Ha suscitato un sacrosanto sdegno l’incommentabile uscita di Vittorio Feltri circa la sua preferenza per i velocipedisti investiti rispetto a quelli perniciosamente illesi e circolanti.
Da ciclista mi sono sentito direttamente minacciato da un personaggio pubblico che pronuncia simili auspici, costringendomi a gesti apotropaici che, se eseguiti in sella, possono paradossalmente favorirne l’avverarsi.
Ora la mia domanda è: fino a dove posso arrivare per ricambiare tanta cortesia? (Quanto segue è successivo alla revisione compiuta dal mio avvocato).
Se dessi del (… omissis…) a qualcuno che enuncia concetti di tal fatta, devo aspettarmi di essere querelato o si tratterebbe di difesa più che legittima?
Se invece gli dessi del (…omissis …), sarei citato in giudizio o si tratterebbe di una pacata diagnosi neurologica?
Ma non serve prendersela con chi si abbandona a siffatti sproloqui. Bisogna prendersela con chi ingaggia personaggi di tal fatta portandoli a sedere in un consiglio regionale – da cui in teoria dovrei sentirmi rappresentato – da dove possono veder amplificato qualunque loro borborigmo intestinale, invece di lasciarli ciondolare in qualche bar di periferia dove potrebbero più appropriatamente divertire i consumatori di bianchini con le loro poco innocenti sparate.
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