Qualche giorno fa il Corriere Milano riportava interessanti dati sulla nuova ciclabile di viale Monza titolando “Viale Monza, la rivincita della pista ciclabile contestata a Milano: +276% in bicicletta e meno incidenti”.
Un titolo che ci riporta indietro con la memoria quando alcuni esponenti politici e qualche gruppo di cittadini e commercianti si lamentava dell’intervento con le classiche argomentazioni legate all’utilità di promuovere percorsi ciclabili: “non le usa nessuno, creano traffico, sono pericolose, ecc“.
Ma visto che a parlare sono capaci tutti e che a raccogliere e usare i dati invece non è sempre così semplice, dobbiamo complimentarci con l’amministrazione comunale di Milano e con i suoi tecnici che dopo 2 anni dalla realizzazione della corsia ciclabile hanno finalmente rilasciato dati certi su come sia cambiata la ripartizione modale degli spostamenti lungo viale Monza, un asse viario di ingresso alla città decisamente importante.
Dalle informazioni riportate nell’articolo del Corriere apprendiamo che il numero di biciclette è quadruplicato, passando dalle originarie 71 a oltre 267, segno evidente che la teoria “If you build them, they will come” (tradotto “se si costruiscono le piste ciclabili, le persone le usano” ndr) funziona e che anzi, per dare spazio alla ciclabilità siano sufficienti interventi semplici come ad esempio, l’uso esclusivo della segnaletica orizzontale.
Dati incoraggianti che dovrebbero spronare l’amministrazione di Sala a fare di più, a continuare sulla strada intrapresa durante la pandemia e a trasformare, anche con soluzioni in sola segnaletica, strade e arterie viarie che oggi sono poco accoglienti per chi si muove in bicicletta.
Del resto, la riduzione del traffico negli orari di punta (-7% secondo il Corriere) dovrebbe essere un ulteriore motivo per cambiare il volto delle strade di Milano e favorire l’uso delle biciclette.
Al successo di quanto fatto su viale Monza si aggiunge anche la recente dichiarazione del Sindaco Sala, il quale, durante la presentazione a Palazzo Marino del nuovo rapporto del Club di Roma in occasione del 50esimo anniversario del report “I limiti dello sviluppo”, non ha usato mezzi termini e ha detto chiaramente che entro il 2030 Milano dovrà ridurre il numero di auto in circolazione: “A Milano se non immaginiamo di costruire un modello di vita sociale in cui si passa dalle 50 macchine per cento abitanti a 40 in dieci anni, ci sarà qualcosa che non va. Non ci si può fermare sulla trasformazione ecologica, perché uno stop ora è veramente pericolosissimo”.
Un’affermazione sicuramente da apprezzare, anche se nell’intervista di Milano Today il sindaco sottolinea la necessità di cambiare la mentalità dei cittadini, un approccio al problema del traffico e della mobilità considerato ormai superato dalle grandi realtà europee.
Non si tratta infatti di cambiare la mentalità dei milanesi, ma di fare largo a un nuovo modo di muoversi in città e per farlo serve soprattutto la volontà politica di togliere spazio alle auto, il coraggio di vietare e di sanzionare i parcheggi sui marciapiedi e ancora, l’obiettivo chiaro di restituire spazio pubblico alle funzioni reali per cui è nato: incontro, socialità, commercio e movimento.
Lo dice chiaramente anche Christophe Najdovski, assessore alla guida di Parigi che nel primo mandato amministrativo della sindaca Anne Hidalgo ha dato il via libera allo stravolgimento delle strade della capitale francese per dare maggior spazio alle biciclette e in generale alle persone (per ascoltare l’esperienza parigina clicca qui).
Se pertanto l’obiettivo è rendere Milano più vivibile, meno trafficata e più attrattiva sul piano della mobilità e dello spazio pubblico, la strada da seguire con forza è una: ridurre lo spazio destinato alle automobili.
E adesso che abbiamo i dati che certificano che cambiare le abitudini di mobilità dei milanesi è possibile e dopo le dichiarazioni di Sala, quale sarà il piano dell’amministrazione milanese per dare una forte spinta alla riduzione del numero di auto circolanti?
Per capire quale sia la strada più veloce da intraprendere per trasformare le nostre città stiamo lavorando a MobilitARS 22, scopri di più su www.mobilitars.eu.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati