Doveva essere una giornata all’insegna della bicicletta e delle camminate lungo l’Appia Antica – la Regina Viarum, la strada più antica e preziosa di Roma – e invece purtroppo l’Appia Day di domenica 12 maggio 2019 nella Capitale ha confermato che il dominio incontrastato dei motori non può essere arginato neppure per un giorno all’anno e neanche su un fazzoletto di terra di pochi ettari: nonostante il divieto di circolazione per i mezzi a motore nei giorni festivi, le quattroruote hanno continuato a sfrecciare sull’Appia Antica anche nel giorno di promozione della pedonalizzazione, con eventi e visite guidate all’insegna della mobilità dolce e sostenibile.
Il paradosso che ha consentito l’accesso indisturbato a centinaia di autovetture è cominciato fin da Piazzale Numa Pompilio, a ridosso delle Terme di Caracalla: da lì parte infatti Via di Porta San Sebastiano che rappresenta il prologo dell’Appia Antica e che in teoria sarebbe sempre vietata al transito dei veicoli a motore dei non residenti. Ma in assenza di blocchi e controlli il cartello posto all’inizio della strada viene bellamente ignorato e le auto sfrecciano ben oltre il limite di 30 km/h su una strada su cui non potrebbero proprio circolare. Come se non bastasse, infrazione su infrazione, per arrivare a Porta San Sebastiano tutti i mezzi passano sotto l’Arco di Druso che sarebbe corsia preferenziale riservata ai mezzi pubblici: ma l’assenza di telecamere, autovelox e controlli mirati mette al riparo da qualsiasi sanzione.
In verità domenica 12 maggio 2019 una pattuglia fissa a controllare l’accesso in Via Appia Antica, subito dopo Porta San Sebastiano, c’era: ma bastava dire che si stava andando a un matrimonio o a mangiare a un ristorante sulla strada per poter passare senza problemi. Le auto con una coccarda sull’antenna della radio neanche venivano fermate. Dunque, nonostante l’Appia Day, la Regina Viarum ha continuato ad essere percorsa a grande velocità dai mezzi a motore: chi, come me, ha scelto di fare un salto in bicicletta per vedere quale fosse la situazione e godere (almeno per un giorno all’anno, ndr) di una strada finalmente liberata dalle auto si è trovato di fronte alla solita scena, a dover pedalare al margine della carreggiata e ad essere superato a distanza ravvicinata da guidatori incuranti di percorrere, con un mezzo inquinante e a gran velocità, un museo a cielo aperto.
Anche chi aveva deciso di percorrere a piedi l’Appia Antica per partecipare ai diversi eventi diffusi in programma lungo la Via ha dovuto camminare rasente al muro e non certo al centro della carreggiata: nei 3 chilometri del tratto tra Porta San Sebastiano e il Mausoleo di Cecilia Metella, che ho perlustrato in bicicletta per circa due ore, la presenza delle auto ha rovinato la giornata e la pedonalizzazione dell’Appia Antica è restata un miraggio.
Oggi passavano davvero tutti: nessuna pattuglia a Via di Porta S. Sebastiano, 2 vigili all'imbocco dell'Appia Antica ma bastava dire che si stava andando a matrimoni/ristoranti e si poteva passare. Poi le solite auto sul basolato dopo Cecilia Metella senza controlli ? #AppiaDay pic.twitter.com/5SJ9oYRmqC
— Manuel Massimo (@manumas78) 12 maggio 2019
In particolare dopo il Mausoleo di Cecilia Metella la porzione di strada in basolato romano con divieto di transito per tutti i mezzi a motore – eccetto quelli dei Carabinieri che hanno un Comando lì nei pressi – è stata percorsa dalle auto e a vigilare per evitare questo scempio perpetrato anche nel giorno dell’Appia Day non c’era nessuno.
Tornando indietro sono passato per la variante interna delle Catacombe di San Calisto: solo lì ho potuto apprezzare un po’ di vera ciclopedonalizzazione mentre sentivo il rumore dei motori che rombavano sull’Appia Antica.
Arrivato poi alla Chiesa del Domine Quo Vadis sono salito verso Porta San Sebastiano e – essendo ormai giunta l’ora di pranzo – l’affluenza delle auto che entravano superando i controlli dei vigili dicendo a voce il nome di un ristorante si è fatta più consistente. Una situazione davvero kafkiana per chi si era ritagliato un po’ di tempo da trascorrere in tutta tranquillità in una strada liberata dal traffico e invece…
Perché la pedonalizzazione dell’Appia Antica ha un orizzonte temporale che si sposta sempre in avanti e i verbi che dovrebbero sancirla sono coniugati sempre al futuro? Domande senza risposta, autoesplicative.
buonasera,
rispondo al sig. Filippo, che evidentemente fa parte di quella schiera di automobilisti che – ogni giorno – per evitare il traffico della Colombo e di via Cilicia si addentrano sull’Appia e vie traverse. Imbottigliati anche loro nel traffico, e convinti di fare un percorso “alternativo”.
