In fat bike sulla neve

In fat bike sulla neve
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C’era un tempo (un tempo in cui gli inverni erano rigidi) in cui i ciclisti passavano l’inverno in cantina a fare manutenzione alle biciclette e a praticare lo sci di fondo, disciplina ritenuta complementare alla bicicletta. Era un tempo in cui la neve e la bicicletta erano strumenti incompatibili tra loro e chi voleva pedalare doveva aspettare il disgelo oppure rischiare di tornarsene a casa con contusioni di varia natura.

Poi sono arrivate le fat bike, biciclette equipaggiate con pneumatici giganteschi che si adattano perfettamente a qualunque condizione di fondo stradale e che danno il meglio di sé quando il terreno si fa particolarmente morbido, neve inclusa.

fat bike neve 1

La scorsa settimana ho avuto modo di partecipare a un raduno di fat biker a Ponte di Legno (Brescia), il Big Fat Party. Per l’occasione ho avuto in dotazione una Surly Ice Cream Truck, una specie di carro armato a pedali, con il telaio in acciaio e ruote da 5 pollici che mi ha accompagnato per un’escursione di poco più di 20 km insieme al gruppo di aficionados raccoltosi per l’occasione.

fat bike neve 6

Purtroppo, l’inverno bollente di quest’anno ha fatto in modo che, nonostante la quota, la neve presente fosse decisamente scarsa, disponibile a sprazzi solamente lungo le piste da sci (discesa e fondo), ma questo ha offerto l’occasione di provare il bestione su fondi differenti, dall’asfalto allo sterrato, dalla neve morbida e farinosa a quella compatta e, per finire, sul ghiaccio.

Le coperture giganti gonfiate a 0,6 bar di pressione mi hanno regalato in più di un’occasione un senso di sbalordimento. È come se all’improvviso fossi diventato un campione del ciclismo: per quanto duro, morbido, sconnesso o ghiacciato fosse il fondo, la mia fattie procedeva senza tentennamenti, macinando sotto le proprie ruote qualunque cosa capitasse a tiro, senza che io me ne dovessi troppo curare.

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In qualche modo è come se mi fossi liberato da quel senso di ansia continua che accompagna chiunque vada in bicicletta: che tu sia in bici da corsa o in mtb su un single trail, sai bene che una distrazione può costarti cara. Basta una buca nell’asfalto presa male e sei col muso per terra, basta una radice sporgente e passerai le ore successive a cospargerti di acqua ossigenata. Ma questa volta il discorso era diverso: la velocità di crociera ridotta e le gomme antitutto mi hanno offerto il lusso di poter alzare la testa e guardarmi intorno per apprezzare i colori della montagna e guardare quello che fanno i compagni di escursioni senza curarmi troppo di ciò che mi capitasse davanti.

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Se, quindi, la fat è una macchina da endorfine quando procede in pianura e in salita, è quando la si butta in discesa che fa sentire il proprio carattere e la vocazione adrenalinica. Descrivere la sensazione che ho provato è estremamente difficile perché bisognerebbe riuscire a descrivere il piacere euforico di una lunga e veloce discesa in bicicletta, ma senza la paura che il sassolino sbagliato possa trasformare la festa in improvvisa tragedia.

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Se da un lato la neve rende uniforme qualunque superficie, i 5 pollici di aria racchiusa negli pneumatici garantiscono stabilità anche in curva, proprio quando saresti pronto a scommettere che “questa volta finisco a gambe all’aria”, rendendo improbabile la perdita di aderenza della ruota anteriore, anche in caso di frenate brusche.

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Non ricordo esattamente la cosa perché è passato molto tempo, ma credo di aver provato una sensazione simile solamente attorno ai 5 anni quando, per la prima volta, tolte le rotelle, ho affrontato una discesa in bicicletta.

Laddove, invece, la fat incontra alcuni limiti è quando, in pianura o in salita, la neve è troppo alta e impedisce, quindi, lo sviluppo della pedalata. Una situazione che, per dare un’idea, può essere riassunta più o meno così:

giphy cat

In ogni caso, anche in questi casi è meglio non perdersi d’animo e propendere, invece, per un approccio differente alla cosa: caricata la bicicletta in spalla, si procede quindi a superare il tratto in discussione.

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In generale utilizzare una fat bike sulla neve è stata di sicuro una delle esperienze più spassose che abbia mai vissuto e che mi sento di consigliare a tutti coloro che non fanno della velocità in sella una ragione di vita ma che, piuttosto cercano di associare ogni pedalata a un’esperienza e che non vogliono rinunciare all’opportunità di andare in bicicletta neppure quando le condizioni meteo lo rendono (quasi) impossibile.

p.s.
Un sentito ringraziamento a Mauro per avermi prestato la bici :)

Commenti

  1. Ale ha detto:

    La FAT è pura goduria, non solo sulla neve….divertimento assicurato in qualunque condizione (ovviamente senza guardare il cronometro)

  2. Mauro ha detto:

    Ma prego Paolo! E’ stato un piacere averti in questo meeting possibile grazie alla disponibilità di Ponte Di Legno ad ospitarci e all’evento sportivo ‘La Grande Corsa Bianca’ che ha aggiunto quel pizzico di avventura che ha così giovato all’evento.
    Confermo le tue sensazioni e sottolineo che forse senza accorgertene non hai ‘sollevato’ quegli interrogativi che molti ciclisti si pongono guardando una fat bike: ‘Ma quanto pesa?.. Ma quanto è dura da spingere?”. In realtà la fat assomiglia un poco ai leoni marini: poco significativa e impacciata fuori dal suo elemento naturale ma efficiente e spigliatissima dove per le altre bici il gioco si fa duro, ovvero nelle condizioni dove buche ed aderenza rendono il ciclismo meno piacevole.
    E’ vero: con una fat diventiamo tutti più sicuri e temerari ed affrontiamo con disinvoltura intricate situazioni che con una bicicletta tradizionale portano spesso a mettere il piede a terra ed a pensare con intensità a svariate figure più o meno religiose.
    Fat bike vuol dire non solo neve ma sicurezza ovunque e spazio per distrarsi pur conservando un ottimo margine di sicurezza dove con altre bici sarebbe impossibile.
    Una piccola correzione tecnica: il camioncino dei gelati (Ice cream Truck si chiama) della Surly che hai usato tu è compatibile con ruote da 4 e 5 pollici e quelle che usavi tu erano quelle ‘strettine’ da 4 pollici. Per normalizzare le tue sensazioni al parametro 5 pollici aggiungi un buon 20% di assorbimento, grip e sicurezza.
    Ti attendiamo alla prossima avventura sulle ruotone che potrebbe includere svariato materiale da campeggio e un paio di giorni da trascorrere in perfetto stile ‘Into The Wild’, dove le Fat sono insuperabili.

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