La pericolosità delle strade delle nostre città, il traffico, la velocità e talvolta l’imprudenza degli automobilisti sono di fatto i principali deterrenti all’uso quotidiano della bicicletta, specie per i ciclisti non ancora molto esperti.
Il fatto che la gravità degli incidenti stradali che coinvolgono auto-bici sia direttamente proporzionale alla velocità con cui il mezzo a motore impatta un ciclista, non è molto confortante poiché significa che il ciclista è responsabile della sua sicurezza solo fino a un certo punto.
Sebbene infatti ogni strumento e accessorio di sicurezza passiva (casco, luci, giubbino, ecc…) sia consigliabile e può fare la sua parte in determinate circostanze, non v’è protezione che tenga di fronte ad uno scontro con un’auto che viaggia a velocità superiori ai 30 km/h (è per questo che l’UE, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed altri raccomandano l’introduzione del limite di 30 km/h in città).
Laddove la percentuale di incidenti ai danni dei ciclisti in relazione al numero di tragitti compiuti è molto bassa (vedi Paesi Bassi e Danimarca), il merito è infatti delle amministrazioni che hanno saputo creare un contesto urbano a misura di bicicletta e di pedone, rallentando la velocità delle automobili nel centro urbano e separando il flusso auto-bici con opportune piste ciclabili sulle strade a scorrimento medio-veloce.
Questo breve vademecum si propone quindi di presentare alcuni accorgimenti che il ciclista può prendere per pedalare con una maggiore percezione di sicurezza; consigli che, in alcune circostanze, possono rivelarsi utili e talvolta determinanti.
Indice
- Pedalare in carreggiata
- Pedalare in gruppo
- Guardare gli automobilisti
- Scegliere i percorsi
- Utilizzare il corpo
- “Case avanzate”
- Sicurezza passiva
- Cordialità
Pedalare in carreggiata
Sebbene a primo acchito si potrebbe pensare che pedalare “rifugiati” sul lato destro della carreggiata sia più sicuro, non è esattamente così. Occorre invece lasciare almeno un metro di distanza tra la propria traiettoria ed il marciapiede (o guardrail) per conservare un margine di manovra a destra per evitare le automobili che sopraggiungono da dietro in velocità.
Gli automobilisti hanno infatti la cattiva abitudine di occupare tutto lo spazio della carreggiata a loro disposizione: se date loro 3, 4, 5 metri di larghezza per sorpassarvi, quelli si prenderanno. Ridurre al minimo questa distanza fa sì quindi che il sorpasso sia una manovra consapevole, studiata, e non inconscia. Un’auto in marcia che intravede un ciclista in carreggiata è infatti più propensa a rallentare, scansarsi ed effettuare un sorpasso “consapevole”; se invece lo intravede nell’estremo di essa è più probabile che non moderi nemmeno la velocità pensando di avere tutto lo spazio a disposizione per il sorpasso.
Pedalare in gruppo
Uno dei “must” della sicurezza dei ciclisti è: più si è a pedalare, più si è sicuri. Un gruppo di ciclisti è più visibile e induce maggiormente le auto a rallentare. Per questo, se avvistate un ciclista sul vostro tragitto, aggregatevi (invece magari di instaurare una gara, non siamo al velodromo), fatevi compagnia e garantitevi maggiore sicurezza l’un altro. Chi usa la bicicletta tutti i giorni, inoltre, non è raro che incontri altri ciclisti quotidiani sul suo percorso. Potrebbe quindi essere utile darsi appuntamento, compiere insieme il tragitto casa-lavoro o una parte di esso. Che è anche un’ottima occasione per tenersi compagnia e fare conoscenza. Proprio sulla base di queste considerazioni si sono diffuse, in Europa ma anche in Italia, le esperienze dei “bicibus” per il bike to work e il bike to school.
Guardare gli automobilisti
È importante, nel traffico, stabilire durante la marcia un contatto visivo con gli automobilisti che procedono vicino a voi: ovviamente questo è possibile solo a velocità moderate, ma può rivelarsi molto utile. Se infatti voi siete ben consci dei pericoli che potete correre dallo scontro con un’auto, altrettanto non vale per chi è alla guida del mezzo a motore, che spesso guida “d’inerzia” senza tenere i sensi sempre all’erta.
Scegliere i percorsi
Spesso chi inizia ad andare in bici da poco tende a percorrere le stesse strade che percorreva quando usava un mezzo a motore. Non c’è niente di più sbagliato. Uno dei grandi vantaggi di usare la bicicletta infatti è poter scegliere il tragitto con molta più elasticità di quanto non possa un’auto ed avere a disposizione un ventaglio di percorsi possibili molto più ampio. A seconda delle vostre esigenze, provate a progettare il vostro itinerario casa-lavoro (o per altri fini) sulla base di criteri di sicurezza/piacevolezza. Scoprirete che, con lo stesso tempo o quasi, potrete raggiungere la destinazione passando per vie meno trafficate, oppure molto strette e tortuose e quindi in cui le auto vanno più piano oppure ancora, ad esempio nel caso di Roma (ma non solo), passando per i tanti parchi e sentieri nel verde sparsi per la città.
