L’ottavo fra gli itinerari EuroVelo è dedicato all’esplorazione del Mediterraneo, o perlomeno della sua costa nord. Partendo dallo stretto di Gibilterra infatti si attraversano Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania e Grecia per arrivare infine a Cipro, visitando entrambe le parti di questa isola purtroppo divisa in due dal 1974.

Il percorso prevede il superamento di diversi passi di montagna, e da questo punto di visto è forse uno dei più difficili della rete Eurovelo. Le infrastrutture ciclistiche sono generalmente poco sviluppate in queste zone, e le strade trafficate, specialmente in estate. La traccia fornita è stata creata rielaborando alcune tracce prese dai siti biroto.eu, bikemap.net e wikiloc.com.

ATTENZIONE: i percorsi EuroVelo sono ancora in gran parte solo sulla carta. Spesso non ci sono piste ciclabili separate, e neanche cartelli indicatori. Inoltre, la situazione sul terreno cambia continuamente: le amministrazioni locali possono decidere di far passare il percorso per una strada parallela a quella da noi segnata, magari perché lì decidono di realizzare una nuova pista ciclabile.
Spagna: 1660 km

EuroVelo 8 inizia in realtà dall’Atlantico, più precisamente da Cadice, in Andalusia. Per arrivarci, si può atterrare al vicino aeroporto di Jerez (facendo scalo a Madrid) per poi prendere un treno fino alla costa atlantica. Si esce da Cadice pedalando lungo la sottile striscia di terra che la collega al resto della Spagna in direzione sud.
Una novantina di chilometri di paesaggi quasi desertici portano a raggiungere di nuovo la costa all’altezza della cittadina di Valdevaqueros, nella parte più occidentale dello stretto di Gibilterra. Qui comincia un percorso più collinare coperto da alberi che porta alla baia di Algeciras (117 km), il principale porto spagnolo. EV8 compie un periplo attorno alla baia fino a sconfinare in Gibilterra, territorio ancora oggi controllato dal Regno Unito. Qui era posta, secondo la mitologia greca, una delle due colonne d’Ercole che segnavano i limiti del mondo conosciuto. In realtà già i popoli precedenti all’ascesa dei greci avevano superato questi limiti verso oriente: la stessa Cadice, da cui si è partiti, sembra fosse stata fondata dai fenici nell’XI secolo avanti Cristo; i fenici stessi si erano inoltre spinti ancora più in là. Ad ogni modo, il posto è sicuramente affascinante, e nei giorni sereni è facile vedere la costa del Marocco.
Buona parte di questo tratto iniziale si svolge purtroppo su strade statali abbastanza trafficate. Solo dopo qualche decina di chilometri da Gibilterra si prendono delle stradine locali più tranquille. Lungo la costa, le località balneari si susseguono praticamente senza soluzione di continuità. Il paesaggio è sempre interessante, in quanto si pedala avendo sulla destra il mare, con le sue numerose insenature, e sulla sinistra, a volte più vicine, altre volte più lontane, le colline e montagne dell’entroterra spagnolo.
A 284 chilometri dalla partenza si giunge a Malaga, città in cui giacciono i resti di almeno tre civiltà: andando nell’ordine di costruzione di questi manufatti, la prima civiltà è quella romana, testimoniata dalle rovine del teatro romano; segue la civiltà araba, che ha lasciato una fortezza, l’Alcazaba, costruita probabilmente sui resti di una fortificazione fenicia; infine, la cattedrale segna il successo della reconquista cristiana, terminata nel 1492.
Poco dopo Malaga, all’altezza di Torre del Mar (314 km), la traccia invita a fare una deviazione verso l’interno per andare a visitare Granada; si tratta di circa 140 chilometri, in cui si deve affrontare una lunga salita di 25 con pendenza media del 4% e massima del 8,5%. Se si preferisce evitarla, basta continuare dritti lungo la costa e riprendere il percorso principale a Motril (471 km). Granada, città che sorge ai piedi delle montagne della Sierra Nevada, è giustamente uno dei luoghi più famosi di Spagna; vi si trova infatti la Alhambra, una fortezza costruita dai mori nel IX secolo e rimaneggiata nel XIV, con magnifici esemplari dei tipici arabeschi geometrici.
