Ciclabile del Reno tra Svizzera e Germania – Parte 1
Waldshut – Rheinfelden
Inizia oggi per noi una nuova avventura a bordo delle 2 ruote. Qualche nuovo acquisto forti dell’esperienza dell’anno scorso anno lo abbiamo fatto, i mezzi invece sono le nostre sempre fidate biciclette.
Primo giorno ovviamente un po’ a rilento. Si montano le bici, si sistemano i bagagli, si studiano pesi e ingombri un po’ dimenticati…
Lasciamo quindi Waldshut poco prima delle 10, puntiamo a Basilea, nostra prima meta importante tra un paio di giorni. Alla nostra sinistra scorre impetuoso il Reno, sarà il nostro fidato compagno per molti chilometri. Non siamo invece così contenti di constatare che le temperature e l’umidità non sono poi così diverse da casa nostra.
Niente ci spaventa, come emiliani abbiamo 2 geni nascosti, uno si tratta strutto l’altro umidità ed anche se pare di essere in un bagno turco, non ci lasciamo scoraggiare.
Il panorama, dominato da monti e foreste, è in questi primi chilometri oscurato dal camino della centrale nucleare di Leibstadt. Proseguiamo lungo il fianco destro del fiume alternando passaggi di sterrato ad asfalto lasciandoci alle spalle alcuni paesi anonimi come Dogern, Albbruck, Luttingen. Paesi che sembrano più dormitori e nei quali non vediamo anima viva. Sembra un po’ il far west…
Giungiamo finalmente nella cittadina di Laufenburg. Un borgo arroccato lungo un’insenatura del fiume dominato da un ponte che collega l’omonima sua gemella dal lato svizzero. E’ piuttosto strano spostarsi così da una nazione ad un’altra con un semplice ponte. Sono ancora presenti le sbarre poste alle due estremità a ricordare la vecchia dogana. Capiamo subito che questo sarà uno dei leitmotiv del viaggio, infatti spostandoci sempre a bordo fiume capiterà spesso di cambiare sponda e con essa anche nazione.
Il caldo è veramente importante e giunti a BadSackingen decidiamo di concederci una sosta ristoratrice. Del resto è già l’una passata e lo stomaco urla la sua parte.
Questo borgo è assolutamente fantastico per la sua architettura. Tra le altre cose il percorso ci porta ad attraversare il ponte di legno più lungo d’Europa, un gioiello in ottimo stato. Pensarlo in epoche passate fa sognare. Le finestrelle adornate di gerani lasciano scorgere il borgo che domina il fiume, qualche ragazzo si getta dal ponte alla ricerca di un po’ di refrigerio. Non servono parole per descrivere l’armonia di certe situazioni.
Lasciato BadSackingen ci inoltriamo in territorio svizzero all’interno di una foresta. Un dedalo di sentieri sterrati che costeggiano il Reno. Non se ne vede la fine. Il calore è quasi insopportabile e diamo fondo alle riserve di acqua. Finalmente dopo quasi 2 ore vediamo la luce e giungiamo a Rheinfelden.
Siamo a dir poco esausti complice anche una scarpinata di un paio di chilometri per giungere alla pensione di oggi. E’ tempo di un bagno in piscina e di una sana dormita.
Rheinfelden – Basel
Dopo una notte tempestata di fulmini e tuoni ci svegliamo con la testa sotto una lastra di acciaio. Ahimè il tempo è pessimo. Piove a tratti e nemmeno la colazione sempre abbondante riesce a tirarci su il morale.
Fortunatamente oggi la giornata con il tragitto più breve, poco meno di 30 chilometri infatti ci separano da Basilea.
Dopo un ora abbondante di attesa decidiamo di inforcare le bici e nonostante il cielo minacci continuamente pioggia ce la caviamo con qualche goccia.
E’ una tappa un po’ anonima quella di oggi con l’unico intermezzo interessante del teatro romano ad Augusta. Struttura ancora abbondantemente utilizzata per gli spettacoli più varie.
La periferia di Basilea come ogni periferia di città è triste e questo cielo la rende ancora più anonima.
Basilea è una città di confine per definizione, stretta infatti tra il Reno, la Germania e la Francia, risulta un miscuglio di lingue e nazionalità al limite del caotico. La città vecchia arroccata su una collina, domina dall’alto il fiume. Salite ripidissime si alternano a scalinate altrettanto impegnative in un dedalo confuso di strade e stradine non sempre percorribili.
Ci aggiriamo per il centro finalmente con un po’ di calma. Una sana camminata aiuta a smaltire questi primi 2 giorni di bicicletta.
Ovviamente il meteo incombe e le gocce sporadiche si trasformano in poco tempo in una pioggia copiosa. Giornata praticamente terminata nonostante ci inconiamo a rimanere per strada.
Torniamo in albergo dopo aver cenato in un locale fantastico e le strade sono completamente deserte, penso che nemmeno in tempo di guerra e coprifuoco ci sarebbe così poca gente. Sembra una città fantasma.
