Mobilità

Novità pro-bici del Codice della Strada: ecco come interpretarle correttamente

Novità pro-bici del Codice della Strada: ecco come interpretarle correttamente

È servita un’epidemia di portata planetaria per riuscire a introdurre delle consistenti novità nel Codice della Strada italiano a tutela di chi si muove in bicicletta.

Corsie ciclabili a Padova

Grazie all’ultimo “Decreto Semplificazioni” (DL 76/2020) vengono introdotti una serie di nuovi strumenti normativi atti a migliorare e rafforzare significativamente la circolazione delle biciclette sulle strade del nostro paese. Tra questi interventi troviamo le nuove “corsie ciclabili” (che abbiamo imparato a conoscere grazie alla lungimiranza di certe amministrazioni comunali), le “case avanzate” da predisporre nei pressi di incroci semaforici, il “doppio senso ciclabile” e le “strade urbane ciclabili“.

Diverse sono le città che non si sono fatte sfuggire le nuove norme e che anzi hanno colto al volo l’occasione per cambiare il paradigma della mobilità urbana, rilanciando con forza le potenzialità della bicicletta.

Tuttavia non tutte le realtà urbane hanno compreso appieno la portata innovativa di queste soluzioni, sono infatti sorti dei dubbi e delle perplessità sulla reale sicurezza e applicabilità dei nuovi strumenti introdotti dal governo.

Corsie ciclabili a Bergamo

Proprio per questo motivo un team di esperti del settore, 14 persone tra architetti, urbanisti e ingegneri, ha realizzato un documento rivolto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e all’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) per chiarire alcuni aspetti della normativa affinché tutte le città italiane possano dare piena e corretta attuazione alle novità a favore della mobilità in bicicletta inserite nel Codice della Strada.

L’obiettivo del team è ribadire il significato, la piena e attuale applicabilità e l’utilità delle nuove norme scritte dal legislatore, al fine di favorire la diffusione e il corretto uso di questi nuovi strumenti normativi.

Gli esperti hanno chiarito che le novità introdotte sono soluzioni già applicate nel resto d’Europa, in quei contesti dove il livello di ciclabilità urbana è molto più alto di quello italiano, segno che soluzioni di questo tipo aiutano il diffondersi della bicicletta come mezzo di trasporto.

In seconda battuta arriva inoltre la precisazione che ad oggi tutte le novità introdotte sono già applicabili, che non necessitano pertanto di alcun regolamento attuativo e che anzi esistono già indicazioni da parte del Ministero dei Trasporti su come realizzarle (ad esempio per il doppio senso ciclabile).

Casa avanzata a Milano

La parte più innovativa delle nuove soluzioni tecniche è probabilmente da ricercarsi nell’alto grado di flessibilità che caratterizza gli interventi: l’assenza di standard dimensionali minimi, la “leggerezza” di realizzazione e la possibilità di operare su strade urbane ed extraurbane sono tutti vantaggi che rendono le nuove norme italiane di livello pari alle regole europee.

Un particolare chiarimento riguarda la definizione presente del Decreto Semplificazioni che regola l’applicazione delle corsie ciclabili: quando si parla di uso promiscuo, la corsia ciclabile concorre al raggiungimento del modulo minimo di corsia di carreggiata previsto dalla normativa.
In tal caso, dice la norma, essa è impegnabile “per brevi tratti” da parte degli altri veicoli. Questo significa che la locuzione “per brevi tratti” si riferisce solo alle modalità d’uso, significa cioè che le corsie ciclabili sono utilizzabili dagli autoveicoli solo per manovre temporanee e occasionali (ad esempio per l’accesso alla sosta o per manovre di svolta, o ancora per agevolare l’incrocio con veicoli provenienti in senso opposto), dando pur sempre la precedenza ai ciclisti che la percorrono.
La norma non si riferisce quindi al loro disegno, cioè che le corsie ciclabili di uso promiscuo debbano riguardare solo tratti limitati.

Il documento viene presentato ufficialmente oggi, martedì 27 ottobre 2020, all’ANCI e gli autori sperano in una piena condivisione degli obiettivi.

Il documento è disponibile CLICCANDO QUI e lo hanno realizzato:

  • Giovanni Cardinali, ingegnere – Centro Studi FIAB Coordinatore Comitato Tecnico Scientifico Bicitalia
  • Enrico Chiarini, ingegnere libero professionista – responsabile Centro Studi FIAB
  • Andrea Colombo, consulente legale esperto in diritto amministrativo
  • Raffaele Di Marcello, architetto – Centro Studi FIAB
  • Matteo Dondé, architetto – libero professionista e Direttore scientifico di Bikeitalia
  • Alfredo Drufuca, ingegnere – Polinomia srl
  • Edoardo Galatola, ingegnere analista di rischio – responsabile sicurezza stradale FIAB
  • Paolo Gandolfi, architetto – Comune di Reggio Emilia
  • Massimo Gaspardo Moro, Centro Studi e consigliere nazionale FIAB
  • Patrizia Malgieri, architetto esperta di mobilità urbana
  • Alberto Marescotti, architetto – Comune di Padova
  • Valerio Montieri, architetto – Centro Studi FIAB
  • Marco Passigato, ingegnere – Università di Verona, Centro Studi Gallimbeni FIAB
  • Francesco Seneci, ingegnere – direttore tecnico Netmobility srl, membro direttivo CIAB Club Imprese Amiche delle Biciclette

Al documento aderisce la Fondazione Michele Scarponi Onlus.


Commenti

  1. Giulian79 ha detto:

    Molto interessante, finalmente è il caso di dire!! Perché è proprio e soprattutto di questo che si tratta, cioè della responsabilità degli automobilisti, che devono imparare a essere prudenti. In questo senso penso sia indispensabile che siano normati dei nuovi cartelli stradali da utilizzare su tutto il territorio nazionale. Molto bello vedere le strisce sulle carreggiate, e molto educativo per gli automobilisti che sia stata predisposta la possibilità di sostare in posizione avanzata allo stop semaforico, anche simbolicamente, suona come “le bici sono un mezzo di locomozione intelligente ma che necessitano di sforzo fisico, quindi vanno avvantaggiate rispetto ai mezzi a motore in caso di ripartenza da fermi”. Ma certo c’é bisogno anche di una comunicazione diffusa rispetto ai comportamenti che anche i ciclisti devono imparare a tenere, per esempio come ci si comporta in incroci con raccordi molto ampi? Come mantenere la traiettoria? Oppure nelle rotatorie di grandi dimensioni, dove generalmente il rischio di incidente grave è molto alto. Esistono dei manuali del ciclista>automobilista o il contrario automobilista>ciclista? Si tratta di un cambiamento molto delicato in un paese dove la maggior parte delle persone non va in bici e non ha idea di molti aspetti di base.

I commenti non vanno online in automatico ma vengono prima letti e moderati dalla redazione: la loro pubblicazione di norma avviene nei giorni feriali tra le 9 e le 18.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *