Bicifestazione Salvaiciclisti – Fori Imperiali. Sono passati esattamente 10 anni da quel 28 aprile 2012: “Veni, Vidi, Bici: l’Italia cambia strada”. Questo il motto della manifestazione nazionale promossa dal movimento Salvaiciclisti a Roma. Quel caldissimo pomeriggio di primavera (28°C e sole pieno) alle 15:00 i sostenitori della ciclabilità urbana – dopo la critical mass digitale dell’8 febbraio 2012 che aveva avviato la campagna sui social – si sono incontrati nel cuore di Roma arrivando da tutta Italia per chiedere “città a misura di bicicletta”, ripensando radicalmente la mobilità nei centri urbani congestionati dal traffico e soffocati dallo smog. Una manifestazione aperta a tutti, ad eccezione dei veicoli a motore e dei simboli di partito.
Istanze che oggi – a distanza di 10 anni, così come lo erano anche 5 anni fa – sono più attuali che mai: lo dimostra quello che sta succedendo nelle principali città del mondo sul fronte della ciclabilità e della mobilità demotorizzata, tanto che le infrastrutture per le bici e le azioni di moderazione del traffico sono cresciute esponenzialmente anche in risposta ai due anni di pandemia che hanno velocizzato questo processo di cambiamento pro-bici, ad esempio a Parigi.
Amarcord: quel giorno “Io c’ero!”
Ricordo bene quel giorno che mi ha fatto prendere coscienza dell’importanza della bicicletta come mezzo per il cambiamento della società: avevo seguito la nascita del movimento Salvaiciclisti da cronista, quel giorno mi sono ritrovato a documentare la bicifestazione come un grande evento e ricordo la diretta-fiume su Twitter – quando i tweet contenevano al massimo 140 caratteri e la foto a corredo del testo era un link a parte – e l’articolo scritto per strada direttamente dal Blackberry.
28 aprile 2012: Veni, Vidi, Bici
Quel 28 aprile 2012 dimostrò che il tema della sicurezza stradale dei ciclisti (tutti i ciclisti: urbani, sportivi, cicloamatori) era molto sentito, l’urgenza di ritrovarsi dal vivo per strada aveva innescato una reazione a catena trasformando quello che doveva essere un sit-in statico di poche centinaia di attivisti in una manifestazione di piazza (con tanto di corteo anarchico in giro per la città) da svariate migliaia di persone: 50.000 secondo gli organizzatori, in ogni caso davvero tantissimi che hanno riempito tutta Via dei Fori Imperiali da Piazza Venezia fino al Colosseo.
La piattaforma Salvaiciclisti
Nelle foto scattate quel giorno rivedo tanti volti di persone amiche di bici: persone che leggendo questo articolo si diranno “Io c’ero!” e magari troveranno nei loro archivi foto e video di quella giornata. Il programma della bicifestazione dei Fori Imperiali del 28 aprile 2012 si è svolto secondo questa scaletta:
- Dalle 15 alle 15.45 i saluti dalla campagna #salvaiciclisti, musica, intrattenimenti e giochi per i più piccoli.
- Alle 15.45 il microfono va ai coordinamenti locali di #salvaiciclisti, per parlare delle proprie esperienze.
- Alle 16.30 flash mob ‘Tutti giù a terra’, con la bicicletta, per ricordare la strage di ciclisti: 2.500, uccisi sulla strada in meno di dieci anni.
- Alle 16.35 il coordinamento annuncia i prossimi appuntamenti. Cambio di programma nel finale. La questura non aveva autorizzato gli eventi collaterali post sit-in ai Fori Imperiali, ossia la pedalata collettiva per le vie della città e l’arrivo di una delegazione a Porta Pia davanti all’Ambasciata del Regno Unito per chiedere asilo politico (gemellaggio con la bicifestazione di Londra). Così i partecipanti si sono sciolti liberi, in sella alla loro bici, per le vie della Capitale
Fino a tarda sera tutto il centro di Roma è stato invaso pacificamente da migliaia di biciclette: in una trattoria romana del Rione Monti gli organizzatori hanno cenato e brindato a quella giornata indimenticabile.
Bicifestazione – 10 anni dopo
Non è un caso che quell’evento di piazza – la prima bicifestazione – si sia tenuto proprio ai Fori Imperiali: quella strada nel 2012 era ancora tutta aperta al traffico e proprio lì nel 2009 era stata investita e uccisa di sera, mentre tornava a casa in bici, la ciclista urbana Eva Bohdalova. L’area dei Fori è tagliata in due da un’arteria stradale sempre trafficata: i romani attendono da 42 anni il completamento del piano del sindaco Luigi Petroselli che nel 1980 prevedeva la completa chiusura al traffico della zona.
Il movimento Salvaciclisti ha mostrato quel giorno per la prima volta i Fori Imperiali liberi dal traffico motorizzato e pieni di biciclette, presentando anche la richiesta di definitiva ciclopedonalizzazione dell’area. Oggi a distanza di 10 anni ancora si attende la chiusura dei Fori Imperiali a tutti i mezzi a motore: la parziale ciclopedonalizzazione fatta dal sindaco Ignazio Marino nel 2013 non è stata completata, anche per il cantiere della metro C per la fermata Fori Imperiali. Ora, nel 2022, c’è l’idea di trasformare i Fori Imperiali in una passeggiata archeologica: la speranza è di non dover aspettare altri 10 anni per vederla realizzata.
“Città a misura di bicicletta”
La richiesta di Salvaiciclisti di “città a misura di bicicletta” per la sicurezza di chi pedala è sempre in cima alla lista: anche perché la strage silenziosa dei ciclisti non si è mai fermata e senza un netto cambio di passo della politica con soluzioni drastiche e impopolari (installazione velox urbani, eliminazione parcheggi auto, redistribuzione spazio pubblico a favore delle bici) l’auspicata riduzione delle vittime sulla strada continuerà a restare solo sulla carta.
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