Via Appia va semplicemente chiusa al traffico motorizzato, tutti i giorni. Senza se e senza ma, non dev’essere una scorciatoia per le auto. Lo dico da ciclista e da automobilista, quando dovrò tornare dall’EUR con l’automobile me ne farò una ragione, e passerò 1 h in fila invece di 55 minuti. Quando userò la bicicletta potrò non rischiare di essere travolto in mezzo ad uno dei più grandi parchi archeologici del pianeta solo perchè uno come Lei deve risparmiare 5 minuti per tornare a casa o andare al lavoro.
cordialmente
valentino
Caro Manuel Massimo,
sono perfettamente d’accordo con te che la Via Appia Antica vada preservata e tutelata.
Vorrei però invitarti ad essere meno drastico e più tollerante con i poveri residenti delle zone a sud est di Roma.
Ovvero richiedere a gran voce la chiusura 365 giorni l’anno di quel tratto di strada gioverebbe forse a quei pochi ciclo-turisti che passano alle 7:30 di un qualsiasi, ad esempio, mercoledì mattina (?), ma cambierebbe la vita a tutti coloro – mamme che accompagnano i figli a scuola, dipendenti che si recano sul luogo di lavoro, studenti, ecc. – che non sono così sportivi come voi da andare al lavoro in bici (ci andate realmente?) e che per causa di forza maggiore (non vorrei affrontare qui questioni riguardanti i mezzi pubblici…), devono usare i propri mezzi privati, che non potranno più attraversare quella vitale strada per la quale si inneggia alla chiusura perenne.
Non so dove abiti tu, ma ti posso assicurare che per chi vive in zona le strade alternative (da lato Appia Nuova dall’altro Cristoforo Colombo) sono impraticabili e già pesantemente congestionate.
C’è da dire, peraltro, che il tratto che va dall’incrocio con Via Ardeatina con l’innesto di Via Appia Pignatelli, è completamente privo di cenotafi, tombe, mausolei, marmi e/o di reperti di qualsiasi interesse e la pavimentazione è fatta a “sampietrini” e non ci sono tratti di basolato antico. Anzi è un tratto di strada che è costeggiato da alti muri dietro i quali ci sono case e/o terreni privati e di conseguenza il percorso di questo tratto di strada non presenta particolari attrattive di interesse.
Peraltro, come giustamente indichi tu stesso, esattamente parallelamente si stende il meraviglioso percorso (peraltro pedonale) all’interno del complesso Salesiano delle Catacombe di San Callisto: un percorso di grande interesse, nel verde e decisamente preferito dai ciclo-turisti rispetto all’Appia, così come dall’altro lato il Parco della Caffarella offre percorsi ben più attrattivi.
Il tratto che parte da Porta san Sebastiano e arriva all’incrocio con Via Ardeatina, è sicuramente un tratto percorso da pedoni e ciclisti per dirigersi verso l’Appia, ma sicuramente (e basterebbe fare alcuni sopralluoghi per dimostrarlo) il flusso di questi ultimi nei giorni feriali e in particolar modo nelle ore di punta del traffico locale, è assolutamente inesistente.
Una prima idea che mi permetto di suggerire, sarebbe considerare di creare una pista ciclabile in questo tratto di strada, dato che la larghezza lo consentirebbe – sicuramente fino al sottopasso di Via Cilicia, ma ci potrebbero essere soluzioni intelligenti anche sul tratto successivo – che possa anche fungere da percorso pedonale, consentendo quindi una pacifica convivenza con le auto.
Probabilmente più intelligente ed equo.
Oppure mettere dei tutor per il controllo della velocita?
O ancora, si, le telecamere, ma per controllare l’accesso la domenica estendendolo, volendo, anche ai prefestivi o al sabato, ma non nei giorni lavorativi e nelle prime ore della mattina.
Cerchiamo un modo sereno di convivere: non demonizziamo a tutti i costi le automobili che inevitabilmente molti di noi sono costretti ad usare.
Saluti
Filippo Antonacci
Non riesco a capire come una strada millenaria (la strada millenaria x eccellenza) cosi’ bella ed ancora ben conservata non sia tutelata a dovere.Dovrebbe essere invece valorizzata meglio .E’ talmente bello pedalare (e camminare)su questa via che ci sono passato + volte negli ultimi anni in bici.E’ stupenda sia per i resti archeologici che per il contesto naturale e vederla solcata da auto e bus fa davvero male.Come si fa a non capire il vantaggio che ne avrebbero tutti (in primo luogo i romani) sia in termini di salute che economici.Tra l’altro potrebbe essere collegata facilmente con i parchi della Caffarella e degli acquedotti
.. e questo naturalmente tutti i giorni e non solo 1 ogni tanto e dalle Terme di Caracalla a Ciampino.
Veramente la pedonalizzazione è stata rinviata per maltempo. Non leggete i comunicati del Sindaco???
L’iniziativa annullata per maltempo che doveva tenersi domenica 12 maggio 2019 era “Via Libera” e ne ero perfettamente a conoscenza. L’evento a cui faccio riferimento in questo articolo è l’Appia Day che invece, nonostante il maltempo, si è tenuto regolarmente pur con le criticità che ho riscontrato essendo andato di persona sul posto (come dimostrano foto e video). Sono solito informarmi e verificare sempre, per evitare di scrivere inesattezze. Cordialità, Manuel Massimo (Direttore responsabile di Bikeitalia.it).