Moltissimi dei nostri lettori e parecchi corsisti che frequentano i nostri corsi di formazione cullano l’idea (o il sogno) di avviare una propria attività nel mondo delle bici, in particolare aprire un negozio di bici.
Dato che le richieste di supporto sono state davvero numerose, abbiamo deciso di lanciare una guida che permetta a tutti gli aspiranti gestori di un negozio di bici di trovare la propria strada. Partiamo dal primo punto: l’idea alla base.
Indice
• Aprire un negozio: dal sogno all’iniziativa
• Valutare le reali prospettive
• Studiare le proposte presenti prima di aprire un negozio
• Definire gli obiettivi a lungo termine del negozio
• Chi ce l’ha fatta
• Aprire un negozio: concludendo
Aprire un negozio di bici: dal sogno all’iniziativa

“Un’idea, finché rimane un’idea, è solo un’astrazione” cantava Giorgio Gaber e aveva ragione. Le idee hanno valore se poi vengono realizzate. Il percorso che passa tra “vorrei tanto aprire un mio negozio di bici” all’inaugurazione è lungo e tortuoso e richiede tempo, impegno e capacità manageriali, gestione delle risorse economiche, valutazione e osservazione e una gran bella dosa di buonsenso.
Aprire un negozio di bici richiede innanzitutto la definizione del proprio modello di business, poiché tutti possono vendere biciclette ma ognuno può farlo nel modo che più ritiene idoneo. Si deve dunque definire cosa si vuole realmente fare, capire quali sono i propri punti di forza e di debolezza e valutare come mantenere alti i primi e migliorare i secondi.
Parlando con molti dei nostri corsisti ho notato come l’idea del negozio di bici sia molto romantica, come di un luogo dove passare l’intera giornata in mezzo alle biciclette. La realtà è ben diversa: un negozio di bici è un’attività commerciale come le altre, con costi vivi cui far fronte (affitto, dipendenti, riscaldamento), tasse da pagare e clientela da creare e mantenere viva.
L’obiettivo del negozio di bici non è quello di stare tutto il giorno in mezzo a telai e ruote, bensì di avere il segno più davanti all’ultima cifra del resoconto annuale entrate/uscite, poiché con questa attività si dovrà dare da mangiare a sé stessi e alla propria famiglia.
La passione è fattore determinante: se si pensa di aprire un negozio per fare una montagna di soldi, probabilmente è meglio spostare le proprie energie su modelli di business più redditizi. Attualmente aprire un negozio di bici è un’attività con alto fattore di rischio, soprattutto se ci si riempie il magazzino di biciclette di ogni tipo nella speranza di rivenderle al più presto.
L’impegno richiesto è notevole: 9-10 ore al giorno, 6 giorni su 7, per 52 settimane l’anno, fanno 3.120 ore di lavoro effettivo, su 8.736 ore disponibili in un anno. Togliendo 8 ore di sonno al giorno fanno 5.824 ore disponibili e questo significa che passerete il 55% delle vostre ore da svegli all’interno del negozio. E tutto ciò non potete sostenerlo se non siete mossi dalla passione per il mondo delle bici.
Ma la passione da sola non basta, poiché va accompagnata dal duro lavoro e da una visione manageriale della propria attività. Vi ripeto: non si apre un negozio per stare in mezzo alle bici ma per riuscire a portare a casa la pagnotta. E lo si fa con la consapevolezza che in Italia, per il 95% delle persone, una bici da 50€ comprata con i punti fragola dell’Esselunga è già una “spesa folle” per un mezzo a pedali.
Inoltre il lavoro del negoziante di bici è stagionale: in primavera e in estate si lavora molto, in autunno si sonnecchia e in inverno si rischia di trovarsi a girarsi i pollici.
Se si è davvero intenzionati ad avviare il proprio negozio di bici, per prima cosa bisogna valutare e analizzare la realtà in profondità, per capire quale sia la situazione e come poter emergere rispetto alla concorrenza, quali servizi offrire e quali no, che marchi trattare, su quali aspetti (officina, biomeccanica, accessori, servizi post vendita, bike café) puntare e da lì creare il proprio modello di business.
Partiamo con l’osservazione della futura clientela, per scoprire come va in bici e di cosa ha bisogno.
Valutare le reali prospettive

Prendetevi del tempo per osservare la città in cui vorrete aprire la vostra attività e cercate di rispondere a queste domande:
• Quante persone usano la bici?
• Che età hanno?
• Quali sono la loro professione e il loro tenore di vita?
• Ci sono infrastrutture per ciclisti?
• Cosa fa l’amministrazione per promuovere il ciclismo?
• Quante squadre amatoriali sono presenti in città? Quanti iscritti hanno?
• Il “ciclismo” e la sua cultura sono diffusi in città?
Se le risposte alle domande non sono soddisfacenti, ovvero l’uso della bici è molto scarso, l’amministrazione non fa nulla e il ciclismo è uno sport quasi sconosciuto, forse è meglio rivedere i propri sogni o spostarsi di qualche chilometro.
Aprire un negozio di bici significa avviare è un’attività commerciale che per funzionare deve diventare la risposta un’esigenza reale e sentita. È vero che le esigenze si possono creare all’interno di una comunità ma questo richiede energia e allunga i tempi di rientro dall’investimento. Meglio essere ben consapevoli della realtà attuale nella propria città e valutare con coscienza se l’apertura di un negozio di bici può realmente soddisfare un’esigenza (anche latente) nella clientela.
Se per esempio nella vostra città la maggioranza delle persone usa bici pieghevoli oppure preferisce biciclette di bassa gamma, puntare su un‘officina iperspecializzata per la revisione delle sospensioni potrebbe rivelarsi controproducente. Così come puntare tutto sull’assistenza alle squadre quando in città non ve ne sono.
Studiare le proposte presenti prima di aprire un negozio

Ora passate in rassegna gli “ipotetici” competitor, cioè gli altri negozi, officine e attività commerciali che abbiamo a che fare con il ciclismo. Cercate di capire cosa fanno e come, in cosa eccellono e in cosa invece non sono performanti. Se per esempio nella vostra città si trova un negozio Decathlon, puntare sulla mera vendita di bici di fascia bassa potrebbe essere poco lungimirante, poiché andreste a scontrarvi con un gigante del settore. Potrebbe essere invece vantaggioso puntare sull’assistenza tecnica di qualità, cosa che nei multistore di biciclette non può essere fatta per ragioni logistiche.
Prima di aprire un negozio di bici, fate un salto da tutti i competitor e se volete provate a vedere in che modo assistono i clienti, com’è strutturato il negozio, quali sono i marchi esposti, qual è il livello dell’assistenza tecnica. Per emergere non dovete copiare ciò che loro fanno bene (altrimenti sareste solo una goccia nel mare), bensì migliorare ciò che fanno male e porvi come un’alternativa qualificata e seria.
Pensate ad esempio a soluzione alternative, come quella di coniugare il negozio con un bar, creando un bike café. Oppure di mettere a noleggio delle bici per girare in città o ancora quella di fare da parcheggio custodito per i pendolari che si muovono in treno e raggiungono la stazione in bici. Potete invece decidere di puntare sull’assistenza, creando un’officina all’avanguardia e specializzata in ogni manutenzione possibile e immaginabile.
Definire gli obiettivi a lungo termine del negozio
Per comprendere seriamente se sia possibile trasformare un’idea in una realtà, si deve valutare cosa si vuol davvero fare da grandi, cioè quali obiettivi raggiungere nel lungo termine. Per lungo termine non s’intende un mese, bensì un anno, cinque anni o addirittura dieci anni di attività. Volete diventare un riferimento per la comunità, magari partecipando attivamente alla “rivoluzione ciclabile” nella vostra città? Preferite vedervi come un tecnico di riferimento, il meccanico che “ne sa” e che risolve i problemi che altri non riescono a risolvere? E’ molto importante definire i propri obiettivi a lungo termine, poiché influenzano in maniera diretta il percorso che farete e quindi gli investimenti, il lavoro e il rientro economico.
Chi ce l’ha fatta
Volete avere alcune idee o spunti da parte di persone “normali” che sono riuscite ad avviare il proprio negozio di bici? Allora potete leggere le interviste ai nostri corsisti Masterclass che sono riusciti, dopo aver partecipato al nostro corso, ad avviare una propria attività. Nello specifico potete leggere la storia di:
- Francesco (Prato): ha aperto l’officina Recycle;
- Serafino (Torino): dopo una vita come ingegnere si è reinventato con un’attività di riparazione e vendita bici;
- Adriana (Genova): la ciclista ignorante, un’officina di biciclette dove si ripara qualunque cosa;
- Alberto (Asti): terminata la sua carriera come ciclista professionista, ha speso la propria esperienza in un’officina di bici e noleggio di ebike;
Aprire un negozio di bici: concludendo
Un’idea è una bellissima cosa ma ha senso solo se viene messa in pratica. Abbiamo visto come capire se la bellissima intuizione avuta durante una birra con amici può trasformarsi in un’attività in grado di dare sostentamento a voi e alla vostra famiglia oppure se è meglio lasciare il cassetto dei sogni chiuso a doppia mandata. Se avete compreso che l’idea del vostro negozio è vincente e volete portarla avanti, il passo successivo è la pianificazione, che si effettua attraverso la stesura di un business plan.
Se volete aprire un vostro negozio di bici, noi di Bikeitalia abbiamo creato il corso Masterclass in meccanica ciclistica: si tratta di 7 giorni di lezione di cui 6 sulla meccanica e 1 specifico sul business. Dal 2015 abbiamo realizzato 20 corsi Masterclass e il 33% dei partecipanti ha avviato una sua attività entro i 6 mesi da corso. Scopri di più guardando il video:
Articolo aggiornato ad Agosto 2019
Ciao a tutti credo che serve più informazioni dei costi effettivi per aprire una attività ciclistica tipo il marchio conta tanto y come far parte di grande marchio sull’ mercato
Salve, mi permetto di aggiungere che un’imprenditore è quella persona che prima ancora di avere idee intuitive o essere un ottimo recettore, sa affrontare, gestire e risolvere tutte le varie ed eventuali che come tali, non si possono pianificare o tanto più, non si possono mettere in conto o meglio ancora, si presentano in modo differente da come si pensava. Un imprenditore è colui che di fronte a condizioni avverse e o spiazzanti, sa affrontare a testa alta e a sangue freddo la questione. In sintesi, come un lupo di mare governa la sua barca in un mare in tempesta, l’imprenditore deve avere polso e forza per non farsi prendere da ansia, panico o sconforto in nessun caso, qualunque questo sia e di fronte a qualsiasi evento. Governare una barca con mare piatto, non significa saper navigare, allo stesso modo, gestire un’attività, qualunque questa sia, in condizioni di mercato favorevoli, non significa essere imprenditori.
Un consiglio spassionato, valutate molto bene, guardatevi dentro e non mentite mai a voi stessi. Saluti.
Appassionati si diventa, imprenditori si nasce…. bisogna stare molto attenti, perchè si rischia di logorare la passione se non si fanno le giuste scelte
Ciao Michele,
permettimi di dissentire. Essere imprenditori è una cosa che si può imparare e allenare, esattamente come andare in bici, cucinare, leggere. Serve impegno, dedizione e le risorse giuste ma sono convinto che valga molto più il lavoro concreto che il semplice “talento”.
E per lavorare duramente serve passione, altrimenti non c’è motivazione che spinge a sputare sangue per ottenere risultati.
Buone pedalate!
Omar