Il diario di viaggio di Graziano Majavacchi, un viaggio in bici tra le bellezze della Cornovaglia
Il vento spazza il cielo, mentre le nuvole corrono veloci a oscurare il sole e, magari solo per cinque minuti, la pioggia scende forte – in gergo le chiamano “showers” – bagnando noi e le verdi colline che digradano sull’oceano, che ribolle di schiuma sugli scogli. Siamo in Cornovaglia, la punta sud-ovest dell’Inghilterra, che si tuffa nell’immensità dell’Oceano Atlantico.
Il clima mutevole della Cornovaglia
In Cornwall il meteo cambia con la velocità della luce. Su queste stradine strettissime e i tortuosi sentieri sterrati, dopo quasi dieci anni di assidua frequentazione, riesco ancora a divertirmi ed emozionarmi ogni volta che trovo il tempo e la voglia per un’uscita in bici.
Rigorosamente in mountain bike, perché qui, in questa terra ruvida e un po’ nascosta, non esiste un metro (anzi, una yard!) di pianura. I brevi ma tostissimi saliscendi, specialmente quelli appena fuori casa, lasciano subito un segno indelebile nei polmoni e nelle gambe.
Sfide in bicicletta tra salite e discese
I tornanti sono cosa rarissima; solitamente si sale dritto per dritto, per 700 o 1000 metri, con pendenze toste spesso superiori al 15%, per poi scendere subito. E così via, su e giù per tutto il tempo della pedalata.
Se la voglia di soffrire e sudare non è al massimo livello, allora è meglio restare sul divano, a sorseggiare un tè caldo e gustarsi uno scone con l’uvetta.
Le ruote grasse della mountain bike, secondo me, si sposano perfettamente con l’ambiente circostante e, nel corso degli anni, tra continui saliscendi, il divertimento in bici è sempre aumentato, giro dopo giro.
Pedalare tra villaggi e paesaggi mozzafiato
Pedalare tra i piccoli villaggi di pescatori che punteggiano la costa, con le barche e le spiagge, e attraversare gli alberi che ricoprono interamente lunghi tratti di stradine circondate dai famigerati muri a secco coperti dal verde, ha un effetto molto rilassante, quasi calmante. Almeno per me.
E poi ci sono loro, a volteggiare nel cielo: i corvi neri e lucidi e i grandi gabbiani che puntano decisi al cibo che hai tra le mani.
Colori e atmosfere della Cornovaglia
Il blu scuro dell’oceano e il verde cupo delle boscaglie sono i colori predominanti di un territorio aspro, dove, tranne che per 40 giorni a mezza estate, regna sovrana la tranquillità.
St. Ives, Land’s End, Lizard Point, Kynance Cove, Mousehole, Penzance, Porthleven, Portreath, Marazion (la versione inglese di Mont-Saint-Michel), i sentieri lungo la costa, i sentieri nascosti del Tehidy Park, il faro bianco di Godrevy con le foche che riposano sulla piccola spiaggia. Il rumore delle onde, il vento teso, la pioggia e il freddo sono per me il quadro perfetto.
Il rispetto per i ciclisti in Cornovaglia
In questa regione i ciclisti non si sentono mai sotto “attacco”. Qui regna il rispetto assoluto per il pedalatore: gli automobilisti locali mantengono sempre una distanza di sicurezza di 20-30 metri, aspettano e, quando possibile, superano in sicurezza, salutando con un cenno della mano. Niente di complicato, solo un po’ di rispetto, calma e pazienza, e ognuno va per la sua strada. In fin dei conti è una ricetta molto semplice, che dovremmo provare a fare nostra prima o poi.
Meditazione finale: una lezione da imparare
Quello che da noi sembra un miraggio irraggiungibile – la sicurezza in strada – qui è la norma. Anche se pedalare sul lato sinistro non mi fa sentire completamente a mio agio, è così che funziona qui. Meditiamo, ragazzi. E mentre la marea sale, eccome se sale, premiamo forte sui pedali: di strada ce n’è ancora molta da fare.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati