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Il conflitto stradale negli esempi del dizionario

STRADA_PEDONI_CICLISTI_AUTOMOBILISTIChi va in bicicletta viene definito comunemente “ciclista”: un termine univoco che però racchiude in sé tante sfumature diverse, dal professionista al cicloamatore, da chi usa la bici come mezzo di trasporto quotidiano a chi pedala per fare lunghi viaggi, dal bambino al pensionato. Per ciascuna diversa categoria esistono termini specifici ma, in fondo, sono tutti ciclisti. Anzi, siamo tutti ciclisti ogni volta che pedaliamo sulla strada e veniamo “incasellati” in una specifica categoria: quelli che sono in sella a una bicicletta.

Questa semplificazione produce una serie di generalizzazioni, le stesse che si manifestano quando si parla di un gruppo vasto ed eterogeneo di persone (soprattutto quando non se ne ha contezza): “Voi ciclisti…”, “Le auto corrono però proprio oggi ho visto un ciclista che pedalava sul marciapiede: ci vorrebbe più buonsenso da parte di tutti”, “Pedalare è pericoloso perché le strade non sono fatte per i ciclisti ma per le auto”… frasi che propongono uno schema in cui il conflitto stradale è inevitabile e i ciclisti rappresentano la categoria più a rischio, perché è sottinteso che su quelle strade dove continuano a morire ogni 35 ore – e ad essere coinvolti in una quarantina di incidenti più o meno gravi ogni dannato giorno – sono “ospiti” e neppure tanto desiderati.

“Le parole sono importanti” – diceva Nanni Moretti – ma ancora più importanti sono gli esempi che noi facciamo per spiegare le parole: quali termini utilizziamo per descrivere un comportamento pertinente riferito a un determinato soggetto? Ecco, per quanto riguarda il ciclista due dei principali dizionari online – quello della Treccani e quello della Hoepli – riportano ciascuno una frase esplicativa per contestualizzare meglio il lemma, inserendolo in una proposizione di senso compiuto e di uso comune per arricchire la definizione.

Secondo la Treccani la frase che meglio indica la condotta e le azioni di chi pedala è la seguente: “Un passante è stato urtato da un ciclista”, dove il ciclista è un elemento pericoloso di disturbo e il passante un pedone colpito.

TRECCANI_CICLISTA

Il dizionario edito dalla Hoepli invece utilizza come frase esplicativa: “Un ciclista è stato investito da un’automobile”, tanto per mettere in chiaro innanzitutto che andare in bici per strada è pericoloso e chi pedala – come purtroppo sappiamo molto bene – è un bersaglio mobile. Ma questa frase presenta anche un altro aspetto: il ciclista – persona in carne e ossa, cuore e cervello, gambe e polmoni – viene investito da un’automobile, un oggetto inanimato guidato da una persona, la colpa non viene attribuita all’automobilista comodamente seduto dentro l’abitacolo di un mezzo corazzato di circa una tonnellata di peso che se spinto a velocità eccessiva può diventare un’arma letale.

HOEPLI_CICLISTA

Il conflitto stradale si consuma anche sulle pagine del dizionario: ormai ci siamo assuefatti a pensare per categorie – pedoni, ciclisti, automobilisti – e gli esempi citati contribuiscono a creare un clima divisivo in cui chi pedala viene messo ai margini, chi guida un’automobile viene deresponsabilizzato e chi cammina può continuare a farlo sul marciapiede – quando c’è – ma stando ben attento a non essere investito da un ciclista da strapazzo che lo potrebbe urtare. Ecco: la conflittualità nasce anche da questa schematizzazione esasperata, senza capire che in fondo chiunque di noi può essere in sella, alla guida o a piedi e il modo di spostarsi non determina ciò che si è come persona. Ricordiamolo sempre, evitando di seguire gli esempi del dizionario.

Commenti

  1. Avatar Giuseppe ha detto:

    Queste sonbo polemiche metropolitane,anche se qualche automobilista (che non ha mai pedalato),non sa capacitarsi che due gambe possano renderlo incapace di pensare e divertirsi anche su una sella invece di un sedile,ma penso che questi il cervello non c’è l’hanno proprio,perchè se non sei un ciclista,sei sempre un pedone e viceversa..In Italia non siamo pronti a cambiare cultura per la bici..tutti vervosi e tutti di fretta,magari con il cellulare in mano a mandare messaggi..Cmq mi fanno ridere i nostri politici che cercano di fare divieti ai ciclisti,come ..non e consentito portare le cuffie..Behh..non sono affatto daccordo..le cuffie sono un segnale di sicurezza invece,io adopero le cuffie bleuthout per evitare di prendere il telefono in mano,ma solo su un orecchio e questo non mi pare una norma dia togliere..come la stronzata delle luci di giorno…Ma daiii..se non vede una bici colorata,un abbigliamento sgargiante,pensa se può vedere un led acceso o lampeggiante,altra stronzata detta da voi..gisogna farsi notare con cenni delle braccia..guardate che le macchine le abbiamo dietro,foerse una bella regola sarebbe di viaggiare contromano,almeno vediamo che cazzo fanno,non credete?

  2. Avatar giovanni ha detto:

    sarebbe da far causa alla treccani

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