Come viaggiare senz’auto

Come viaggiare senz’auto

Come ho avuto modo di raccontare più volte, non posseggo un’auto. Le ragioni sono molte: trovo l’automobile un mezzo di trasporto troppo poco efficiente, troppo ingombrante, troppo pericoloso e troppo costoso per poter essere preso in considerazione.
Per questioni di lavoro (ma anche di piacere), viaggio molto e quando sono in viaggio, non voglio che il tempo dedicato ai miei spostamenti sia un tempo perso. Perché è così che considero ogni minuto trascorso davanti al volante: tempo che avrei potuto impiegare in modo diverso.

vivere senza auto

Mentre il mio corpo si sposta, voglio che la mia mente possa continuare a essere efficiente tanto quanto lo è mentre me ne sto a casa o in ufficio e allora voglio trascorrere quelle ore di tempo a lavorare, leggere, scrivere o sonnecchiare. Mi capita spesso di prendere appuntamenti che richiedono lunghe ore di viaggio e mi capita di utilizzare spesso questo tempo per mettermi in pari con il lavoro da svolgere.

Sono un procrastinatore cronico: non so neanche io quante volte mi è capitato di uscire di casa per recarmi a un appuntamento senza essere minimamente preparato su quello di cui si parlerà, eppure, grazie a qualche piccolo accorgimento, riesco sempre ad arrivare all’incontro perfettamente sul pezzo ed è tutto merito delle scelte di mobilità che faccio e degli accorgimenti presi.

Non posseggo un’auto, dicevo, e questo mi ha portato a farmi dipendere da alcuni oggetti che, combinati tra loro, mi permettono la massima efficienza, sfruttando il concetto di intermodalità.

Indice
Bici pieghevole
Smartphone
Batteria esterna
Borsa per il PC
Zaino
Borsetta a tracolla

Bici pieghevole


Posseggo una bici pieghevole (una Dahon Vitesse D7, per l’esattezza) che mi permette di muovermi agevolmente nel traffico in pressoché qualunque città, senza stare a pensare ai flussi di traffico, alle ZTL o ai collegamenti e agli orari dei mezzi pubblici. All’occorrenza, la posso piegare e caricare su un tram, treno (anche alta velocità) o autobus (sempre gratuitamente) o, perché no, su una macchina del car sharing e andare dove mi pare.

vivere senza auto
Al di là della comodità una volta aperta, una bici pieghevole è pressoché a prova di ladro perché, occupando poco spazio, ce la si può portare in casa o in ufficio e, in caso di appuntamenti di lavoro, offre l’occasione per rompere il ghiaccio con la persona che ci si ritrova di fronte.
Ma cos’è? Maddai! Ma che bello! Ma quanto costa? Ah, però!

Smartphone


Non starò qui ad elencare tutti i benefici degli smartphone, ma per chi compie scelte di mobilità non autocentriche, una su tutte la fa da padrone: il navigatore. Siete di Milano e avete un’appuntamento in via Volta a Pescara, come ci arrivate? Facile! Scendete dal treno, aprite la vostra pieghevole, cercate via Volta su Google Maps, studiate brevemente il percorso e poi, impostatolo in mobilità navigatore, vi infilate l’auricolare e seguite pedissequamente le istruzioni che il navigatore vi comunicherà mentre pedalate ammirando l’architettura fascisteggiante di una città che non avevate mai visto. Ed eccovi arrivati dritti a destinazione in men che non si dica e senza neppure il problema del parcheggio!

Va da se che lo smartphone è anche estremamente utile per controllare gli orari dei treni, prenotare pernottamenti o, addirittura, per telefonare.

vivere senza auto

l’intelligentofono e la batteria esterna

Batteria esterna


Quindi, ti svegli la mattina, pedali verso la stazione, sali sul treno e ti metti a controllare, nell’ordine: mail, facebook, twitter, instagram, poi una chiacchieratina su whatsapp, una telefonata e dopo un’ora in modalità 3g il vostro smartphone è già mezzo scarico. A quel punto inizi a girare come una trottola alla ricerca di una presa di corrente per ricaricare la batteria ma, se non sei a bordo di un frecciarossa, probabilmente non ti resta che fare la fila davanti al bagno del treno insieme ad altri morti di iPhone per avere accesso a 15 minuti di corrente salvifica.

Giusto? No, sbagliato.

Io ho risolto comprandomi una batteria esterna per il cellulare con una capacità di 5600 mAh che mi può caricare il cellulare fino a due volte e mezzo. Questo significa che per me è finita l’era in cui me andavo in giro come un tossico, con il cellulare in una mano e il cavetto nell’altra, alla ricerca di una presa di corrente per non finire isolato dal mondo reale (quello che usa il telefono per parlare oltre che per condividere vaccate sui social).

In commercio ce ne sono diversi modelli, di diverse capacità, dimensioni e prezzi. Alcuni sono poco più grandi di un rossetto e hanno un prezzo talmente accessibile che sarebbe da fessi andarsene ancora in giro senza. Il mio è di una sconosciuta marca cinese e, oltre ad avere l’uscita universale, ha anche un’uscita USB, utile anche per caricare qualunque altro dispositivo (prodotti Apple, tablet, macchine fotografiche, etc.).

