Storie di ordinaria mobilità

Storie di ordinaria mobilità

bici-elettricaHo comprato una bici elettrica. “Bravo!“,  direte voi. Ma non è questo che voglio raccontare. Usare l’auto mi è diventato insopportabile, questo volevo raccontare. Abito in provincia di Lodi e per lavoro mi muovo generalmente nel raggio di 20/30 chilometri dalla mia abitazione. Percorro una media di circa 50 km al giorno fatti di continui “stop and go” con conseguente ricerca di parcheggio e negli orari di punta mi capita anche di fare coda ai semafori.

Come qualsiasi automobilista, che se uno deve stare in coda a Milano può anche farsene una ragione ma stare in coda ai semafori di Casalpusterlengo o sulla circonvallazione di Codogno, beh, lo trovo davvero inaccettabile! Da due mesi mi muovo quasi esclusivamente con una bici a pedalata assistita con percorrenze analoghe a quelle fatte in auto ad esclusione dei giorni di pioggia.

La mia vita è cambiata in meglio. Non eccessivamente, sia chiaro, ma in meglio. Mi sposto tra un centro e l’altro in gran parte su piste ciclabili (gli enti territoriali si sono dati un “gran da fare” per realizzarne negli ultimi 15/20 anni) o strade a basso traffico, a volte anche su strade sterrate, in silenzio e guardando la natura intorno a me. E mi sono accorto di alcune cose dimenticate da tempo.
Mi sono ricordato di come i papaveri siano una presenza importante delle nostre campagne anche se dalla strada non possiamo accorgercene, soffrono l’inquinamento. Così come mi sono impressionato dalla grande presenza di lepri che sbucano da ogni dove. Ma anche aironi, pesci che saltano dai corsi d’acqua.

Direte: “bella questa suggestione agreste ma quanto tempo ci metti? Tutti sono capaci di andare in giro a fare i turisti ma qui c’è da lavorare!” E infatti è proprio questa la cosa interessante: i tempi di percorrenza non sono poi tanto diversi e sotto i 10 chilometri di distanza c’è anche il rischio di arrivare prima. Provo a fare degli esempi: Casalpusterlengo – Codogno (7km) fra i 13 e i 15 minuti (e sfido chiunque a fare meglio partendo dalla Piazza di Casale alle 8 di mattina per andare in ospedale a Codogno), Casalpusterlengo – Lodi (20km) circa 40 minuti. Codogno – Piacenza (15km) 30 minuti. A tutte le ore del giorno e in qualsiasi zona della città, il che vuol dire che nei tempi automobilistici, per un corretto confronto, dobbiamo calcolare anche il parcheggio e lo spostamento a piedi verso la destinazione vera del nostro viaggio.

La bici arriva dappertutto, i benefici dal punto di vista fisico sono facilmente intuibili. A me comunque è scesa un pò la pancetta e il tono muscolare è migliorato, e poi c’è il tema dei costi: bene o male per spostarmi in auto spendo sui 30 euro a settimana, circa € 120,00 al mese. La mia auto è alimentata a gpl, la bici (dotata di batterie al litio di nuova generazione che le rendono non inquinanti in fase di smaltimento) ha un’autonomia reale di 90 chilometri e il costo di ricarica completo è stimato per arrotondamento in € 0,05 (cinque centesimi). I conti fateli voi. La bici la uso più o meno da due mesi e finora ho percorso circa 2300 km.

Sicuramente non è questa mia scelta la soluzione a tutti i problemi di mobilità, ma è un’opportunità interessante. Altri veicoli innovativi si stanno affacciando al mercato con soluzioni tecniche ormai affidabili e mature: auto elettriche, ad aria compressa, è solo la nostra mentalità e il nostro rapporto con l’auto che deve cambiare: da status symbol a semplice mezzo di trasporto. I tempi sono maturi.

Fonte | Ferdinando Fanchiotti Facebook

Commenti

  1. La bicicletta elettrica è un mezzo da conoscere e provare, ci sono svariati modelli in commercio e il numero di utenti è in forte aumento grazie agli svariati vantaggi.

  2. Avatar felino ha detto:

    è la mia generazione, quella sessantottina, che culturalmente ed educativamente è responsabile dell’avvento della macchina come status symbol. abbiamo cominciato noi nei primi anni settanta a pensare che andare in bici era da sfigati.
    e solo in Italia è successo. perchè in germania, austria e altre nazione europee già facevano le piste ciclabili che noi guardavamo con meraviglia e pure con un pò di compassione.

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