Il report di questa escursione inizia dalla fine. Si perché l’ospitalità, che riceviamo quando siamo in giro in bici con le borse, è una componente sorprendente e anche commovente che molto spesso costituisce la cifra di un viaggio. Personalmente ricordo con grande entusiasmo i paesaggi attraversati e le situazioni vissute, ma gli incontri con persone che mi hanno ospitato occupano un posticino nel cuore e da lì non se ne vanno più…anzi ogni tanto tornano a bussare.
Così ho vissuto l’ospitalità dell’allevatore di cavalli che mi ha permesso di giocare con i suoi bambini, di Donato, cacciatore di cinghiali, che mi ha accompagnato sul Gran Sasso e sua moglie Sandrà che mi ha preparato una vaschetta di frutta fresca al mio arrivo e insieme mi hanno fatto assaporare i rosticcini a Manoppello. Don Francesco che mi ha dato una stanza e una cena nella sua struttura e potrei continuare ancora ancora. Succede anche con piccole escursioni di un giorno. E’ successo con l’escursione di domenica 29 luglio. Al ritorno della nostra escursione che è ben descritta dai vari filmati e dalle note allegate, cartine e quant’altro siamo stati ospitati da Maria Vittoria e da sua mamma che li risiede da molto tempo.
Io ho un debole per un certo tipo di mamme e la Giuseppina è sicuramente una di queste. Sentendo i suoi racconti ho pensato quante cose avrà sentito e non riferito, quante cose viste e ignorate, quante cose vissute e sopportate in silenzio e in solitudine e per anni…tutto per la famiglia ottenendo così ottimi risultati. Ho un debole per queste mamme, che nel silenzio fanno gli uomini e le donne che faranno il mondo, senza esibire nulla di questo immenso lavoro. E così anche lei si è presa spazio del mio cuore, corredando il tutto con un risottino buono buono…grazie Giuseppina.
Veniamo alla bella escursione. Siamo partiti da Collio da dove inizia la salita vera, ci siamo fermati a due fontanelle che mi hanno fatto ricordare quelle che si trovano ovunque sui monti della Laga e sui Sibillini. La strada è molto ampia e di domenica frequentata anche da macchine, moto e anche superciclisti su superbici frettolose che ci hanno puntualmente superato. Arrivati al Giogo del Maniva mi sono scolato la mia bevanda proibiti: Coca cola.
Il giogo della Maniva è punto nevralgico, infatti noi ci siamo arrivati da sud, ma da est arriva la strada da Anfo (lago d’Idro), difficile ,impegnativa , stretta e con asfalto rugoso, ma selvaggia e che tenta. Da nord est arriva la strada da Bagolino e verso ovest si va al passo Crocedomini che conduce in Valcamonica:Un punto di passaggio quindi importante. Per questa ragione in quel posto si trovano bar e ristoranti funzionanti tutto l’anno, anche perché in zona ci sono anche piste di sci. Marco ed io abbiamo proseguito sulla strada verso Anfo fino al valico del rifugio Tita Secchi e osservando le immagini si ha una idea della strada che continua così fino giù ad Anfo (la faremo presto in salita).
Ecco dal sito www.salite.ch l’altimetria fino al Giogo: