La bici fa male al cuore?
Periodicamente esce qualche notizia in merito a nuovi studi che dimostrano che l’attività fisica di resistenza aerobica (come correre e pedalare) provochi danni alle arterie o all’apparato cardiocircolatorio. I comunicati sui social che mostrano immagini di atleti vittime di infarto nel mezzo di una maratona diventano presto virali e sollevano una domanda: ma fare troppa attività fisica fa davvero male al cuore?
Bici e cuore: i segni che non si vedono
Questa domanda se la sono posta numerosi studiosi e cardiologi in tutto il mondo. Nello studio “Prevalence of subclinical coronary artery disease in
masters endurance athletes with a low atherosclerotic risk profile” (Merghani, Circulation, 2017) 152 ciclisti e runner e 152 sedentari sono stati sottoposti a un esame ed è emerso come il 60% di entrambi i gruppi non presentasse calcificazioni arteriose. Le calcificazioni sono degli inspessimenti delle pareti delle arterie che ne riducono l’elasticità e possono provocare sia ipertensione arteriosa che, nel caso si stacchino, ischemie. Da questo studio è però emerso che negli sportivi di resistenza le placche di calcio (più rigide) erano maggiori rispetto a quelle dei sedentari.
In un altro studio dal titolo “Relationship between lifelong exercise volume and coronary atherosclerosis in athletes” (Andreeren, Circulation, 2017), le placche erano più frequenti in sportivi che avevano un volume settimanale di allenamento maggiore. In sostanza più tempo passavano allenandosi di corsa o in bici e maggiore era l’incidenza delle placche di calcio all’interno delle arterie.
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La bici fa dunque male al cuore?
Da questi studi appare come l’attività aerobica di resistenza provochi delle “cicatrici” nell’apparato cardiocircolatorio. La bici fa dunque male al cuore? Nello studio “Coronary Artery Calcification Among Endurance Athletes” (Bagghis, circulation 2017) gli autori hanno cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno:
- È vero, gli sportivi di resistenza mostrano delle calcificazioni arteriose con un’incidenza maggiore dei sedentari ma sono in generale privi di tutti gli altri fattori predisponenti a problemi cardiaci (pressione alta, livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, glicemia, sovrappeso);
- Le placche arteriose sono create da residui di calcio e appaiono molto più dure e resistenti di quelli che di solito si trovano nelle arterie di pazienti cardiopatici;
- Le stesse placche mostrano un’adesione molto elevata alle pareti delle arterie, il che le rende meno propense a staccarsi ed entrare nel torrente ematico.
Nel libro “Exercised” l’antropologo evoluzionista Daniel Liebermann sostiene che questo tipo di calcificazioni siano in realtà un processo naturale di riparazione delle arterie in seguito allo stress dell’attività fisica di resistenza, poiché situazioni simili sono state riscontrate anche in popolazioni di cacciatori africani, che vivono nella natura e sono fisicamente attivi fino alla vecchiaia e non soffrono di patologie cardiache.
La bici è amica del cuore
La pratica di attività fisica di resistenza aerobica, come correre e pedalare, è in realtà amica del cuore. Ovviamente, come sosteneva Paracelso, “tutto è veleno, dipende dalla dose“, per cui è importante che l’atleta (ma anche lo sportivo ricreativo) si sottoponga a visite specialistiche superati i 40 anni, in modo da tenere sotto controllo l’evoluzione di eventuali problemi. In generale l’attività fisica di resistenza aerobica ha dei benefici sull’apparato cardiovascolare: aumenta il calibro delle arterie, produce ipertrofia cardiaca, abbassa i battiti a riposo e aumenta la capillarizzazione dei muscoli.
Per cui, se non abbiamo patologie specifiche (in questo caso meglio rivolgersi a un cardiologo), la bici è uno strumento perfetto per mantenere in forma il nostro cuore e il fatto che qualche sportivo soffra di problemi cardiaci è da ascrivere a casi singoli, che però non hanno una grande valenza statistica all’interno della popolazione di praticanti. Se volete tenere sotto controllo comunque l’impatto dell’allenamento in bici sul vostro cuore, potete usare un sistema non invasivo: l’HRV o Variabilità della frequenza cardiaca.
Nel 2019 l’autore britannico Adharanadan Finn, nel suo libro “L’ascesa degli ultra runner”, ha posto a 100 ultramaratoneti questa domanda: “Se scoprissi che correre lunghe distanze fosse negativo per il tuo cuore, smetteresti di correre?”.
86 su 100 hanno risposto “No”.
Concludendo
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Ho avuto un malore questa primavera senza conseguenze mentre pedalavo per andare verso Livigno, sono stato ricoverato presso l’ospedale di Sondrio reparto cardiologia ho trovato medici e infermieri competenti fortunatamente non mi è stato riscontrato nulla dopo tutti gli esami possibili e immaginabili. Li però ho notato che di ciccioni del Mac nemmeno l’ombra tutta gente anziana over 75 come è naturale e sotto quell’età solo sportivi over 40 sottopeso la cosa mi ha fatto riflettere e lo sta facendo tuttora.
Ho quasi 68 anni questa é la mia seconda stagione in bici da corsa,
deux anni fà mi hanno messo tre stents in seguito a un piccolo attacco cardiaco,
dopo un anno al primo controllo il cardiolgo mi ha confermato che il cuore non aveva lesioni ,
me di non andare oltre le 150 pulsazioni, mi sono innamorato della bici e spesso
sulle salite ( il mio punto debole) spingo fino 160/180 pulsazioni, dopo poco tempo scendono anche a 100/120,
lei cosa mi consiglia.
Anticipatamente la ringrazio
Si può avere fastidio cardiaco in seguito all’attività ciclistica di 4/5 ore anche se del giorno precedente, avere i battiti che si abbassano poiché sono presenti anche farmaci per pressione e battiti, brachicardia può essere fastidiosa.
Dal mese di ottobre fino al giorno 29 gennaio niente pedalate poiché inverno può essere condizione di fastidio per aver ripreso a pedalare ?
IN agosto sono sraro visitato dal cardiologo perché avevo una tachicardia SINUSALE, nell’immediato mi disse di astenermi dall’attività ciclistica e dopo una serie di esami di laboratorio mi aveva prescritto CARDICOR 1,5.
PERTANDO MI DISSE DI fare attività fisica giornaliera.
Ho scritto tanta roba ma è solo perché mi pongo la domanda se sia effetti collaterali della bicy oppure siano cose che non vanno d’accordo con la pedalata.
Si quello che hai riportato era una constatazione che avevo già fatto sia su di me che diversi amici facendo per professione il medico radiologo ed eseguendo spesso coronaro tac a sportivi ; aggiungo che le calcificazioni le trovi spesso anche in altri vasi magari più facilmente studiabili come quelli degli arti inferiori o quelli carotidei al collo. Deve essere un elemento che va messo nel calcolo personale del rischio di eventi cardiaci e di ictus. Bisogna però anche dire le placche calcifiche che riscontri nel sistema cardio vascolare sono più stabili essendo evento di trasformazione finale della ossidazione dei lipidi rispetto a placche non calcificate che possono più facilmente rompersi nel torrente circolatorio causando la trombosi acuta del vaso.Complessivamente in assenza di fattori di rischio noti per malattie cardiovascolari in effetti probabilmente la calcificazione che trovi in pazienti sportivi sono forse di un origine po diversa rispetto a quelle aterosclerotiche.
Fa male al cuore, quando nell’ordine: non la usi, te la rubano.
Grazie Omar gli argomenti da te trattati sono sempre molto interessanti. Complimenti per il tuo lavoro.
Grazie a te per leggermi!
Omar