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Consigli per diventare meccanico di bici oggi: intervista a Carlo Milano

Consigli per diventare meccanico di bici oggi: intervista a Carlo Milano

Aprire un negozio di vendita e riparazione di biciclette per molti appassionati rappresenta un sogno nel cassetto. Oggi, poi, con il fermento che si sta registrando nel mercato del ciclo la voglia di mettersi in proprio per trasformare la propria passione in professione rappresenta un tema di attualità. Su Bikeitalia, oltre a raccontare l’evoluzione del settore, cerchiamo di fare un punto sentendo la voce dei protagonisti.

Intervista a Carlo Milano (Milano Cicli – Napoli)

Abbiamo intervistato Carlo Milano, titolare di Milano Cicli, negozio di bici storico di Napoli: lui ha ereditato l’attività dal padre insieme al fratello e oggi, dopo la scomparsa di Enzo, la porta avanti in prima persona. La sua esperienza più che trentennale nel settore ci ha dato qualche spunto interessante e, speriamo, utile per chi vuole entrare a far parte di questo mondo.

Carlo Milano diventare meccanico di bici oggi intervista su Bikeitalia
Carlo Milano, titolare di Milano, storico negozio di bici a Napoli
Quando hai iniziato a fare questo mestiere e come si è sviluppata la tua attività nel mondo bici?

Il negozio lo ha aperto mio padre nel 1967, poi ha iniziato a lavorarci mio fratello più grande di me di qualche anno e molto portato per la meccanica. Poi sono entrato anche io e all’inizio avevamo compiti diversi: io mi occupavo più del rapporto con il pubblico e della vendita, lui delle riparazioni. Da quando mio fratello non c’è più gestisco tutto io, avvalendomi di un collaboratore, ma la mia resta un’azienda a conduzione familiare.

Con la pandemia e con il bonus bici c’è stato un boom assoluto delle vendite della bici a cui poi è seguito un rallentamento del mercato con i problemi che conosciamo: tu come hai vissuto questo periodo?

Il bonus bici ha dato una forte spinta ma sotto certi aspetti, per chi non ha saputo gestire “il dopo”, paradossalmente è stato pure un fattore negativo. Io mi sono regolato in un certo modo e mi sono trovato bene. Se prima del Covid sapevo di poter vendere – diciamo un numero a caso – 100 biciclette e col bonus ne ho vendute 200 (cioè il doppio del mio potenziale, ndr), chiaramente dopo il boom, finiti gli incentivi, ho ragionato con i numeri che facevo prima del Covid. Le aziende, d’altra parte, hanno pompato tantissimo e anche a noi negozianti hanno alzato tutti gli obiettivi. Ma il calo c’è stato, perché il mercato si è saturato ed era fisiologico e prevedibile: io ho preferito temporeggiare anziché fare ordini esagerati e mi sono trovato meglio. Colleghi che invece hanno fatto degli ordini troppo consistenti e sono rimasti col magazzino pieno.

Sei anche rivenditore delle bici pieghevoli Brompton: proprio durante la pandemia il marchio britannico ha dovuto fare i conti anche con la Brexit e il cambio nella distribuzione in Italia le loro pieghevoli da noi sono state introvabili per mesi…

Sì: se in quel periodo così favorevole per il mercato Brompton fosse riuscita a consegnare le bici come avveniva in passato avremmo fatto numeri davvero importanti.

Carlo Milano con una bici pieghevole Brompton
Formazione meccanica: oltre all’esperienza sul campo, come e dove hai imparato ad aggiustare le biciclette?

Mi tengo aggiornato e seguo i vari strumenti che mettono a disposizione le aziende: sono iscritto al portale tecnico di Shimano per i rivenditori, dove ci sono tutte le specifiche dei materiali, i video con le spiegazioni e i test; stesso discorso con Brompton che ha un programma dedicato alla meccanica ed è possibile anche prenotare delle formazioni specifiche in videoconferenza con Zoom. Poi seguo i corsi delle aziende che tratto in negozio, come Giant, con la formazione sulla parte elettrica. Ho iniziato a seguire anche i corsi di aggiornamento Bosch. Ma quando so che una bici non posso ripararla, perché non ho la preparazione adatta, in maniera molto tranquilla e umile indirizzo il cliente altrove, perché certe bici non le tratto.

