Quando si decide di affrontare un viaggio sottozero nelle zone artiche gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, anche se si sono spesi mesi nella preparazione del materiale tecnico e del fisico.
Ma quali sono gli imprevisti più comuni? E come si risolvono?
Per quanto riguarda la meccanica della bicicletta in un articolo precedente avevamo già affrontato il problema più grande che si può presentare, ovvero il blocco del movimento centrale, e come affrontarlo.
In questo articolo ci riproponiamo di toccare invece le problematiche che non possono essere sottovalutate se si decide di voler viaggiare in autonomia in zone della terra dove le temperature sono molto rigide o semplicemente in Italia in inverno. Viaggiare in autonomia significa provvedere da soli ad un riparo, e a portare con sé cibo ed acqua.
Come dormire?
Molti degli ultra racer che partecipano a gare estreme di corsa e bici nell’artico in periodo invernale, preferiscono un semplice bivy bag (cioè una sacca di tessuto impermeabile nella quale infilarsi con tutto il sacco a pelo), per velocità di utilizzo, ma soprattutto per il peso esiguo. Noi che siamo amanti di un viaggiare lento e conoscitivo preferiamo la più comoda tenda, perché permette di avere uno spazio “vivibile” riparato dagli agenti atmosferici.
Scegliere la tenda adatta
Sulla tipologia di tenda adatta per un campeggio invernale il dibattito è ancora molto aperto. Sicuramente una quattro stagioni permette un maggior isolamento dall’esterno e trattiene meglio il calore che i nostri corpi, anche se infreddoliti, producono. Di contro però ha una pessima traspirabilità per cui qualsiasi tipo di vapore, sia esso corporeo o generato dalla cottura di cibi, rimane intrappolato all’interno. Se le temperature sono ben al di sotto dello zero, la condensa si trasforma in ghiaccio e la mattina dopo basta scuotere la tenda per liberarsene.
Se siamo, invece, attorno allo zero la condensa rimane liquida trasformando la nostra tenda in un riparo umido e freddo. Per queste temperature non molto rigide, una tenda tre stagioni è più che sufficiente. L’importante è che sia sempre composta da due strutture separate: un telo esterno impermeabile ed il cucinino interno in tela o zanzariera.
Il punto debole della tenda a basse temperature è la zip. C’è chi ha deciso di cucire delle aperture in più sulla propria tenda in modo da avere sempre una possibilità di uscita, ma forse è una soluzione estrema a volte può essere sufficiente mantenere lubrificate le zip con del grasso.
Ma dove la mettiamo la tenda quando siamo circondati solo da neve fresca?
Avere con sé una piccola pala può ovviare a questo problema. Scavare una buca nella neve, non solo permette di raggiungere uno strato più solido del terreno ma crea una protezione in più per il nostro giaciglio soprattutto dall’infiltrazione di venti gelidi.
Come mangiare?
Cucinare è una delle cose più complesse, sia nella scelta del fornello che nella modalità di preparazione dei cibi. Dimentichiamo il classico fornello a gas, le bombolette già attorno agli zero gradi smettono completamente di essere efficienti, per poterle utilizzare bisogna scaldarle! Stessa considerazione per i fornelli ad alcool come il Trangia.
Fino ai -40 °C si cucina con tranquillità utilizzando un fornello multifuel (ovvero che utilizza diversi tipi di combustibile) che permette di bruciare anche la benzina, al di sotto di questa temperatura l’unico modo per avere un pasto caldo è utilizzare la legna. A patto di trovarne sempre.
Per la preparazione del pasto dimenticate di tagliare accuratamente le verdure per fare un il soffritto e preparare un bel sughetto per la vostra pasta. Noi abbiamo provato semplicemente a tagliare dei wurstel per preparare la cena a -40 ed è stato un vero disastro, perché naturalmente era tutto congelato e quindi impossibile da maneggiare. Ideale è l’utilizzo di pasti liofilizzati/preconfezionati ai quali semplicemente aggiungere acqua calda. In commercio ce ne sono di diverse marche e garantiscono non solo calorie ma anche un discreto piacere al palato. Buoni ma non particolarmente economici.
È possibile risparmiare preparandosi da soli le monoporzioni. Nel nostro viaggio nell’artico canadese abbiamo utilizzato delle bustine di plastica resistenti al calore nelle quali abbiamo inserito: riso precotto, burro, wurstel già tagliati, tocchetti di formaggio e sale. La sera aggiungevamo acqua bollente ed in pochi secondi la cena era pronta.
L’acqua è un altro nodo fondamentale. Verrebbe da pensare che sia facile trovarla, invece è esattamente l’opposto. In un paesaggio congelato l’acqua c’è ma non si può usare, bisogna ricavarla dallo scioglimento della neve. È bene quindi avere a disposizione una buona pentola da utilizzare sia su un fornello da campeggio ma soprattutto su fuoco vivo, quindi nulla che abbia silicone o coperture che possono sciogliersi con il calore.
Scegliere di viaggiare in autonomia in zone remote anche in inverno permette di vivere un’esperienza unica di immersione nella natura ma soprattutto di farci riconnettere, per un breve lasso di tempo, con i nostri antenati che, non dimentichiamolo, si sono spostati per il mondo utilizzando attrezzature molto meno performanti delle nostre.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati