Mobilità

Neve a Torino: troppe auto, traffico in tilt e ciclabili ghiacciate

Scende la neve a Torino e di certo non fa notizia, in una grande città a piè dei monti e sede delle Olimpiadi Invernali 2006.

Appena un mese fa il Comune aveva predisposto il Piano Neve, con tonnellate di sale e mezzi e risorse umane, pronte a intervenire.

Il meteo era chiaro, così come scuro era il cielo. Avrebbe nevicato, era indubbio. Ma non è tutto.
L’annunciato sciopero serale dei mezzi pubblici di giovedì 15 dicembre ha fatto sì che molti utenti non si siano fidati, optando per l’unica alternativa: l’auto privata.

Ciclabile Lungodora ghiacciata foto FIAB Torino Bike Pride
Ciclabile Lungodora ghiacciata foto FIAB Torino Bike Pride

Sì, qualche ciclabile era stata salata in mattinata, pedalarci sopra era tutto uno scricchiolìo. Ma erano praticamente impraticabili già a metà pomeriggio, poco prima che tutto si bloccò. Alcuni, vista la perturbazione, non si erano fidati a scegliere la bicicletta come mezzo di trasporto per i propri spostamenti urbani.

Ed ecco altre auto per strada, ancora più traffico. Tutte pressoché vuote, con quattro amici immaginari comodamente seduti sui sedili vuoti che circondano l’autista.
Occupiamo spazio pubblico e inquiniamo l’aria, per trasportare aria.

La neve scendeva copiosa, allerta gialla: era appena iniziato il giovedì pomeriggio in cui tutto si bloccò. Qualcuno ci ha messo quattro ore a tornare a casa, nella prima periferia, dieci km a dir tanto, soprattutto chi è costretto ad attraversare la famigerata Piazza Baldissera.

Neve a Torino Piazza Baldissera traffico auto in tilt
Neve a Torino: traffico auto in tilt a Piazza Baldissera

Clacson e smog. Perché una volta che sei bloccato lì dentro, esaurita la pazienza sui social, non ti resta che aggrapparti al clacson per sfogare lo stress. A prendertela con chi ti sta davanti, bloccato a sua volta da chi gli sta davanti.

C’è qualcosa che possiamo imparare da tutto ciò?

Come sempre, ti accorgi di quanto sia importante una cosa quando questa viene a mancare.
Ed ecco che allora è stata una situazione che ci può aiutare a capire – nel caso fosse ancora necessario capirlo – come le scelte politiche sulla mobilità cittadina debbano sempre più mirare a un trasporto pubblico efficiente, su sede protetta, e sulla ciclabilità urbana e intercomunale. Oltre a disincentivare l’(ab)uso dell’auto privata in città.

Invece nei mesi scorsi abbiamo assistito a scelte che vanno in direzione diametralmente opposta: eliminazione del cordolo di protezione corsia TPL in Via Vanchiglia, la cancellazione di un nuovo tratto ciclabile di Via Gorizia, innalzamento della velocità massima nei controviali condivisi da 20 a 30 km orari, l’apertura dei varchi della ZTL il giorno dopo la nevicata.

“Eh, ma le altre città hanno la metropolitana”, è la scusa che ci sentiamo ripetere spesso. Esatto, ma a chi dire grazie? Se ci ritroviamo in questa situazione disastrosa, è solo perché per decenni e decenni la classe politica dirigente della Città di Torino ha optato per altre scelte (solo nel 2006 abbiamo visto la prima mezza linea di metro, ora in fase di espansione), avendo preferito enormi autostrade urbane a 12 corsie, di 50 metri di sezione – dove ricavare oggi un minimo spazio per la ciclabile risulta sempre un’impresa – oltre a grandi spazi di parcheggio gratuito, che adesso ogni via sembra un’autorimessa. In quadro dove una mancanza di controlli capillari contro la malasosta, un male ampiamente tollerato dalla popolazione, fa sì che le nuove realizzazioni di corsie ciclabili e case avanzate vengano immancabilmente non rispettate.

La certezza della pena, ecco cosa manca.

E mentre aspettiamo altri 15 anni (venti?), per vedere la seconda linea di metro, cosa fare?
Proseguono i diversi cantieri di nuove ciclabili grazie ai fondi ministeriali del Decreto Ciclovie (ormai in fase di ultimazione) e ai fondi europei React. A ogni progetto si ripete la stessa storia, che – come Consulta della Mobilità Ciclistica e Moderazione del Traffico, organo del Consiglio Comunale – abbiamo modo di vedere ripetersi costantemente: raccolte firme, commercianti su tutte le furie, articoli contrari sui media locali. Ma tenendo duro nonostante questo vento contro, dopo 6 mesi, tutto torna a una nuova normalità. Alcune abitudini si sono cambiate, primo passo per modificare anche la mentalità, tappa necessaria verso una vera transizione ecologica.

Si elogia sempre l’estero (“Eh, ma non siamo mica Amsterdam”), ma quando poi ti costruiscono una bella ciclabile sotto casa ecco che devi per forza criticarla.

Chissà quante firme contrarie sono state raccolte quando nel 1975 la legge italiana ha vietato di fumare nei cinema. Ma oggi, chi tornerebbe mai indietro?

Commenti

  1. Avatar Livio ha detto:

    L’auto (che più o meno tutti abbiamo) non è da demonizzare, è un’invenzione che ha rivoluzionato, ampliato e per molti aspetti migliorato le possibilità di spostamento delle persone; da demonizzare ci sarebbe solo l’uso smodato, scriteriato e ben poco razionale che le persone fanno dell’auto, questo è certo.

  2. Avatar Paolo ha detto:

    Credo sia bello sottolineare che il Comune di Grugliasco, confinante con Torino, da settimane sparge sale anche sulle ciclabili, e che ha provveduto anche a pulirle dalla neve in modo abbastanza rapido.

  3. Avatar Ettore Schioppa ha detto:

    L’auto ti potrebbe portare dove non riusciresti con altri mezzi. Ho 6 posti e la domenica andiamo dai nonni, a Natale scendiamo al sud e ritorniamo con il babbá, le sfogliatelle, le mozzarelle. Ogni tanto tolgo qualche seggiolino e carico le bici, un mobile o un elettrodomestico.
    Ma la mattina, con il traffico bloccato sta bene ferma a casa!

  4. Avatar Emanuele ha detto:

    ero in bici sia sotto la nevicata sia nei giorni successivi, ciclabili impraticabili e strade in salamoia (non vi dico in che stato la catena e i pignoni). Ma vogliamo parlare della ciclabile sul Po lato collina crollata qualche mese fa? Per quanto rimarrà chiusa?

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