Il buio e la pioggia ci accompagnano verso il letto non prima di aver pianificato la difficile giornata di domani per la quale il tempo previsto appare pessimo.
Vedremo domani mattina…
Basel – Mullheim
Questa mattina la sveglia suona alle 7:45. Uno sguardo dietro la tenda e come da previsione il cielo non promette proprio niente di buono.
Spioviggina, c’è freddo e umido, sembra di stare a novembre. Le previsioni ieri sera hanno parlato chiaro per oggi: acqua acqua e ancora acqua.
Le ragazze scendono per comprare la colazione al supermercato che consumiamo in camera nostra con un occhio alla finestra.
Non si sa come ma pare che il tempo tenga…
Impacchettiamo il tutto e fatto il checkout cerchiamo di uscire da Basilea. Impresa che risulta piuttosto complicata, un po’ per colpa dei tanti lavori in corso che ci sono e di conseguenza anche le ciclabili ne risentono, un po’ perché le cartine che abbiamo in dotazione non sono così dettagliate come vorremmo.
Finalmente riusciamo dopo quasi un ora a lasciarci la città alle spalle. La ciclabile quasi completamente sterrata, corre a fianco del Reno verso nord. Alla nostra sinistra la Francia qui in Germania.
Il paesaggio risulta piuttosto monotono, del resto il paesaggio piatto e la monotonia del fiume non permettono molte variazioni sul tema.
Si prosegue alternando passaggi in boschetti a spazi aperti. Il cielo si mantiene scuro e minaccioso, un vento da sud freddo preannuncia cattive intenzioni.
Maciniamo i chilometri e finalmente raggiungiamo Steinenstadt, un piccolo paesino che nei nostri piani doveva svolgere la funzione di pausa pranzo ma con nostro disappunto constatiamo che è tutto chiuso. Ci fermiamo sotto la chiesa per mangiare quel poco che abbiamo con noi: qualche Tuc, una banana, un paio di barrette. In giro solo un gatto schivo.
Riprendiamo a pedalare ed il tempo volge al brutto. Di fronte a noi il panorama si apre lasciando spazio a colline ricoperte a perdita d’occhio da viti. E’ tutto completamente verde nonostante le nubi avvolgano le cime delle colline.
E’ il momento di spingere, prendere l’acqua proprio ora sarebbe una beffa.
Per una volta però siamo fortunati e una bella doccia calda dopo una giornata fredda come oggi è il premio che ci meritiamo.
Rimane il tempo per gironzolare per questa piccola cittadina che di per se ha poco da offrire. Il centro storico curato e farcito di gerani colorati è tagliato in due da un torrente che in stagione di piene deve essere piuttosto impegnativo, oggi è solo un rigagnolo.
Finiamo la serata in compagnia di una radler e due sniztel sotto un ombrellone mentre lo scroscio serale fa il suo dovere.
Mullheim – Colmar
La speranza dicono sia l’ultima a morire ma questa mattina è veramente dura essere ottimisti.
Piove ancora mentre facciamo colazione e sconsolati guardiamo il giardino del Garni dove abbiamo dormito. Oggi abbiamo in programma una sessantina di chilometri e già ieri sera abbiamo deciso di seguire la ciclabile asfaltata, l’idea di farli sotto la pioggia non è proprio un bel programma.
Mogi sbrighiamo le faccende logistiche approntando le bici.
Lasciamo Mullheim che sono appena le 9,30 sotto un cielo nero. Fa freddo e per la prima volta indossiamo la giacchina, Lavi perfino la fascia per le orecchie.
In pochi chilometri ci lasciamo alle spalle la Germania attraversando il Reno ed inoltrandoci in territorio francese.
Siamo in Alsazia, patria del gewurztraminer per il momento però le vigne sono solo un’idea infatti intorno a noi campo di mais a perdita d’occhio.
Il tempo in compenso va via via migliorando, il sole ancora non si vede ma per lo meno il cielo appare meno cupo che quando siamo partiti.
Giungiamo che è ora di pranzo a Neuf-Brisach dopo aver attraversato 5 paesi completamente deserti, nessuna persona in giro, nessuna macchina, nessun rumore. Pare di vivere in un’era post-atomica.
Neuf-Brisach invece si dimostra per lo meno viva. Diversi gruppi di ciclisti si sono fermati qui in questa città fortezza racchiusa da possenti mura a pianta ottagonale.
Mancano pochi chilometri a Colmar, la nostra meta odierna. Finalmente non si sa come esce il sole. Un bel sole caldo che riscalda la schiena e fa sudare. Gli animi sono sollevati, pare che anche per oggi si sia schivata la pioggia.
Spingiamo sui pedali e poco prima delle 16 siamo in albergo.
Colmar, capoluogo del dipartimento dell’Alto Reno, è una cittadina corposa il cui centro storico è un qualcosa di unico. I turisti ovviamente affollano le strade strette e contorte del centro. Le case tipiche della regione sono semplicemente stupende. La luce del tardo pomeriggio ci regala un tramonto che da qualche giorno avevamo dimenticato.
Domani giornata di riposo poi domenica si va per vigne…