzo di lavoro.
Per questo mi chiedo cosa sta succedendo in questo paese …..
Alessandro
tempi duri per la bici. vorrei vedere i così detti ambientalisti con quali mezzi arrivano su quei percorsi.il sottoscritto per quella del Garda e le torbiere di Iseo e arrivato là pedalando
Ponte della Priula, sul Piave, in Comune di Susegana (TV), fondamentale per raggiungere le colline trevigiane, percorribile in assoluta sicurezza grazie a una recente ciclabile in entrambi i sensi di marcia ma… dove è imperativo condurre le bici a mano!! Cosa che nessuno fa (anche perché il ponte è lungo) per non andare sulla carreggiata e rischiare di essere stirato dalle auto e dai numerosissimi mezzi pesanti. Fino a che qualcuno ha sprayato di nero il “cicli a mano”: come dargli torto?
Qui si parla di pochi passaggi da fare in occasione di relax ma anche i marciapiedi, le stazioni ed i mercati che percorriamo ogni giorno ci sono vietati. Che i pedoni stiano a casa se non vogliono prendere la macchina. Oppure scambiamo tutti i loro marciapiedi con le nostre poche piste.
Mi pare giusto che venga limitato l’utilizzo della bici dove la velocità può essere un pericolo. Oltre alla velocità chi prende queste devisioni valuta anche l’incivilta’ di troppi ciclisti; lo dico da ciclista cinquantennale. Potevate inoltre evitare di parlare della PASSEGGIATA a mare Su Siccu. Sulle passeggiate si passeggia, non si pedala.
Salve Alessandro,
in realtà la passeggiata di Su Siccu in precedenza era stata aperta al transito delle biciclette e dunque si configurava come una ciclopedonale da percorrere con tutte le cautele del caso (velocità ridotta, precedenza ai pedoni e, in caso di affollamento, discesa dal sellino e bici a mano): nel 2020 è stata vietata alle bici (> https://www.ansa.it/sardegna/notizie/mare/2020/11/13/cagliari-bici-vietate-in-passeggiata-ammiragliato-su-siccu_924a0869-6b2a-4499-ab1b-c500b0e393d5.html), divieto che è rimasto anche dopo i recenti lavori di ripavimentazione e rifacimento dove probabilmente avrebbero potuto trovare una soluzione migliore per consentire la convivenza di persone a piedi e in bicicletta, come avviene altrove.
Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it
in realtà le ciclabili in ITALIA non possono esistere a causa della complessità del ns magnifico paesaggio e territorio
Anche nell’anello dei colli euganei c’ è una parte vietata alle bici per cui in teoria bisogna portarle a mano e questo a battaglia terme. qui ci sono i ciclisti che passano e le auto i cui autisti sono convinti che i ciclisti vanno a mano con molto pericolo.
io abito sul Garda ho fatto della mia professione l’autista di camion ora sono in pensione e vado spesso in bici ma vedo che nessuno rispetta gli altri sia da parte dei ciclisti che dagli automobilisti e camionisti tutti anno
le loro ragioni il problema che non abbiamo le strade idonee sarebbe bene che allargassero la carreggiata di un metro logicamente dov’è possibile poi mettere una regola che i signori ciclisti vadano in fila indiana non uno fianco all’altro
e poi tutte le persone dovrebbero pensare non solo a sé stessi ma anche che ci sono altri sulla strada