Una nuova ghost bike sull’Aurelia

Sabato 2 aprile un gruppo di ciclisti ha percorso in bicicletta la via Aurelia fino al km 17,7 per portare un fiore e legare una ghost bike in ricordo del cicloamatore Roberto Giacometti, investito e ucciso da un Suv proprio in quel punto sette giorni prima. Una pedalata con soste intermedie al km 12, dove il 31 marzo un altro ciclista è stato investito finendo in ospedale, ma anche sul cavalcavia al km 19 in direzione fuori Roma dove è stato esposto lo striscione di #Salvaiciclisti. L’iniziativa è stata promossa da Michelangelo Alimenti, componente del direttivo dell’Associazione Salvaiciclisti Roma, che con una lettera a Bikeitalia ha voluto spiegarne il senso.

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Ecco il testo che ci ha inviato Michelangelo e che condividiamo con i nostri lettori:

Quando giovedì ho visto la foto del secondo grave incidente su via Aurelia, ai danni di ciclisti, mi è salita la rabbia.

Quello che covava dentro è esploso e mi sono ricordato di far parte di un’associazione che si batte per il rispetto della vita in strada, ho pensato che tanti amici di #salvaiciclisti stavano provando la stessa sensazione e, come si fa con gli amici, li ho chiamati.

Due incidenti, un morto e quattro feriti in una settimana, non possono passare nel silenzio.

Sabato sul luogo dell’incidente ho vissuto tante emozioni, miste tra loro.

Non è possibile essere costretto a pagare il prezzo più alto per le colpe altrui, per aver scelto di usare quotidianamente la bici.

Se il Codice della Strada fosse rispettato, ciò dovrebbe essere impossibile.

Sabato mentre pedalavo in fila, con tanti ciclisti come me, ho visto persone parlare al cellulare, superare a destra le altre auto, superarci sfiorandoci, suonandoci, il tutto nella più totale mancanza di rispetto del codice della strada e della nostra vita.

La ciliegia sulla torta è stato essere fermato dalla Polizia senza un motivo legato al rispetto del CdS, dopo essere stati seguiti per qualche km.

Tutto ciò ha rafforzato in me la convinzione che in Italia, più che in altri Paesi c’è una logica rovesciata che vede la strada come appannaggio unico delle auto e che impone il prezzo, in termini di vite, a ciclisti e pedoni.

Proprio per questo sono costretto a rischiare la vita assieme ad altri per dimostrare che non è e non deve essere così.

Michelangelo Alimenti

Commenti

  1. Avatar Leonardo Giacometti ha detto:

    Buonasera,
    sono il figlio di Roberto Giacometti e con enorme disgusto nei confronti di questa magistratura italiana vi informo che la legge sull’Omicidio Stradale è una enorme cazzata, La signora che ha ucciso mio padre in bicicletta in un rettilineo di un Km dentro la corsia di emergenza di 1 metro, che è scappata con dentro la vettura sua figlia, che si è costituita ore dopo per paura di prendere 15 anni di carcere e infine che dopo sei mesi ha pubblicato su Facebook una foto con delle mucche in fila indiana sulla strada con scritto “Perche le mucche vanno in fila indiana e i ciclisti no?” e non contenta commentando che le mucche erano più intelligenti dei ciclisti…ebbene dopo tutto questo la “signora” non si farà neanche un giorno di carcere perchè il Giudice e il Pubblico Ministero hanno ritenuto congrua una pena di 3 anni e 8 mesi tramutati in servizi sociali. Con questa sentenza hanno autorizzato chiunque ad uccidere ciclisti, pedoni per strada perchè alla fine non si faranno neanche un giorno di carcere.Questa è la giustizia italiana, garantista verso chi si rende protagonista di atti criminali e omicidi.

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