Ritornati sulla costa l’itinerario riprende a scorrere prevalentemente pianeggiante, intervallato solo da facili salitelle. Particolarmente bella dal punto di vista paesaggistico è la provincia di Almerìa (575 km), dove le montagne, qui coperte di boschi, scendono fino in riva al mare. Attraversata la regione della Murcia, si entra nella Comunidad Valenciana, incontrando per prima la città di Alicante (910 km), sorta sui resti ancora visibili di un insediamento iberico, poi cartaginese, e infine romano. Poco dopo ecco il capoluogo regionale, Valencia (1095 km), a cui segue il confine da cui si entra in Catalogna. La Catalogna, con Barcellona come capoluogo, è una regione autonoma con una spiccata identità regionale, marcata fra l’altro dalla lingua catalana (parlata anche in alcune zone della Sardegna). Barcellona (1465 km) è una delle più famose mete turistiche spagnole, e fermandosi per una giornata si avrà tutto il tempo di passeggiare lungo La Rambla e osservare la chiesa della Sagrada Familia, la cui costruzione, iniziata nel 1882, non è ancora terminata.
Gli ultimi chilometri del tratto spagnolo di EV8 continuano fra tortuose stradine, sempre pianeggianti, che collegano le varie località balneari catalane.
Francia: 630 km
La parte francese di EV8 può essere divisa in due sezioni: la prima, nella Languedoc-Roussillon, continua lungo la costa ed è pianeggiante; la seconda, nella regione Provence-Alpes-Cote d’Azur, si inoltra invece nell’interno, per evitare le trafficate strade costiere, ed è decisamente più movimentata dal punto di vista altimetrico. L’imponente catena dei Pirenei al momento di arrivare sulla costa del Mediterraneo si riduce a delle basse colline, facilmente superabili. Il panorama non cambia molto da quanto visto in Spagna, e anche la lingua locale continua ad essere il catalano. Dopo pochi chilometri si fa una breve deviazione verso l’interno per visitare Perpignano (48 km), ma si torna subito lungo la costa, caratterizzata in questo tratto dalla presenza di numerosi laghi costieri. A Béziers (145 km) ci si immette nel tratto finale della Véloroute des Deux Mers, che collega l’Atlantico al Mediterraneo, seguendola fino a Sète (185 km). Si giunge poco dopo al capoluogo della regione della Languedoc-Roussillon, Montpellier (213 km); la città è una delle poche francesi ad avere origini risalenti “solamente” al medioevo: pare infatti che non fosse né un insiediamento gallico, né romano; oggi è una delle più grandi città francesi, sede fra l’altro di una bella cattedrale.
Manca ormai poco al confine con la regione Provence-Alpes-Cote d’Azur e, come accennato, il percorso si inoltra nell’interno. La traccia fornita non ci passa, ma sarebbe un delitto arrivare così vicini ad Avignone e non visitarla (basta prendere la strada D970 verso nord-est dopo l’attraversamento del Rodano). La cittadina fu sede dei papi durante il XIV secolo; il palazzo dei papi è ancora oggi visitabile e fa parte, insieme al centro storico di Avignone, della lista dei luoghi protetti dall’UNESCO.
Si ritorna sul percorso principale uscendo da Avignone in direzione sud-est. A Cavaillon (343 km) cominciano le montagne: si dovrà salire fino a 1200 metri circa, ma per fortuna il dislivello è distribuito in cinque salite dislocate su una distanza di ben 200 chilometri, con pendenze che raramente superano il 5%. Rimanere per un po’ lontani dal mare aumenta la varietà di Eurovelo 8 e permette di evitare le trafficate strade della costa; questo tratto è inoltre molto bello dal punto di vista naturalistico, portando a costeggiare laghi e risalire torrenti, in una regione molto meno antropizzata di quanto visto finora.
Si torna a vedere il Mediterraneo a Cagnes-sur-Mer (583 km), alla fine di una lunga e ripida discesa. Si è ormai in vista dell’Italia, e si passa in effetti per Nizza, sabauda fino al 1860. Un’ultima salita (10 km al 3% di pendenza media) conduce al piccolo principato di Monaco, nato da una contesa fra guelfi e ghibellini all’interno della repubblica ligure e sede del più affascinante Gran Premio della stagione di Formula 1. Un’altra quindicina di chilometri in territorio francese portano al confine con l’Italia.
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Info generali sul cicloturismo in Francia
Italia: 965 km

