Contratto collettivo di lavoro per i ciclofattorini: in Svizzera è realtà
Mentre in Italia il tavolo di concertazione per regolamentare il settore delle consegne in bicicletta ancora arranca in salita, in Svizzera a partire dal primo maggio 2019 i fattorini in bicicletta avranno un Contratto collettivo di lavoro (CCL): lunedì 4 febbraio le parti sociali hanno firmato un accordo che garantisce standard minimi per il servizio di consegna in bici e la retribuzione oraria dei ciclofattorini è stata fissata a 20,35 franchi (al cambio equivalenti a circa 18 euro, ndr).
È indicativo notare che il primo Paese del Vecchio Continente a prevedere un CCL per i servizi di corriere urbano in bicicletta sia la Svizzera, che non fa parte dell’Unione Europea e che ha deciso di mettere un freno alla deregulation del settore imposta dalle grandi multinazionali della consegne-a-pedali di cibo: in Italia la recente sentenza del Tribunale di Torino ha aperto la strada per riconoscere ai ciclofattorini gli stessi diritti dei dipendenti, ma il Risiko del settore continua e i costi si scaricano sull’ultima ruota del carro, limando il salario di chi materialmente rende possibile il servizio grazie alle sue pedalate affrontando i pericoli del traffico e lavorando con qualsiasi condizione atmosferica.
Il gioco a ribasso delle multinazionali del cosiddetto food delivery rappresenta un rischio per il livello dei salari svizzeri, come spiega in una nota il sindacato Syndicom firmatario del CCL: “Uno sguardo oltrefrontiera aiuta a capire il problema, mostrandoci quanto si sia intensificata la concorrenza malsana tra le diverse cosiddette aziende-piattaforma. Queste non solo abbassano continuamente i prezzi, ma si si sottraggono pure alle loro responsabilità sociali. Come per esempio Uber Eats, approdato di recente anche sul territorio svizzero, che impiega i suoi lavoratori-piattaforma come ‘finti indipendenti’, con rapporti di lavoro precari, per fare grossi profitti sfruttando i corrieri. Ecco contro cosa va protetto il settore. In questo senso il nuovo CCL rappresenta anche una tutela fondamentale”.
Tra gli standard minimi garantiti, oltre alla paga oraria di 20,35 franchi, sono previste anche indennità, le assenze per malattia, turni ben regolati oltreché il congedo di paternità. Secondo l’associazione dei datori di lavoro Swiss Messenger Logistic (SML) che hanno sottoscritto l’accordo, questa misura si è resa necessaria per regolamentare un mercato molto competitivo che nei prossimi anni continuerà a crescere: in Svizzera la prima azienda di consegne in bici fu fondata a Lucerna nel 1988 e il settore dei ciclofattorini, negli ultimi trent’anni, si è sviluppato in modo esponenziale estendendosi a tutte le principali città elvetiche.
Il prossimo obiettivo dei firmatari del nuovo CCL è ora quello di puntare all’obbligatorietà generale, come conferma il segretario centrale di Syndicom David Roth: “Oltre ai lavoratori, anche gli imprenditori locali hanno un interesse personale a proteggere gli standard di qualità del settore attraverso l’obbligatorietà generale”. Deliveroo, Glovo & Company sono avvertiti: in Svizzera chi lavora nella ciclologistica sarà più tutelato dal CCL e condotte come la contrazione dei salari al ribasso o la riduzione dei diritti dei lavori non saranno più tollerate.
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