Mobilità

Una Ciclopolitana per la Capitale: il progetto dell’Associazione Salvaiciclisti Roma

Una Ciclopolitana per la Capitale: il progetto dell’Associazione Salvaiciclisti Roma

Il 2020 è stato un anno particolare per tanti motivi, la pandemia ha portato con sé innumerevoli conseguenze, tra le quali una necessaria messa in discussione dei nostri stili di vita, a partire dalla mobilità urbana.

Per garantire un’alternativa sicura, efficiente e sostenibile al trasporto pubblico e al tempo stesso disincentivare l’auto privata, la mobilità ciclabile è stata senza dubbio al centro del dibattito, e varie città italiane hanno iniziato i lavori per dotarsi di una rete ciclabile di emergenza.

Ciclopolitana Roma Salvaiciclisti tracciato

Nel caso di Roma, il Piano Straordinario per la Ciclabilità prevede una rete di 150 km di ciclabili transitorie, realizzate in modalità “leggera” con l’obiettivo di fornire una rete di base.

L’obiettivo è ambizioso, specie se consideriamo la situazione di partenza, e il Piano andrebbe senza dubbio a migliorare le condizioni attuali.
Ce ne rendiamo conto confrontando i due scenari su mappa:

Si intravede una parvenza di rete, tuttavia rimangono tre grosse falle strutturali nel Piano:

  • primo, questa rete ciclabile sarà funzionale e utilizzabile solo al suo completamento dato che le priorità di realizzazione non stanno seguendo criteri di funzionalità ma di possibilità effettiva di realizzazione, che risultano dunque casuali a livello di struttura globale;
  • secondo, i lavori di realizzazione procedono con estrema lentezza, sia rispetto a quanto stimato inizialmente (3 km al giorno, come dichiarato dall’Assessore Pietro Calabrese lo scorso maggio, all’indomani dell’approvazione del Piano);
  • terzo, manca un’adeguata comunicazione e narrazione del Piano, fattore che lo renderebbe più fruibile. In altre parole, le realizzazioni parziali di ciclabile continuano ad apparire senza un filo logico, e nonostante l’esistenza di un piano complessivo risultano ancora frammentate o poco utili agli spostamenti quotidiani.

Chi prenderebbe mai una linea metropolitana senza saperne le fermate, o sapendo che la linea è interrotta in un certo punto e riprenderà (forse) più in là?

Ciclopolitana di Roma, fermate e intersezioni tra i vari percorsi

E dunque chi potrebbe essere incentivato a usare la bici, se non ha modo di seguire un percorso senza uscire da percorsi sicuri?

È vero che la bici è un mezzo di trasporto col pieno diritto di circolare su strada, ma è altrettanto vero che i nuovi utenti non si sentono sicuri ad abbandonare i percorsi ciclabili per circolare.

Per questo motivo, l’Associazione Salvaiciclisti Roma ha formulato una proposta di Ciclopolitana per Roma. Varie città italiane si sono dotate di un sistema simile, Pesaro prima tra tutte. L’idea è semplice: considerare gli itinerari ciclabili come linee metro, renderle continue, segnalate e dotate di una cifra e un colore identificativi, e quindi comunicarne l’esistenza in un sistema di segnaletica orizzontale e verticale, con cartelli, infografiche, fermate e tempi di percorrenza stimati.

Seguendo il modello di W:E.B., la proposta di biciplan dell’Associazione già votata nel PUMS del 2018, l’idea è quella di considerare non più i singoli spezzoni ma dei veri e propri assi radiali e circonvallazioni anulari, disegnando finalmente quel reticolato di percorsi ciclabili che a Roma manca da tempo, con “fermate” come punti di riferimento e intersezione con altre linee, dove si può “cambiare ciclopolitana” e prendere magari un’altra linea.

Il risultato finale è questo (clicca qui per ingrandire):

Progetto completo Ciclopolitana di Roma Associazione Salvaiciclisti Roma


Se consideriamo questo modello di rappresentazione grafica, la situazione attuale appare ancor più desolante, e ogni notizia relativa a frenetiche aperture di cantieri si ridimensiona fino ad apparire risibile:

Situazione attuale 2021 prima dell'implementazione della Ciclopolitana

Per tutte queste ragioni, e ben conoscendo la lunghezza biblica dei tempi di realizzazione di un Piano, un sistema di segnaletica ciclopolitana andrebbe realizzato ancor prima del completamento della rete ciclabile, seguendo un iter parallelo a quello dei cantieri.

Segnalare delle linee sarebbero di fatto una legittimazione di quanto pianificato, che metterebbe a tacere ogni polemica da “ciclabile inutile che finisce nel nulla”, e in più darebbe di fatto delle indicazioni utili ai ciclisti urbani su direzioni, distanze e tempi per le proprie mete, magari suggerendo il percorso con maggiori tratti di ciclabile già realizzati; di fatto, poi, si ribadisce un messaggio che è già legittimo per il ciclista urbano, quello che ogni strada urbana è (anche) ciclabile.

Insomma, si darebbe fiducia a chi sfida le strade romane ogni giorno pedalando, e si darebbe un segnale a chi guida che quella strada è percorsa anche da biciclette.

Fermate della Ciclopolitana di Roma

E chissà, forse un giorno sarà normale dire: “Arrivo, prendo la linea 6 blu Prenestina fino a Piazza Vittorio e da lì la rossa per Termini: ci metto poco!”

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