6 importanti conquiste del movimento #salvaiciclisti nel 2012

salvaiciclisti 2012


Dopo 10 mesi di campagna #salvaiciclisti, nata l’8 febbraio 2012 e ispirata all’analoga campagna del Times #cyclesafe, l’Italia in tema di mobilità in bicicletta non è diventata l’Olanda né la Danimarca, e neanche, volendo essere meno ambiziosi, l’Austria o la Germania. Però, però, un sacco di cose si sono dette, scritte, e soprattutto fatte. Oggi, ma solo oggi, proviamo quindi a vedere il bicchiere, anzi la borraccia, mezza piena, diamo un occhio ai bei risultati che il movimento spontaneo di cittadini, insieme al sostegno delle associazioni (su tutti la Fiab), è riuscito a portare a casa. Poi, dopo le feste, torniamo tutti a volare basso e a guardare avanti, alle conquiste del 2013, perché la battaglia per un’Italia più amica della bicicletta è appena cominciata.

1. L’attenzione della politica.
Qualcuno ora potrebbe dire che quei sindaci, presidenti di province e regioni, e politici in generale che hanno “aderito” alla campagna #salvaiciclisti lo hanno per fatto per questioni di opportunità, senza poi dare seguito con interventi concreti. Ma non è così, affermarlo sarebbe un torto a coloro che invece si sono impegnati sul serio. Per fare qualche distinguo, ad esempio, c’è chi si è limitato a qualche semplice dichiarazione e chi, come il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, ha istituito zone 30 in tutta la città, chi ha inviato un messaggio di adesione via Twitter, e chi, come il senatore del PD Francesco Ferrante, si è adoperato per trasformare il manifesto #salvaiciclisti in un disegno di legge. Inoltre, sarebbe importante che chi è stato al fianco della campagna sin dall’inizio, vedi proprio Ferrante, possa continuare a farlo, anche in Parlamento. Per questo siamo tutti invitati a firmare una petizione per il senatore che, secondo le ultime indiscrezioni, rischia di essere escluso dalle liste dei candidati alle prossime elezioni.

2. L’attenzione dei media.
Su tutti, di Repubblica, che ne ha scritto in lungo e in largo e ha dedicato agli eventi legati alla campagna #salvaiciclisti un’intera sezione, il Fatto Quotidiano, che tuttora ospita il blog di una delle sue voci, e poi Adnkronos e Paese Sera. Questo importante risultato, strettamente connesso a quello precedente, non si dia per scontato. Fino allo scorso anno, infatti, la bicicletta deteneva un ruolo molto marginale nella stampa nazionale. Vip immortalati a pedalare, ultimi modelli di bici futuristiche, tristi trafili nelle cronache locali riguardo ciclisti investiti e uccisi, e poco altro, era tutto ciò che eravamo in grado di apprendere dalla stampa cartacea e online.

3. Una grande manifestazione nazionale.
Chi vive a Roma sa che per vedere 50 mila ciclisti non basta una vita. Ritrovarseli un giorno, tutti insieme, in via dei Fori Imperiali, per chiedere maggiore sicurezza sulle strade, è un risultato che va oltre ogni più rosea aspettativa. Calcolando che: non è stato necessario il sostegno di alcun partito o sindacato, si sono spesi in tutto meno di 1000 euro (di cui una buona parte all’Acea che non ha poi garantito il servizio), il palco è stato montato la mattina stessa da alcuni ciclisti “tuttofare”, la manifestazione nazionale #salvaicilcisti di Roma del 28 aprile (prima assoluta nel suo genere) può ritenersi un successo.

4. Le campagne di sensibilizzazione.
Una campagna di sensibilizzazione non è una pista ciclabile, non è una zona 30, non è nemmeno una rastrelliera. Qualcuno potrebbe pensare si tratti di aria fritta, ma non è così, per lo meno se la campagna è ben fatta. Senza contare che si tratta del punto 9 del manifesto Caro sindaco (“Promuovere una campagna di comunicazione per sensibilizzare tutti gli utenti della strada sulle tematiche della sicurezza”), sensibilizzare tutti gli utenti della strada sul tema della sicurezza è fondamentale. Certo, poi non tutte le campagne riescono bene. Quelle dei Comuni di Milano e di Firenze, però, sono state molto incisive.

5. Gli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova.
Tenuti a Reggio Emilia nei giorni 5, 6 e 7 ottobre 2012, sono stati di importanza cruciale per il futuro della mobilità in bicicletta in Italia. Fortemente voluti dal movimento #salvaiciclisti, e organizzati da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Legambiente e Fiab Onlus (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), vi hanno preso parte figure di spicco del panorama ciclistico e della mobilità, oltre che sindaci, rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Libro Rosso della Ciclabilità è stato il prodotto degli Stati Generali, divenuto la stella polare del movimento: un manuale di eccellenza della mobilità proposto a tutte le amministrazioni. A tutt’oggi, i Radicali sono l’unico partito politico ad aver inserito il Libro Rosso nel programma elettorale in vista delle prossime elezioni 2013.

6. Il riconoscimento internazionale.
Siamo spesso considerati, in Europa, gli ultimi della classe, e i nostri politici non sono nuovi a fare figuracce all’estero. Ora, tutto ci si poteva aspettare meno che l’Italia riuscisse a fare un’ottima figura proprio al più importante appuntamento europeo in tema di bicicletta: la votazione della rete cicloturistica europea Eurovelo nella rete TEN-T, aprendo quindi le porte a miliardi di euro di finanziamenti. A parte alcuni dubbi sulle reali conseguenze del voto, i sei membri italiani della Commissione Trasporti si sono espressi compatti a favore dell’emendamento, certamente grazie anche alla spinta venuta dalla Fiab, dai blog e dai cittadini. L’ECF (Federazione Ciclistica Europea) si è congratulata pubblicamente a più riprese con l’Italia, definendola “una potente forza del mondo del ciclismo“. Il movimento #salvaiciclisti, inoltre, è menzionato nella lista di 7 consigli pubblicati dall’ECF su come svolgere una corretta attività di “lobby” nei confronti della politica a vantaggio della ciclabilità.

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