La fiera Cosmobike Show, che si è tenuta in quel di Verona dal 11 al 14 di settembre, è stata per noi di Bikeitalia.it un gran banco di prova. Da un lato abbiamo sviscerato il tema della ciclabilità e della rivoluzione a pedali nel nostro paese con convegni, incontri e meeting e dall’altra abbiamo effettuato stages e corsi per approfondire le nostre conoscenze tecniche.
Tra i vari temi affrontati nel corso della fiera, abbiamo dedicato molto tempo allo studio delle esigenze biomeccaniche e alle ricerche avanti dalle aziende, perché la realizzazione di un perfetto equilibrio uomo macchina è qualcosa di affascinante che racchiude medicina, scienza e meccanica e che non smette mai di evolversi. Se a Eurobike siamo stati protagonisti del rilevamento delle nostre ossa ischiatiche, effettuato da Selle Royal per raccontarci il progetto Scientia, ovvero la personalizzazione della seduta sulla base della conformazione del bacino e dell’impostazione di guida, a Verona ci ha colpito il sistema di messa in sella biomeccanica proposto da Shimano. Denominato Bikefitting, si tratta di un pregevole sistema di rilevazione antropometrica e di valutazione in sella, nato dagli sforzi congiunti dell’ufficio dedicato della casa giapponese (lo Shimano Dynamic Lab) e di una realtà olandese (Bikefitting.com) che da 25 anni si occupa di messa in sella.
Perché ci ha colpito? Innanzitutto per l’approccio a più livelli che offre, poiché non tutti gli utenti della strada sono interessati ad analisi complesse (e costose) della loro pedalata, quanto vorrebbero soltanto trovare una posizione confortevole che non si ripercuota negativamente su muscoli e giunture. Essendo strutturato in maniera piramidale, il sistema è effettivamente utilizzabile da qualunque tipologia di ciclista, poiché ben si adatta alle esigenze anche di appassionati “normali” come il sottoscritto, che ama spostarsi e viaggiare in bici ma è allergico a tutto ciò che è gara. Il Bikefitting infatti propone sia una messa in sella statica, nella quale si rilevano le misure del ciclista e di conseguenza si regola la seduta, un’ulteriore analisi dinamica, dove attraverso un sistema di rilevazione tridimensionale si analizza la postura in sella, fino a una vera e propria mappatura degli sforzi, con dinamiche di pedalata, diagrammi di spinta e quant’altro.
Il “pacchetto” biomeccanico proveniente dal paese del Sol Levante è composto da un sistema di rilevazione delle misure corporee, sulla base delle quali il tecnico poi calcolerà le regolazioni della bicicletta, che verranno effettuate con precisione, attraverso un particolare sistema di riscontri a puntamento laser e di livelle metriche. L’analisi biomeccanica invece si spinge molto più in là: per prima cosa vi è un colloquio tra tecnico e ciclista, per valutare la direzione da dare alla messa in sella (comfort, ricerca di potenza, endurance).
In seguito viene valutata la flessibilità del ciclista attraverso degli esercizi di stretching. Infine il cliente viene fatto sedere in sella a una speciale bicicletta e sui punti più importanti del corpo vengono attaccati dei led. A questo punto non deve fare altro che pedalare di fronte a una telecamera in grado di rilevare il movimento dei led e di riprodurre a schermo le catene cinetiche dei muscoli. Sulla base degli spostamenti nello spazio, degli angoli espressi e della postura rilevata, il software elaborerà le misure di regolazione esatte della bicicletta del ciclista, che verranno effettuate usando sempre il medesimo sistema a puntamento laser. Infine vi è l’analisi delle potenze e degli sforzi, che spinge un po’ più in alto l’asticella della tecnica, applicando alla biomeccanica nozioni di vera e pura ingegneria (delle quali io, amante della meccanica, sono rimasto davvero colpito).
La pedalata viene analizzata a fondo, con grafici e schemi che vengono proiettati in tempo reale sullo schermo. Si può dunque vedere quanto si spinga con un piede rispetto ad un altro, a quale livello di pedalata rotonda ci si attesti, quali sono i punti morti in cui non spingiamo sui pedali, se i piedi esprimano la stessa potenza su tutta la pianta o vi siano delle disfunzioni. Partendo da queste considerazioni si potrà lavorare sia a livello di regolazione della bicicletta sia posturale, studiando dei plantari appositi o con esercizi di stretching e potenziamento che vadano a lavorare sui muscoli del cliente. Una sessione di Bikefitting impegna dai 45 minuti all’ora e mezza e devo dire che si suda parecchio, perché si pedala tanto.
Un punto sul quale non smetterò mai d’insistere è il fatto che la bici vada acquistata sulla base delle proprie misure corporee e di ciò che si deve realmente fare e non perché è in offerta o perché ha il colore della sella in tinta con il nostro fondello da gara. Inoltre è sempre e comunque il mezzo meccanico a doversi adattare alle caratteristiche del ciclista e mai il contrario, perché pedalare deve essere un’attività esaltante in tutti i sensi, anche a livello muscolare e articolare. Una buona messa in sella è dunque il punto di partenza per godere al meglio del proprio mezzo, in totale sicurezza. Per questo abbiamo creato una sezione apposita nel nostro progetto Bikelife, dove raccontiamo i passaggi per trovare la taglia giusta per sé e ogni giorno supportiamo i lettori che ci rivolgono le loro domande su messa in sella e dimensionamento dei telai.
La biomeccanica è un aspetto entusiasmante dell’utilizzo della bicicletta, poiché in esso vi è l’unione tra un essere umano e un mezzo meccanico, che devono lavorare al meglio per poter esprimere il potenziale più alto. Perché l’importante non è pedalare tanto ma pedalare bene.
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