Uno dei discorsi più frequenti tra i ciclisti riguarda il prezzo minimo che una bici debba avere per essere performante. Così come spesso, soprattutto nel mondo della bici da corsa, un mezzo in carbonio viene visto come il meglio del meglio e uno in alluminio come un “cancello”. Per questo abbiamo deciso di effettuare un test comparativo tra due bici da corsa della stessa casa, una top di gamma e l’altra entry level, per capire quale sia il reale gap.
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Indice
• Il test
• Le bici in test
• Percorso
• Risultati
• Conclusioni e guida all’acquisto
Il test
Il test che abbiamo effettuato ha messo a confronto una bicicletta con telaio in carbonio con allestimento top di gamma e una con telaio in alluminio con allestimento entry level. Obiettivo era vedere quanto incidesse il tipo di bici sulla resa di un ciclista. Per farlo non abbiamo voluto appositamente utilizzare i watt, ovvero controllare l’espressione di potenza, poiché quella dipende dalla capacità dell’atleta di generare una forza nell’arco del tempo (e quindi di saper spingere rapporti sempre più lunghi).
Ci siamo maggiormente concentrati su tre aspetti: la sensazione di affaticamento generale percepita dall’atleta (intesa come RPE o Scala di Borg), lo sforzo richiesto all’organismo (in termini di battiti del cuore) e le sensazioni di guidabilità, reattività e stabilità offerte dalle bici.
Abbiamo fatto sì che i due ciclisti in test (con diverse soglie cardiache) pedalassero sempre alla stessa velocità e con lo stesso ritmo, in modo da equilibrare gli sforzi. I ciclisti erano liberi di scegliere il rapporto e la cadenza di pedalata. Non è stato effettuato alcun bike fit ma solo un’impostazione base delle bici, in modo da far emergere eventuali correlazioni tra il tipo di bici ed eventuali problemi in sella. Obiettivo era quindi capire se e quanto una bici più leggera, reattiva e con allestimento miglior permetta di risparmiare fatica e ridurre lo sforzo durante un’uscita medio-lunga.
Le bici in test
Per effettuare il test ci siamo rivolti alla casa veneta Wilier, che ci ha fornito una bici top di gamma (101 Air) e una entry level (Montegrappa). Le due bici ci sono state fornite in taglia M.
Confrontiamo i due mezzi:
• Geometrie: se mettiamo a confronto le misure del telaio delle due bici, scopriamo che entrambe si somigliano molto. La Cento1Air presenta però un’inclinazione piantone minore (piantone più verticale), che permette di mantenere una posizione in sella più aggressiva;
• Allestimento: la Cento1Air utilizza un gruppo Campagnolo Potenza top di Gamma, mentre la Montegrappa monta un gruppo Shimano entry level Tiagra/Claris;
• Peso: la Cento1Air si presenta con un peso di 7kg con i pedali, mentre la Montegrappa ha un peso complessivo di 9,2kg, sempre con i pedali;
Percorso
Abbiamo messo a confronto le due bici su un giro di media difficoltà, della lunghezza di 63km, con un dislivello positivo di 923mt. Il percorso era caratterizzato da due salite lunghe (Bevera e ascesa a Montevecchia Alta), dei muri in pavé e una discesa lunga (discesa da Montevecchia alta a Montevecchia Alta). Si tratta di un classico giro di allenamento lungo per ciclisti milanesi.
I due ciclisti che hanno eseguito il test sono:
Risultati
Una volta rientrati dal giro, abbiamo analizzato i dati della traccia, della frequenza cardiaca e le sensazioni riportate dai ciclisti e i risultati sono stati i seguenti:
• Sensazione di fatica percepita: si tratta di una scala (creata dallo scienziato dell’allenamento Gunnar Borg) molto usata nel mondo dell’allenamento e serve a quantificare l’intensità dello sforzo percepito dall’atleta. Ha un range di valori da 6 (sforzo nullo) a 20 (sforzo massimale). I due ciclisti hanno riportato:
Come si può notare, a parità di andatura e di ritmo, il ciclista con la bici entry level ha riportato una sensazione di sforzo fisico maggiore;
• Frequenza cardiaca: i dati della frequenza cardiaca (ovvero come il cuore ha risposto allo sforzo effettuato sono stati) i seguenti:
Come si vede, il ciclista con la Montegrappa ha avuto una media di frequenza cardiaca più alta di quello con la Cento1Air (nonostante il primo abbia una fc a riposo molto più bassa). Inoltre, sulla salita più impegnativa, il ciclista con la Montegrappa ha raggiunto i 180bpm, cioè il 95,74% della frequenza massima. Il ciclista con la Cento1Air ha raggiunto un picco massimo di 167bpm, che è il 90% della HRM.
Va comunque sottolineato che non si tratta di dati “asettici”, poiché la frequenza cardiaca è influenzata da fattore come lo stress (Omar ha un figlio piccolo, Paolo no), dal tipo di allenamento (Paolo di solito si allena a un’intensità più alta di Omar), il livello di affaticamento generale dell’organismo;
• Sensazioni di guida: la Cento1Air è sicuramente parsa più reattiva sui rilanci, soprattutto sui muri affrontati dove la partenza da fermo è stata migliore che con la Montegrappa. Inoltre in salita la sensazione di affaticamento risultava minore, appunto per la leggerezza e la reattività del telaio. Al ritorno dall’uscita il ciclista con la Montegrappa ha riportato un dolore elevato alla parte lombare mentre quello con la Cento1Air una sensazione leggera di formicolio alle mani e un fastidio cervicale. Va inoltre segnalato che il ciclista con la Cento1Air ha forato e il deragliatore posteriore ha perso la regolazione, mentre la Montegrappa non ha riportato alcun problema meccanico;
Conclusioni e guida all’acquisto
Se confrontiamo i dati ottenuti dall’uscita e le sensazioni riportate dai ciclisti, possiamo notare come il ciclista con la bici top di gamma abbia faticato meno di quello con la bici entry level e ciò è confermato anche dalla frequenza cardiaca espressa durante tutto il giro e soprattutto nelle fasi più intense.
Da qui si può determinare che una bici top di gamma, con un telaio più leggero e reattivo, permetta al ciclista di esprimere la medesima prestazione con un livello di sforzo minore. Se si prende la definizione di costo energetico della pedalata (creato dal PhD Coggan), come “la differenza tra l’energia consumata e quella espressa”, si può vedere come con una bici top di gamma, dove l’energia spesa è minore, l’efficienza della pedalata in termini di costo energetico è sicuramente migliore di quella che si ottiene con una bici entry level.
Ha quindi senso preferire l’acquisto di una bici top di gamma? Dipende. Non sempre il top è meglio, poiché l’acquisto va valutato in base a ciò che si deve fare. Come abbiamo descritto in un articolo, esiste un limite di prezzo oltre il quale la spesa per il miglioramento delle prestazioni aumenta in modo esponenziale.
L’acquisto va sempre valutato in modo analitico: se l’obiettivo è la performance, allora acquistare una bici top di gamma permetterà di migliorare il costo energetico della pedalata, consentendo di mantenere gli stessi ritmi con uno sforzo minore.
Se invece non si hanno particolari esigenze di performance, una bici entry level può essere la scelta migliore, poiché la differenza di prezzo per ottenere un’efficienza migliore non ha una giustificazione.