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Il Deserto Kazako in bici – Cyclolenti [Video]

Il silenzio è spezzato da cavalli al galoppo e versi di dromedari.

In queste immense distese lo sguardo si perde all’orizzonte e scruta 20-30km per volta.

Non c’è un albero e non ti puoi nascondere nemmeno se vuoi fare pipi.

Il sole splende alto e l’ombra è preziosa quanto l’acqua! Una rampa per controllare le auto in ebollizione ci offre un riparo vitale per le ore di punta.

Di tanto in tanto si fermano delle auto e ad ogni foto richiesta ci lasciano qualcosa: una busta di cetrioli, acqua, una scatoletta di pesce del mar Caspio e una bottiglia con su scritto « Kazakhstan Cola ». Con questo caldo qualsiasi cosa che sia liquido e per di più fresco non può essere assolutamente rifiutata.

La seconda metà di tratto che ci separa dal confine uzbeko si trasforma in un immenso piattume.

Ho la stessa sensazione di quando si guarda verso il mare aperto solo che davanti a me il mare è fatto di terra.

Nemmeno più i cammelli ci sono a farci compagnia, ad essi si sono sostituiti interminabili file di pali elettrici che continuano fino a sbiadirsi con l’orizzonte.

Gli ultimi 100km prima della frontiera non hanno nemmeno più l’asfalto.

Avanziamo come lumache tra il vento che ci rema contro, il fondo che è sempre più sabbioso, il sole che non smette di fare la sua parte e le mosche che adesso pure mentre pedaliamo non si staccano dalle nostre facce!

Le auto sollevano gran polveroni che ci coprono per intero e che ben aderiscono alla nostra pelle sudata e appiccicaticcia.

La gola, perennemente secca non trova pace, deve accontentarsi di acqua bollente al forte gusto di plastica!

http://cyclolenti.weebly.com/

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