Anche l’inizio del tratto italiano è caratterizzato da erte salite. Volendo, se ne possono evitare tre continuando lungo la costa fino a Savona per poi piegare verso ovest lungo la SS29 fino a riprendere il percorso principale all’altezza di Millesimo. Se si sceglie di seguire la traccia fornita, ci aspettano tre salite con pendenze che in alcuni tratti arrivano anche al 21%. Da Millesimo (157 km sul percorso principale) un’altra salita, molto più facile, porta a superare finalmente le alpi, entrando nella pianura padana. Si pedala compiendo una specie di ampia C per andare a visitare Cuneo (228 km); i seguenti 750 chilometri saranno tutti in pianura. I campi coltivati della pianura padana, punteggiati da numerosi villaggi, lasceranno ogni tanto spazio a città più grandi come Torino (318 km), Pavia (461 km), Piacenza (532 km) e Ferrara (704 km). In questo lungo tratto – lungo il quale si incrociano sia EV5 che EV7 – la traccia segue in gran parte delle strade secondarie parallele al percorso del Po, che si attraversa un’ultima volta verso nord per entrare nel Veneto passando per Rovigo (736 km).
Si torna finalmente verso il protagonista di Eurovelo 8, il Mediterraneo, quando si giunge a Venezia (816 km); dopo averne visitato le attrazioni principali, come la Basilica di San Marco e il Ponte dei Sospiri, si torna sulla terraferma per dirigersi, sempre in pianura, verso Trieste (955 km).
Qui si ricomincia a salire entrando per un breve tratto in territorio sloveno, in zone dove è ancora vivo il ricordo della presenza italiana; si incrocia in questi chilometri anche il percorso Eurovelo 9. A Starod (993 km) si entra in Croazia.
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FIAB, referente italiano progetto Eurovelo
Croazia: 614 km
Il percorso croato è molto movimentato dal punto di vista altimetrico, e i tratti in pianura sono una rarità. Le pendenze si mantengono, con alcune eccezioni, sotto il 5-6%. Poco dopo il confine, si passa nella periferia di Fiume (Rijeka in croato, 33 km), per poi inoltrarsi nella Dalmazia. Questa è una regione ricca di storia, abitata fin dalla preistoria e facente parte dell’Illiria romana. Salona (Solin), che si incontra poco prima di arrivare a Spalato (Split in croato, 345 km), era la capitale dell’Illiria, e i resti dell’insediamento romano sono ancora ben visibili. Spalato stessa era la sede di un imponente palazzo dell’imperatore Diocleziano, ed è poi stata parte di numerosi dominii, da quello dei magiari a quello dei veneziani; ne è risultata, in questa città come in tutti i Balcani, un affascinante commistione di culture, solo in parte rovinata dalla pulizia etnica dei primi anni novanta; e fra le varie culture quella italiana ha sempre giocato un ruolo non di secondo piano, come testimonia ancora oggi la vivace comunità italiana di Spalato.
Lasciata la città, ci si inoltra di nuovo nell’entroterra croato, nella regione della Krajna, duramente colpita dalle recenti guerre, fino a lambire il confine con la Bosnia nei pressi di Podprolog (445 km). A Porto Tolero (464 km) un veloce tratto in traghetto porta verso Trpanj evitando così di entrare in territorio bosniaco, con le conseguenti difficoltà burocratiche.
La costa croata offre in questo tratto dei bellissimi scorci molto apprezzati dai numerosi turisti; la “perla dell’Adriatico” è poi naturalmente Ragusa (Dubrovnik in croato, 578 km); la città ha un’altissima concentrazione di monumenti, soprattutto chiese di epoca barocca e installazioni militari; il bombardamento subito dall’antica cittadella durante i primi anni novanta è fra le pagine più tristi di quelle assurde guerre.
Continuando fra diversi saliscendi, che offrono prospettive sempre nuove sul Mediterraneo, si giunge al confine con il Montenegro.
Montenegro: 160 km
Il percorso montenegrino è breve ma comunque molto interessante. Anche qui si dovranno affrontare numerose salitelle, con rari tratti di pianura.
Si comincia subito con il “pezzo forte” offerto dal piccolo stato balcanico: la città di Herceg Novi, dal nome di Castelnuovo durante la dominazione veneta (10 km); è un importante centro termale da cui è possibile raggiungere, via barca, numerose spiagge; si trova all’inizio della Baia di Kotor, che EV8 poi segue fedelmente. Per la bellezza del suo ambiente naturale, e per l’alta concentrazione di monasteri ortodossi e cattolici, la baia è bene protetto dall’UNESCO.
Dopo aver compiuto il periplo della baia, si continua verso sud lungo la costa, attraverso varie altre località turistiche, come Petrovazzo (90 km), per giungere al capoluogo di provincia, Bar (Antivari durante il dominio veneziano, 113 km), dove sono ancora ben visibili le rovine dell’antica zona fortificata.
All’altezza di Ulcinj (135 km) si torna verso l’interno per sconfinare in Albania.
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Portale turistico montenegrino
Albania: 355 km

