Dopo aver visto come calcolare la media e le dispersioni dei dati raccolti durante le valutazioni dell’allenamento in bici, andiamo a vedere come calcolare le distribuzioni. Si tratta di un importante concetto, che permette di mettere ordine ai dati raccolti e di effettuare analisi visive immediate che possono aiutare allenatori e ciclisti a controllare l’andamento della preparazione.
Indice
• Il concetto di distribuzione
• Esempio pratico per la valutazione dell’allenamento
• Concludendo
Il concetto di distribuzione
In statistica la distribuzione intende come si posiziona un dato valore all’interno di tutti i valori raccolti nella popolazione. E’ un aspetto importante, che va di pari passo con il concetto di frequenza: quate volte quel dato valore si ripete nella popolazione.
Se ad esempio un dato valore si ripete 3 volte e un altro 5, essi hanno una frequenza rispettivamente di 3 e 5 e la loro distribuzione, all’interno della popolazione, sarà ovviamente diversa.
La distribuzione si determina con le tabelle a doppia entrate, formate da righe e colonne: le righe rispondono a una variabile (per esempio età) e le colonne a un’altra variabile (per esempio il peso). Questo sistema permette di mettere a confronto due variabili e vedere come si distribuiscono i valori al loro interno.
Le tabelle possono essere a singola entrata (una sola colonna) o doppia entrate (due colonne) o multientrata (più colonna).
Distribuzioni inserite in ogni cella
• Parziali: quella nelle celle interne;
• Marginali: nelle celle delle colonne (distribuzioni marginali di colonna) o nelle righe (distribuzione marginale di riga);
• Condizionati: si fissa come totale la distribuzione marginale di riga o di colonna e si determinano così le percentuali relative a quel tipo di distibuzione;
Frequenze
• Assolute: il numero totale di osservazioni di quel dato numero;
• Relative: la percentuale di quel dato valore. Si ottiene con distribuzione parziale / totale * 100
• Cumulate: si sommano le varie percentuali precendenti;
Il calcolo delle distribuzioni e delle frequenze è fondamentale per capire come varia un dato valore e per comprendere se vi sia una relazione tra le variabili.
Esempio pratico per la valutazione dell’allenamento
Un allenatore fa effettuare due test al gruppo di 75 atleti che allena. Il primo è il test della FTP, per definire la potenza di soglia e il secondo è il test LTHR, per trovare la frequenza cardiaca di soglia lattacida.
Dopo aver eseguito e ricevuto i test, l’allenatore decide di incrociare i due valori, creando una tabella che consenta di descrivere come variano i valori registrati.
Le righe sono destinate alla frequenza cardiaca di soglia (che per semplicità l’allenatore divide in minore di 145bpm, tra i 145 e i 155bpm, tra i 155 e i 165 bpm e maggiore di 165bpm). Le colonne invece sono destinate ai watt della FTP (racchiusi in minori di 200w, tra i 200 e i 300w, tra i 300 e i 400w e maggiori di 400w).
La tabella, con i dati grezzi, è così costruita.
Questa tabella però racconta poco all’allenatore, che decide di effettuare il calcolo dele distribuzioni relative percentuali, cioè di quanto sia “popolata” ogni cella.
Per farlo divide il valore di ogni cella per il valore totale (75, cioè il numero degli atleti) e lo moltiplica per 100 (per trasformarlo in percentuale).
La tabella è così realizzata:
Per avere un quadro più completo e facile da valutare, l’allenatore decide di creare due grafici, dove identifica la distribuzione totale, basata sia sui risultati della FTP e poi della LTHR.
L’allenatore però vuole anche capire come si comportano (cioè si distribuiscono) i valore anche a seconda di una sola variabile e non del totale. Per questo decide di calcolare le distribuzioni marginali.
Per prima decide di capire come, a seconda della potenza espressa, si distribuiscano i valori dei battiti cardiaci. Per farlo divide ogni cella per il totale della riga corrispondente (calcolando poi la percentuale), per calcolare le distribuzioni marginali di riga.
Il risultato (in tabella e in grafico) è il seguente:
Infine vuole anche capire come si distribuiscono i valori della potenza in base ai risultati del test LTHR, per cui definisce le distribuzioni marginali di colonna, dividendo il numero di ogni cella per il totale della colonna corrispondente.
Ottiene così una tabella e un grafico ulteriori:
Ora l’allenatore è in grado di capire se esiste una relazione tra i wattaggi espressi nel test FTP e la soglia cardiaca misurata con il test LTHR, in modo da capire se può utilizzarli entrambi o se deve fare affidamento solo su quello più costante e meno soggetto a variazioni altalenanti.
Concludendo
Abbiamo visto come creare una tabella di distribuzione e poi calcolare le varie frequenze relative percentuali e costruire i grafici annessi. Si tratta di un lavoro importante, che permette di mettere “nero su bianco” i dati catalogati e applicare così un metodo di valutazione che sia scientifico e ripetibile da chiunque.
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