Sull’onda della campagna #cyclesafe per la sicurezza dei ciclisti promossa dal Times, lunedì scorso si è tenuto un evento rivolto in particolare ai cittadini di Londra che si spostano in bicicletta, nell’ambito della campagna elettorale per la corsa a sindaco della City, le cui elezioni si terranno domani 3 maggio. Per il bike blog del Guardian questa è però una novità che interessa tutti, anche i non londinesi, e a questo punto anche noi italiani che da due mesi abbiamo assistito all’ascesa di #salvaiciclisti.
Ecco le due principali ragioni secondo il giornalista Peter Walker.
In primo luogo l’evento è stato un indicatore eloquente di come anche chi usa la bici possa cominciare a fare la voce grossa, ruolo in genere spettato sempre agli automobilisti e relative lobby. Tutti e quattro i candidati (l’attuale primo cittadino e conservatore Boris Johnson, il suo predecessore e principale sfidante, il laburista Ken Livingstone, il funzionario di polizia e democratico Lib Dem Brian Paddick, e il Verde Jenny Jones) hanno dedicato ampio spazio nei loro programmi ai problemi e alle esigenze dei ciclisti urbani di Londra.
Per molti la capitale inglese potrebbe e dovrebbe essere una città più “bike friendly“; secondo alcune analisi infatti sarebbero attualmente circa 500 mila le persone che utilizzano la bicicletta a Londra nell’arco di una settimana, e si spera di raggiungere numeri importanti anche nel resto del Regno Unito.
La manifestazione #cyclesafe di sabato 28 aprile (in contemporanea con #salvaiciclisti) a cui hanno partecipato 10 mila cittadini (50 mila a Roma) è stato l’ultimo lampante segnale che le politiche sulla mobilità leggera devono cambiare, e gli spostamenti in bici e a piedi devono essere resi più sicuri oltre che incentivati. A chiederlo adesso sono in tantissimi e i politici hanno capito che ci sono in palio un mucchio di voti da non farsi scappare.
L’altro motivo lo si intuisce di conseguenza: la linea suggerita dai candidati a sindaco potrebbe essere ripresa e seguita dai rispettivi partiti a livello nazionale. Siamo ancora lontani da questo obiettivo ma ciò non toglie non sia da escludere.
Entrando minimamente nel merito di alcune di queste promesse, l’attuale primo cittadino Boris Johnson ha garantito in caso di rielezione un ulteriore aumento del numero di stazioni e biciclette del servizio di bike sharing sponsorizzato dalla Barclays, che comunque resta attualmente uno dei più alti in Europa.
Livingstone e Paddick hanno invece puntato su qualcosa di nuovo, promettendo che l’ente “Transport for London” (l’unico su cui l’amministrazione locale esercita un reale potere), farà della sicurezza di ciclisti e pedoni la massima priorità in tutte le decisioni.
Insomma, per favorire la ciclabilità ci sono diverse soluzioni perseguibili, in Inghilterra come in Italia, ognuna che rispetti le esigenze e le caratteristiche della città in cui viene applicata. Quello che Walker fa però notare è che per la prima volta i candidati a sindaco si stanno giocando l’ambita poltrona facendo a gara a chi più perseguirà l’interesse dei ciclisti; una cosa che, come lui stesso ammette, mai avrebbe potuto prevedere.
p.s. A Roma nel 2013 ci sono le amministrative, in alcune città addirittura prima. Chissà che i vari candidati non si siano già fatti la domanda: “quanti voti porta accontentare i salvaiciclisti?”
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