Il recente ingresso dell’Albania nella NATO testimonia il parziale successo degli sforzi fatti da questo paese per riprendersi dopo il caos degli anni novanta. A differenza delle terre che la circondano, e su cui abbiamo pedalato fino ad ora, in Albania non si parla una lingua slava, ma una lingua che probabilmente è derivata dall’antico illirico.
Entrando nel paese, si affronta per la prima volta dopo tanti chilometri un tratto di pianura. Questo ci porta inizialmente a Scutari (Shkodër, 11 km), città che sorge sul lago omonimo; è una città antichissima (era la capitale degli Illiri) dalla storia molto varia, oggi un importante centro turistico per via del lago e dei resti di diverse civiltà.
Dopo questo excursus nell’entroterra, si torna verso il Mediterraneo, tornando a vederlo all’altezza di Alessio (Lezhë, 45 km). In questo tratto si pedala lungo una strada statale che tuttavia non dovrebbe essere troppo trafficata.
Un altro lungo tratto in pianura, fra campi coltivati e piccoli villaggi, porta alla capitale Tirana (107 km). Si tratta di una città affascinante per la diversità degli influssi culturali che la caratterizzano, da quelli ottomani a quelli italiani risalenti all’epoca fascista. Qui però finisce la pianura e si ricomincia a salire: 15 km con pendenza media al 4,7% (e massima al 11,4%) portano nella provincia di Elbasan, nell’Albania più interna, montagnosa e povera.
Il resto del percorso albanese si svolge lungo tortuose strade collinari, senza più attraversare grandi città: il modo migliore per sperimentare la grande ospitalità che caratterizza questo popolo.
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Portale turistico albanese
Viaggio in bici in Albania
Grecia: 480 km