Borsa per il PC


La borsa del PC è il mio ufficio. Dove c’è lei (e il relativo contenuto) io posso lavorare e non importa che il luogo fisico sia una stazione un treno, casa o il bar di una spiaggetta delle isole Bananas. Ovunque io sia, voglio sentirmi libero di sedermi, aprire il computer e dedicarmi alle attività che mi consentono di mettere insieme il pranzo con la cena + affitto ed extra. Il problema, però, è portarselo dietro, il PC: c’è stato un periodo in cui utilizzavo una borsa a tracolla, ma finivo puntualmente con la spalla destra segata a metà e i vestiti irrimediabilmente sgualciti, ma anche qui, ho trovato la soluzione: invece di trasportare io il PC e relativi strumenti di lavoro, li faccio trasportare alla bicicletta.
Per questo ho comprato una borsa da montare sul portapacchi della pieghevole. Si chiama Ortlieb Office Bag e ha una capacità di 21 litri, quindi abbastanza roba anche per un pernottamento fuori di una notte.

ortlieb office front

E’ ovviamente in poliuretano impermeabile e resistente a pressoché qualunque cosa e ha il sistema di sgancio rapido di Ortlieb che garantisce una massima stabilità anche in caso di buche o discese da gradini o marciapiedi. Il sistema di aggancio/sgancio è regolabile sia in lunghezza che per orientamento, in modo da adattarsi a qualunque portapacchi. Avendo io i piedi molto lunghi, ho dovuto apportare una piccola modifica al portapacchi, per allontanare la borsa dal tallone durante la pedalata.

ortlieb office back
Per quanto estremamente sgradevole, ho avuto modo di apprezzare più volte i particolari riflettenti, soprattutto quando mi sono accorto, la sera, che la luce posteriore mi aveva abbandonato.
Una volta smontata dal portapacchi, la borsa si lascia trasportare con una tracolla o semplicemente come una valigetta. Come si addice a ogni prodotto made in Germany, il look è estremamente spartano, ma quanto mai funzionale, basta dare un’occhiata all’interno per vedere come ogni cosa abbia il proprio posto con tasche e taschine.

ortlieb office inside

Zaino


Per viaggi di più giorni, mi porto dietro anche uno zaino da backpacker da 40 litri all’interno del quale alloggio i vestiti di ricambio e tutto quanto può fare all’occorrenza. Generalmente lo zaino rimane in albergo o a casa di chi mi ospita, ma quando mi sposto, finisce anch’esso legato saldamente al portapacchi della bicicletta.

In ogni caso e, ovunque vada, non può mancare tra il mio abbigliamento in bici una maglia di lana merino: leggera, caldissima, tiene caldo anche quando è bagnata, si asciuga velocissimamente e non puzza mai.

Borsetta a tracolla


tracolla cotone

Organizzato tutto il necessario tra zaino e borsa del PC, il problema è: dove metto le chiavi, il telefono, il caricabatterie, il taccuino per gli appunti, il libro che sto leggendo, la bottiglietta d’acqua, il panino, etc? Non si può pensare, ogni volta, di aprire e chiudere le borse per tirare fuori l’occorrente.

Se poi siete in sella e volete dare una ricontrollata all’itinerario, oppure sul treno e volete riguardarvi gli appunti dell’ultima riunione, non si potrà mica ogni volta scomodare quello accanto a noi per tirare fuori dalle borse quello che ci serve, no? Per questo ho riscoperto la funzione di quelle borsette in stoffa che, nelle corse, vengono date ai ciclisti per approvvigionarsi. La uso come borsello e, col tempo, ne sono diventato dipendente. Mai visto nulla di più pratico.

Sono convinto che il tempo e l’esperienza mi daranno occasione di migliorare ulteriormente sul fronte della logistica ma penso di essere arrivato a un punto in cui l’idea di possedere un’automobile mi sembra più un vezzo che una reale utilità. Anzi, se qualcuno di voi ha trovato soluzioni che a me non sono ancora venute in mente, sentitevi liberi di suggerire i vostri stratagemmi personali per la mobilità nuova, ve ne sarò grato.

Commenti

  1. buenaonda ha detto:

    Compimenti per l’organizzazione, molto tedesca :)
    Anch’io sono un felice possessore di una Dahon Vitesse D8 (a proposito penso che ci sia un piccolo refuso, è indicata la D/)
    Ero curioso di sapere quale tipo di modifica hai fatto al portapacchi , dato che montando anch’io le ortlieb ho lo stesso problema dei talloni che toccano.
    Per i miei spostamenti quotidiani, quando devo portare delle cose con me, trovo molto comodo mettere uno zaino sul manubrio davanti, fissandolo con la maniglia posta all’estremità sulla leva che piega il manubrio. Oltre ad essere pratico, poiché ho tutte le cose ha portata di mano, non da nessun fastidio e bilancia meglio il peso complessivo della bici, aumentandolo nell’avantreno, che non è male.

  2. jeby ha detto:

    Ciao,

    Per la parte “smartphone”, aggiungo la mia esperienza:

    – Mezzi pubblici: moovit o citymapper
    – Creazione percorsi bici: online con BikeRouteToaster (OTTIMO!!!) poi ripercorribili utilizzando diverse app che leggano i GPX
    – Navigazione: Co-Rider o GPS-Nav utilizzando le mappe OpenStreetMaps o, ancora meglio, OpenCycleMaps. Google Maps è l’ultima cosa che utilizzerei per muovermi in bici

    Segnalo anche un progetto interessantissimo ma aimè alla portata solo di sviluppatori e non degli utenti finali: http://www.opentripplanner.org/ piattaforma open con cui creare applicativi in grado di consigliare percorsi intermodali!

    Infine: per le borse io uso il “Handlebar adapter for head tube” di KlickFix con lo zaino “Freepack Sport” FreePack Sport, il tutto montato sulla mia Dahon Mu Uno+ (elaborata con trasmissione a cinghia e cambio 2 marce automatix)

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