Italia: attività fisica e bambini. Cronaca di un futuro disastro

Per parlare di attività fisica e bambini, partiamo da una scena:

Puglia, mare (ma potrebbe essere qualunque luogo).

Bambina di 10 anni, in leggero sovrappeso, sale su uno scoglio alto quanto un gradino. Si leva un urlo: “Marì, scendi, scendi che ti fai male”. La bambina rimane interdetta, per scendere deve piegarsi in avanti e poggiare le mani sulla roccia per trovare l’equilibrio (lo scoglio era alto come un gradino). Arriva la mamma, la solleva e le dice: “Marì, non lo fare più, puoi romperti una gamba”.

Mi è capitato di assistere a questa scena durante la mia vacanza. In quell’istante ho immaginato la bambina da adulta, quando si troverà ad affrontare i problemi che la vita ci mette davanti: gli esami, i colloqui di lavoro, accendere un mutuo, la malattia, qualunque cosa. E non saprà cosa fare, perché non le è mai stato permesso nemmeno di risolvere un banalissimo problema motorio: salire e scendere da uno scoglio alto quanto un gradino senza cadere. Ho così pensato alla responsabilità di noi genitori, anche se non ne siamo ben consapevoli: crescere una generazione di esseri umani e non di future piante grasse.

attività fisica e bambini

Purtroppo la situazione nel nostro Paese è davvero disastrosa su questo fronte: i bambini e ragazzi italiani sono tra i più sedentari in Europa. Il movimento dovrebbe essere parte integrante della vita dell’essere umano in età evolutiva. Infatti il movimento viene vissuto come la risposta motoria a un problema cognitivo, per cui la privazione dell’attività fisica ha ripercussioni anche sullo sviluppo psico-cognitivo del bambino. Attraverso il movimento il bambino esprime le proprie emozioni e impara a confrontarsi con i coetanei e gli adulti. 

Oggi i bambini tendono a essere molto più sedentari che negli anni ‘70 e la tendenza è che siano anche più obesi e che trascorrano molto più tempo in luoghi chiusi senza contatto con i coetanei. E’ stato visto che la riduzione del movimento, che è da considerarsi dilagante, nelle generazioni in fase evolutiva ha ripercussioni a vario livello su:

  • Sviluppo muscolo-scheletrico ;
  • Capacità di analisi e valutazione;
  • Sviluppo di capacità coordinative e di successive abilità motorie;
  • Riduzione della capacità senso-percettive e del conseguente schema corporeo;
  • Elevati indici di massa corporea e ripercussioni sulla salute da adulti;

In giovani sedentari di 14 anni è stata notata una riduzione della percentuale di matrice ossea pari fino al 36% in meno rispetto ai compagni che praticavano sport con regolarità. Dato che in tale periodo della crescita vi è lo sviluppo dell’apparato scheletrico, si pensa che questi individui saranno inclini a soffrire di osteoporosi sin dalla media età adulta.

Le ricadute a livello sociale sono altrettanto importanti: i giovani sedentari risultano essere in media più aggressivi, sviluppano un’incapacità di accettazione di critiche produttive, sono maggiormente tendenti alla violenza, alle droghe, al tabagismo e presentano livelli di autostima molto bassi.  Promuovere l’attività fisica diventa quindi non solo una necessità per la salvaguardia della salute ma anche per il miglioramento del tessuto sociale futuro.

