Mobilità

De Micheli: bike lane aperte anche alle moto, il commento di Bikeitalia

De Micheli: bike lane aperte anche alle moto, il commento di Bikeitalia

L’annuncio della ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli è arrivato nel corso di un question time alla Camera: “Con il decreto legge di prossima adozione – al fine di evitare un incremento non sostenibile del traffico privato e dei relativi problemi di congestione e inquinamento e per decongestionare l’affluenza al trasporto pubblico – ho proposto, d’intesa con il ministro Costa, la promozione di forme di mobilità alternativa, la diffusione della micromobilità elettrica e l’utilizzo di mezzi di trasporto innovativi e sostenibili”.

Poi la titolare del dicastero dei Trasporti ha anticipato più nello specifico alcune novità che saranno contenute nel decreto legge in via di approvazione: “È allo studio il riconoscimento di un buono mobilità alternativa, per i residenti nelle città metropolitane e aree urbane con più di 60mila abitanti, pari ad euro 200 euro per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini, ovvero per l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa a uso individuale”.

“Con la Fase 2 – ha aggiunto la De Micheli – si metteranno in movimento circa 3 milioni di persone sull’intero territorio nazionale, molte delle quali utilizzeranno mezzi pubblici. Occorre quindi che sia le aziende dei trasporti che l’utenza – ha aggiunto – si attengano all’osservanza di misure necessarie a garantire un regolare svolgimento di questa seconda fase, al fine di ulteriormente contenere il diffondersi del contagio”.

La ministra De Micheli ha dichiarato inoltre che: “Si è proposto di introdurre nel Codice della Strada la definizione di bike lane, ovvero una corsia con destinazione prioritaria alla circolazione dei velocipedi nella quale è consentita la circolazione anche dei veicoli a motore con numero totale di ruote non superiore a tre, come ad esempio i ciclomotori, i motocicli ed i tricicli. Avremo così indubbi vantaggi sulla sicurezza e lo snellimento della circolazione”.

Il videocommento di Paolo Pinzuti, editore di Bikeitalia, sottolinea come la proposta della ministra di creare nuove corsie ciclabili – chiamandole bike lane, ma aprendole di fatto anche a mezzi a motore con velocità e masse molto diverse rispetto a quelle di una bicicletta – non farà altro che creare conflitto tra diverse utenze e pericoli per gli utenti più fragili, come i bambini:

https://www.facebook.com/bikeitaliait/videos/1560666357434943/

Se davvero le nuove bike lane dovessero entrare nel Codice della Strada per poi essere aperte a qualsiasi mezzo a motore a due/tre ruote perderebbero la loro funzione principale, quella per la quale in molte città del mondo sono state disegnate: creare percorsi veloci e sicuri per muoversi in bicicletta e promuovere la mobilità sostenibile, disincentivando l’uso (e l’abuso) del mezzo privato motorizzato, soprattutto nella Fase 2 di riapertura delle attività.

Quindi ben vengano le bike lane come corsie ciclabili per le bici, le ebike e i mezzi della micromobilità elettrica (monopattini e simili), ma che scooter, ciclomotori, moto e compagnia rombante ne restino fuori.

Commenti

  1. Stefano ha detto:

    Una persona che propone piste condivise tra biciclette e moto evidentemente non è mai salita su una bici in vita sua. Ce l’avete presente la differenza tra una signora che va a fare la spesa con la graziella e un biker con la gold wing? Ecco, la ministra no.

  2. Ciclista Realista ha detto:

    Non capisco perché in Italia deve essere tutto così complicato…
    Se ci pensate bene lo scopo delle piste ciclabili è principalmente di garantire maggiore sicurezza a chi sceglie di spostarsi in bicicletta, quindi di invogliare all’uso della bici.
    Bisogna essere realisti: non siamo stati in grado di costruire piste ciclabili in 100 anni, come si può sperare che si stravolga l’intero paese in pochi giorni ?!
    Servirebbe un miracolo!
    Personalmente ne sarei più che felice, ma se devo sentire che saranno provvisorie (quattro coni buttati lì) e perfino con l’accesso ai motocicli allora vi consiglio di lasciare stare, perché abbiamo fallito in partenza.
    Come si garantisce il distanziamento sociale se in strettissimi lembi di asfalto facciamo andare bici, monopattini, carriole, moto, hoverboard, animali da soma e pedoni?
    La soluzione è un’altra e semplicissima: in città (tutti comuni di Italia si intende) il limite di velocità deve essere ABBASSATO a 30 km/h; fuori città (strade di collegamento extraurbane tra un comune e l’altro) 50 km/h invece di 70 km/h.
    Quando si ha voglia di sgasare come pazzi, rimane l’autostrada.
    Bisogna CAPIRE che la città appartiene ai cittadini, e non a chi è troppo pigro da non potere mai rinunciare ai veicoli a motore.
    Tutti in città devono potersi muovere in sicurezza: non sopporto vedere persone anziane che non riescono neppure ad attraversare la strada e aspettano ore intere che qualche anima pia si fermi, perché gli automobilisti hanno sempre troppa fretta.
    Poi ci sono quelli che davvero vogliono usare la bicicletta e la usano, ma sono costretti anche a salire sul marciapiede per stare più sereni.
    Milano è considerata la città più all’avanguardia di Italia, in molti settori; eppure tutte le aiuole sono destinate a parcheggio, gli automobilisti fanno spostare le persone dai marciapiedi per posteggiare e tutto ciò e considerato la normalità.
    Suvvia non neghiamolo: il 99% degli incidenti sono causati dall’eccesso di velocità e dalla distrazione (principalmente da smartphone).
    Basterebbe eliminare questi cattivi comportamenti per muoversi ovunque in assoluta sicurezza, anche in assenza di piste ciclabili.
    Ringrazio Bikeitalia per l’impegno che dimostrate ogni giorno, per rendere migliore questo paese.
    alle prossime elezioni vota Bikeitalia!

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