Utilizzare il corpo
Può essere molto utile, in determinate situazioni, servirsi delle braccia per “comunicare” con gli automobilisti. Loro ci vedono, è chiaro, ma se sono in dubbio se rallentare o meno, un vostro gesto può essere determinante nella decisione che prenderanno. Nelle strade strette, ad esempio, quando un automobilista potrebbe pensare “sorpasso, non sorpasso?“, un vostro cenno con la mano può convincerlo ad attendere ed effettuare il sorpasso successivamente, con un maggiore spazio a disposizione. Le braccia sono utilissime anche per segnalare la svolta a destra o a sinistra. Per tutti questi motivi, è opportuno pedalare senza tenere in mano niente; conservate telefoni, spuntini e oggetti vari in giacca o in una tasca da manubrio, telaio o sellino.
“Case avanzate”
Per “casa avanzata” si intende uno spazio, in prossimità di un attraversamento semaforico, posto leggermente in avanti (“avanzato”, appunto) rispetto alla posizione in cui le auto attendono il verde per poi procedere. Si tratta di una misura in favore della mobilità ciclistica adottata con successo in molti paesi europei, mentre solo in alcuni casi isolati in qualche città italiana.
Ad ogni modo, se nella vostra città non esistono case avanzate agli incroci posizionati lungo il vostro tragitto, cercate di crearvene delle vostre personali. Ponetevi almeno un paio di metri in avanti rispetto alle auto in coda al semaforo, mettetevi bene in vista: questo vi permetterà di evitare di respirare i gas di scarico delle auto, essere visibili e scongiurare la possibilità che le auto stesse accelerino bruscamente oltre il dovuto allo scattare del verde.
Sicurezza passiva
Come accennato all’inizio, sebbene sia la velocità delle auto la causa principale della gravità degli incidenti auto-bici, esistono alcuni comuni accessori che possono essere molto utili alla propria sicurezza, per evitare uno scontro o quanto meno per limitarne i danni. Il casco, fino a velocità prossime ai 30 km/h, può essere determinante per proteggere dai traumi alla testa, quindi nel caso di scontro con un’auto a bassa velocità o nel caso in cui vi piaccia correre e per qualche motivo caschiate da soli. L’uso del casco non è comunque obbligatorio.
L’uso delle luci in bici, davanti e dietro, è essenziale nelle ore di buio e comunque obbligatorio. In particolare è fondamentale la luce posteriore (per essere visti da dietro).
Il giubbino catarifrangente è invece utile nelle circostanze in cui di fatto è già reso obbligatorio per legge dal Codice della Strada, ovvero in galleria, prima dell’alba e dopo il tramonto. Un altro accessorio utile di sicurezza passiva è lo specchietto retrovisore. Chi non lo ha mai usato, potrà farne a meno, chi invece lo ha provato per un primo periodo potrà confermare di non poterne più fare a meno.
Cordialità, sempre
L’attitudine di ciclisti e pedoni ad essere gli utenti più bistrattati della strada ha portato nel tempo alla diffusione di qualche comportamento decisamente al limite tra la bizzarria e l’educazione. Uno di questi ad esempio è ringraziare, quando si è a piedi o in bici, le auto che ci fanno attraversare sulle strisce pedonali, cosa che dovrebbe essere un diritto sacrosanto, scontato e fuori di ogni discussione. Tuttavia, scambiare dei gesti di cordialità con i passanti – un sorriso, un grazie con la mano, un cenno con la testa – su qualsiasi mezzo viaggino e anche non necessariamente dovuti, aiuta a relazionarsi meglio con gli altri, a infondere serenità e rispetto reciproco.
Di seguito puoi leggere ulteriori 10 consigli per pedalare in sicurezza nel traffico.
Ho appena comprato delle frecce per bici che metto all’opera interno del manubrio. Sono fantastiche.
Dovrebbero promuovere più dispositivi utili per i ciclisti. Spesso di notte anche se si segnala con la mano di voler svoltare a destra/sinistra gli automobilisti non ti possono vedere.
Trovo utile l’articolo letto……….Personalmente percorrendo 20 km ogni giorno-oltre al casco,luce posteriore,specchietto, che trovo utile ed insostituibile,ho tracciato il mio percorso giornaliero,con molta attenzione,cercano di evitare i pericoli—-Cerco di limitare i danni che gli scorretti cercano di crearmi-Molti mi dicono che sono un pazzo ad andare in bici,in virtU’
del rischio che corro giornalmente…..ma credetemi non riesco a smettere ogni giorno che passa mi innamoro sempre di piu’ della mia bici,e del percosso che faccio– BUONA BICI A TUTTI
Nel mio comune, Bassano del Grappa, i collegamenti tra due piste ciclabili che attraversano una strada è segnalato da passaggio pedonale, e i vigili urbani fanno scendere tutti i ciclisti…mentre in strada passano tranquillamente automobilisti (1 per autovettura) che parlano al telefono.
Servirebbe anche qualche istruzione per affrontare in sicurezza le rotonde, in assoluto una delle parti più pericolose della strada e che si sono diffuse molto.
Stavo proprio per scrivere un commento sulle rotonde. L’utilizzo della mano per segnalare che si resta nella rotonda è veramente un salvavita. Fino a pochi anni fa mi limitavo a mettere solo fuori la mano tenendola in basso. Da quando ho rischiato la vita in una rotonda adesso metto fuori tutto il braccio sinistro in modo che sia ben visibile.
Sulle case avanzate oggi pomeriggio provo a sfogliare qualcuno dei nostri manuali e poi ti so dire.