Ad esempio, anche con il bonus bici, sono state vendute online e nella grande distribuzione moltissime ebike “cinesi” con componentistica scarsa e motorizzazioni di primo prezzo: ti riferisci in particolare a questo tipo di bici?

Sì e purtroppo sono bici molto diffuse ormai: solitamente quelle non le riparo, ma l’assistenza sull’elettrico la faccio con verifiche e diagnosi attraverso software dei marchi più conosciuti. Sinceramente non ho tempo di andare per tentativi su ebike “sconosciute”.

L’aggiornamento professionale: lo sviluppo dei cambi elettronici e delle ebike ha aumentato il tempo da dedicare a questo aspetto?

Con il Covid si sono molto sviluppate le piattaforme per la formazione a distanza: prima andavamo a fare la formazione in sede presso le aziende. Poi con il Covid hanno trovato uno strumento diverso e ritengo che fondamentalmente sia anche meglio: se hai un dubbio puoi rivederti il video più volte. Ed è un aspetto positivo: soprattutto per lavorazioni particolari, che non esegui spesso. E comunque oggi devi essere aggiornato sulla meccanica perché i cambiamenti sono continui.

Secondo te, a parte la pazienza, quali sono le caratteristiche che deve avere una persona per poter diventare un buon meccanico di bici oggi?

Sicuramente l’aggiornamento, poi l’esperienza che viene lavorando: io mi rendo conto che molti lavori li porto a termine anche in base all’esperienza. Poi ho anche un buon rapporto con tutti i miei colleghi e questo è un motivo di confronto e crescita. La base è stare aggiornato, non avere la pressione di essere un meccanico finito perché c’è sempre da imparare, le cose cambiano continuamente e quindi bisogna aggiornarsi. Seleziono il lavoro e tante cose non le faccio: ultimamente stanno andando molto i monopattini ma io per scelta non li aggiusto.

Quali consigli ti senti di dare oggi a chi vuole diventare meccanico di bici?

Fare delle scelte che ti consentono di iniziare a guadagnare e crescere a mano a mano: se oggi apri un’officina e vuoi partire solo riparando biciclette alto di gamma – con cambi Campagnolo Super Record o Shimano Dura Ace – diventa un po’ difficile e secondo me bisogna arrivarci gradatamente. Per diventare un bravo meccanico di bici la formazione è importante e anche ‘andare a bottega’ a imparare il mestiere è una strada, perché farlo da zero è molto difficile. Se dovessi aprire un negozio di bici oggi darei più importanza all’assistenza e alla riparazione che non alla vendita. Ed è una cosa che già sto facendo, ho tagliato molte aziende che prima trattavo: perché vendere una bicicletta è sempre più difficile, dal momento che hai la concorrenza di internet, quella del grande negozio e comunque i margini sono bassi. Bisogna avere obiettivi chiari e fare scelte ben definite.

Come lo vedi il futuro del tuo mestiere da qui a 5 anni: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Allo stato attuale quello che vedo è che comunque è un settore dove tu devi essere bravo a cambiare insieme alle evoluzioni che ci sono: mio padre quando ha aperto il negozio vendeva solo bici da corsa ed era un riferimento per tutto il Centro-Sud. Tu devi essere bravo a cambiare insieme al mercato, perché sennò poi ti trovi svantaggiato. Infatti io e mio fratello quando siamo subentrati nella gestione abbiamo inserito anche altre tipologie di bici e nel 2010 abbiamo iniziato con le pieghevoli Brompton, che per Napoli erano una novità assoluta. Insomma: devi essere bravo a capire dove va il mercato e a cambiare di conseguenza, tra tradizione e innovazione.

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