Nel caso dei giovani è importante sempre ricordare che esistono fasi sensibili dove si deve prediligere lo sviluppo di determinate capacità condizionale e coordinative. Oltre all’alternanza tra fasi di turgor e proceritas (ovvero di fasi sensibili dello sviluppo scheletrico-muscolare), è bene contestualizzare anche l’attività da svolgere in base all’età del soggetto, per cui è difficile definire una modalità univoca di intervento per ridurre la sedentarietà in questa speciale fascia della popolazione.  Si dovrà partire sempre con attività ludico-motorie che poi possano svilupparsi in lavori più specifici per l’attività sportiva prescelta dal soggetto ma l’obiettivo principale deve rimanere quello di creare nel bambino/adolescente un’abitudine al movimento e all’attività fisica che permanga anche da adulto. Ci si deve dunque basare sul concetto di carico motorio, che deve essere allineato alle capacità dell’individuo e alla fase di sviluppo che sta attraversando. Non possiamo dunque pensare di risolvere il problema semplicemente con l’iscrizione alle attività sportive, bensì dobbiamo far sì che i ragazzi e i bambini si muovano di più nell’arco dell’intera giornata e non solo nell’ora di allenamento.

Le linee guida per l’attività fisica del bambino/adolescente sono le seguenti:

EtàForzaRapiditàResistenza organicaCapacità CoordinativeMobilità articolare
6-8Blando intervento sul trofismo muscolareIntervento progressivoInstabilità psicologica per attività prolungateEtà ottimale Blando intervento
9-

11

Intervento progressivo sul trofismo muscolareEtà ottimale Intervento progressivoEtà ottimale Età ottimale 
12-14Intervento progressivo (carico naturale)Tende a specializzarsiIntervento progressivoTendono a stabilizzarsiEtà ottimale 
15-16Progressivo intervento (forza generale e forza rapida) con carichi naturali e pesi liberiTende a decrescereEtà ottimale per la resistenza specificaAlcune tendono a decrescereTende a decrescere

Il problema è che, in Italia, l’attività fisica dei bambini non venga considerata strategica per la società e questo comporterà numerose ricadute negative nel futuro. Se andiamo ad analizzare uno degli aspetti più naturali della fanciullezza, ovvero l’attività ludica all’aperto, le statistiche mostrano una realtà molto negativa:

 

Nel grafico si valuta la percentuale di bambini che non gioca, cammina o pedala all’aperto in modo regolare. In media nel nostro paese il 20% dei bambini non gioca all’aperto con gli altri regolarmente. Questa situazione richiederà un intervento importante da parte delle realtà istituzionali ma anche un cambiamento della mentalità genitoriale, che tende a essere sempre più soffocante e opprimente verso i propri figli, limitandone molto il tempo in movimento. Le cause di questa vera e propria epidemia di sedentarietà tra i giovani italiani è dovuta a soprattutto alla preferenza verso attività come guardare la tv o giocare ai videogiochi. Si stima che in Italia il 50% dei giovani sotto i 18 anni passi più di 2 ore al giorno guardando la tv o giocando ai videogiochi.

Dobbiamo assolutamente intervenire e prima di lanciare proclami al Governo o ad altre istituzioni dobbiamo essere noi genitori a impegnarci affinché i bambini vivano in modo più attivo.

Ho già scritto alcune considerazioni sul tema, dove potete andare a vedere come attuare delle strategie per migliorare il volume di attività fisica dei vostri figli:

Genitori e figli, pedalare insieme fa bene

Cari genitori, se amate i vostri figli mandateli a scuola in bici

La responsabilità del loro futuro dipende da noi.

Commenti

  1. Avatar massimiliano ha detto:

    Caro Omar, è ero che i genitori dovrebbero fare di più ma le competenze motorie (devono essere stimolate e acquisite grazie all’educazione fisica nelle scuole….ma ormai questa materia si fa poco e a volte non bene (non voglio dire che è cosi dappertutto). poi ci siamo noi genitori ed eventualmente gli sport fuori dalla scuola….è dura Omar!

  2. Avatar Cla ha detto:

    Ho avuto al mio beb come clienti una famiglia ( 5 adulti, 2 ragazzi) di San Severo, Puglia. I 5 adulti erano tutti sopra il quintale, i 2 ragazzi leggermente sotto. I 5 adulti tutti fumavano.
    Hanno detto che a Gardaland ci si diverte molto!!!

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