Mobilità

Qualità delle piste ciclabili: tutto quello che i numeri non dicono

Qualità delle piste ciclabili: come calcolarla? Più piste ciclabili vuol dire città più a misura di bicicletta e, quindi città non più strozzate da traffico, incidenti e inquinamento?
No, purtroppo non è sempre così.

Ipotizzate di percorrere in bici una distanza di 1 km, diciamo da casa al lavoro o alla scuola dei vostri figli.
Per capire come funziona faremo alcuni esempi in cui ogni riferimento a fatti e cose realmente presenti nelle nostre città è puramente intenzionale.

Bikeitalia - Modena e i paletti dissuasori sulle piste ciclabili
Dissuasori a Modena

Il percorso a chicane

Ora immaginate che imboccate una pista ciclabile in sede propria che dopo 200 metri vi porta a un attraversamento, ciclopedonale, per arrivare dall’altro lato della strada e percorrere uno stretto marciapiede ciclopedonale di 100 metri a una corsia ciclabile, di quelle realizzate con sola vernice, che incredibilmente prosegue ininterrotta per i restanti 700 metri. Fatto?
Ora immaginate che la pista sia punteggiata di pali della luce, archetti, cassonetti, fermate dell’autobus e qualsiasi altro elemento di “arredo urbano” che si ‘ritagliano’ un po’ di spazio sulla ciclabile.

Barriere architettoniche su pista ciclabile
foto di Latina24ore.it (a proposito di qualità delle piste ciclabili)

La pista da cross

Oppure immaginate che abbiate a disposizione una pista che non sia più stata asfaltata dalla sua sfavillante inaugurazione.

Oppure che la pista passi tra una fila di alberi dove, tra un sobbalzo e l’altro causato dalle grosse radici che si diramano sull’asfalto siete così vicini alle piante che ne potreste facilmente toccare il tronco.

Percorrendola dovete inoltre fare attenzione a evitare le buche dell’asfalto che si è rotto per il movimento delle radici.

Radici sull'asfalto della ciclabile
Roma, foto di Corriere Web

La pista con ostacoli

O ancora, immaginate di pedalare accanto a una fila di auto in sosta, a lato di un parcheggio in linea. Per cui quando qualcuno esce dal posto del guidatore apre la portiera coprendo l’intera sezione della pista. Passate quindi tutto il percorso a scrutare nervosamente gli abitacoli delle automobili parcheggiate e gli spazi tra i veicoli, tenendo le mani e gli occhi vigili per evitare portiere e persone che sbucano, in cerca di spazio, tra le auto.

Effetto dooring
Effetto dooring

Qualità delle piste ciclabili: com’è andata?

Per fare la stessa distanza seguendo un percorso ben progettato, con intersezioni prive di ostacoli, barriere e angoli ciechi ci avreste messo almeno la metà del tempo, senza sentirvi delle amazzoni impegnate a districarvi tra paletti, alberi, portiere aperte e tombini, e magari l’avrebbe fatta senza difficoltà anche un bambino, un gruppo di turisti o un anziano.

Quantità vs. qualità vs. impatto sulla ciclabilità

Abbiamo messo in fila i primi esempi che ci sono venuti in mente per descrivere le condizioni standard di molti percorsi che in Italia sono ritenuti “piste ciclabili”, a causa di una serie di fattori, tra cui incompetenza tecnica, assenza di visione politica e anche per colpa di una stampa poco attenta.

È per questo che per valutare i percorsi ciclabili (e non piste ciclabili) è necessario procedere con l’analisi di altri fattori quali la tipologia, la continuità, gli arredi urbani presenti, la pavimentazione, la visibilità nelle intersezioni, etc. In caso contrario è un mero esercizio di aritmetica che non dice quanto una città sia accogliente per chi pedala.

Certamente la loro estensione è aumentata, nello specifico nei comuni italiani capoluogo di provincia il numero medio di chilometri di ‘piste’ per 100 chilometri quadrati è passato dai 20 scarsi del 2013 ai 23,4 del 2018, come illustra una recente analisi di OpenPolis, seppure ciò sia avvenuto soprattutto nel Centro-Nord del paese.

Questa tendenza è analoga a quella in merito al numero di km di percorsi previsti nei PUMS, dove sono le città di questa area geografica a prevedere la maggior parte di nuove realizzazioni. Ma questo appunto non dice alcunché in merito alla loro qualità ed efficacia.

Inoltre, nel 2021 ormai lo sappiamo che le ciclabili non sono tutte uguali e che la separazione degli usi non rappresenta un incentivo alla mobilità attiva, per quello bisogna ridurre i limiti di velocità e aumentare la sicurezza degli utenti più fragili.

Openpolis mappa ciclabili in italia
Densità di piste ciclabili nei capoluoghi di provincia, in base ai km per kmq di superficie (Fonte: Openpolis.it)

Come misurare gli spostamenti in bici

Se invece volessimo effettivamente valutare quanto sono ciclabili le città italiane dovremmo contare il numero di persone che scelgono di muoversi su due ruote e misurare le variazioni nel tempo.

Questo approccio valuta la ripartizione modale degli spostamenti, ovvero come si muove la popolazione sul totale dei viaggi compiuti. Se la percentuale di spostamenti in bicicletta cresce, allora avremo fatto un buon lavoro per raggiungere l’obiettivo di una città ciclabile.

totem contaciclisti qualità piste ciclabili
Totem contatore di ciclisti a Milano per valutare la qualità delle piste ciclabili

Ogniqualvolta leggiamo dei dati su interventi legati alla mobilità attiva cerchiamo di capire tutto quello che non dicono. Ci aiuterà a mobilitarci meglio per spazi pubblici di qualità, che siano sicuri e accoglienti per tutti.


Articolo a cura di Michele Restuccia e Gabriele Sangalli

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Commenti

  1. Avatar Volker ha detto:

    Sembra kafkiano, ma è la realtà, che manca nelle statistiche dei km di piste ciclabili.

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