Anche se EV8 è il percorso del Mediterraneo, il tratto greco si svolge quasi interamente nell’interno, per raggiungere più velocemente Atene e il mar Egeo.
La prima parte del percorso greco continua ad essere caratterizzata da diversi saliscendi. Dopo 52 chilometri si giunge al lago Pamvotis, con la città di Ioannina dal lato opposto a quello in cui ci troviamo. Vale forse la pena di allungare un po’ per fare il periplo del lago e visitare la città, con il teatro di Dodona molto ben conservato. Inizia qui l’ultima grande salita di EV8, distinta in diversi tratti per un totale di 40 km con pendenza media del 4%. La cima, il passo di Metsovo, divide la Macedonia, dove abbiamo pedalato finora, dalla Tessaglia.
Si continua pedalando lungo strade secondarie fino a Kalabaka (169 km), una delle più belle città greche, grazie alla presenza dei Meteora, degli antichi monasteri ortodossi nelle montagne della zona. Da qui si passa su una strada statale che conduce, dritta e in piano, verso il cuore della Tessaglia.
Solo all’altezza di Domokos (265 km) si torna a salire, sempre verso sud-est, arrivando poco dopo a Termopili (312 km), luogo simbolo delle grandi battaglie fra la civiltà greca e quella persiana nel V secolo a.C. In effetti molti, fra i luoghi che si attraversano lungo il tratto greco di EV8, fanno tornare alla mente ciò che si è studiato a scuola. Più avanti infatti si trova Tebe (411 km), città che storicamente è stata una grande rivale di Atene.
Un ultimo tratto collinare unisce il corpo principale della Grecia alla regione dell’Attica, dove sorge la capitale Atene (480 km). La città è purtroppo devastata dal cemento e conserva ben poco del fascino legato al suo nome, con la grande eccezione naturalmente dell’Acropoli, straordinario sito archeologico da cui si domina la città. L’emozione di attraversare i Propilei e trovarsi davanti il Partenone è un ottimo coronamento a quanto di bello si è visto lungo Eurovelo 8.
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Sito sul turismo in Grecia
Cipro
Eurovelo 8 ha un’appendice nell’isola di Cipro. Dal porto di Atene, il Pireo, un servizio regolare di traghetti porta a Limassol, nella parte greca di Cipro. L’isola è infatti divisa in due da quando, nel 1974, l’esercito turco ne invase la parte nord, instaurando una repubblica indipendente. Da allora l’ONU controlla una “buffer zone” fra le due parti per evitare incidenti.
Seguendo le strade costiere è possibile compiere un periplo dell’isola (verso ovest o verso est) fino a giungere alla capitale Nicosia; questo è l’unico punto in cui è possibile attraversare la “frontiera” ed entrare nella zona turca (se si tenta di attraversare la “buffer zone” in altri tratti si dovranno fare i conti con pattuglie militari e campi minati).
Per tornare in Italia, l’aereoporto di Nicosia è collegato con quelli di Roma e Milano.
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Portale turistico cipriota
Altre info: Andrew Sykes, insegnante inglese già famoso per aver scritto un libro sulle sue avventure lungo Eurovelo 5, sta preparandosi ad affrontare Eurovelo 8 nell’estate del 2013, in senso però contrario a quello ufficiale. Potete seguire i suoi preparativi sul suo sito, dove troverete anche una grande quantità di informazioni aggiuntive su Eurovelo 8.
EuroVelo
Tutti gli itinerari Eurovelo

Eurovelo 1: la costa dell’Atlantico

Eurovelo 2: il percorso delle capitali

Eurovelo 3: la via dei pellegrini

Eurovelo 4: il percorso dell’Europa Centrale

Eurovelo 5: via Romea Francigena

Eurovelo 6: dall’Atlantico al Mar Nero

Eurovelo 7: il percorso del sole

Eurovelo 8: l’itinerario del Mediterraneo

Eurovelo 9: dal Baltico all’Adriatico

Eurovelo 10: il giro del Mar Baltico

Eurovelo 11: il percorso dell’Europa orientale

Eurovelo 12, il percorso del mare del Nord

Eurovelo 13: il percorso della Cortina di Ferro

Eurovelo 15, la pista ciclabile del Reno

Complimenti per il post, davvero interessante…
Vorrei raggiungere il Marocco da Venezia volevo sapere se il percorso è interamente praticabile.
Grazie
bellissimo servizio e molto chiaro e spiegativo,magari riuscire a farne almeno una parte