La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese rappresenta un’opera dal basso impatto ambientale ma dall’alto valore turistico che, se realizzata in tempi certi e secondo criteri di recupero dell’esistente e armonia col paesaggio, si candida a diventare in pochi anni la principale dorsale cicloturistica del Mezzogiorno d’Italia. Per sollecitare la realizzazione di questa infrastruttura per la mobilità sostenibile è attivo da poco più di un anno il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto che raccoglie oltre ottanta tra associazioni, imprenditori e operatori turistici. Dopo aver promosso la prima cicloesplorazione dell’intero tracciato nell’estate 2015, il Coordinamento ha continuato la propria attività e ad agosto-settembre 2016 ha programmato la seconda cicloesplorazione.
Sulla valenza strategica della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto e la Fiab-coordinamento Apulo-Lucano hanno presentato due distinti documenti ieri a Martina Franca nel corso del tavolo promosso da Pugliapromozione per la definizione del Piano strategico del turismo 2016/2025. La Ciclovia dell’Acquedotto potrebbe dare un notevole impulso allo sviluppo turistico ed economico dei territori attraversati, dall’Irpinia al Vulture, dal Parco dell’Alta Murgia alla Valle d’Itria, dall’Arneo, fino al Capo di Leuca. Tutte aree interne che potrebbero beneficiare di un flusso turistico che genera notevoli profitti per l’economia locale.
“Come sottolineato dal Ministro Graziano Delrio”, spiega Cosimo Chiffi, portavoce del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto, “è necessario che l’infrastruttura cicloturistica diventi uno dei pezzi dell’industria turistica del Paese. Non a caso la realizzazione delle ciclovie nazionali verrà attuata attraverso una cabina di regia congiunta tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT)”.
“Il cicloturismo”, afferma Giuseppe Dimunno, del coordinamento Fiab di Puglia e Basilicata, “non ha bisogno soltanto di piste ciclabili, ma essenzialmente di tre infrastrutture: la prima è l’intermodalità; la seconda è un territorio ben curato, privo di discariche e di detrattori ambientali, un paesaggio vivo ed un uso del territorio rispettoso delle pratiche agricole tradizionali, capace di valorizzare quel patrimonio di ciclabilità unico costituito dalle strade rurali che la nostra civiltà contadina ci ha tramandato; la terza è l’informazione, la formazione e la promozione finalizzata al brand cicloturismo in Puglia”.
La Ciclovia dell’Acquedotto è un progetto che sfrutta le piste di servizio che per la gran parte del tracciato seguono le condotte dell’Acquedotto Pugliese. Ideata dalla Regione Puglia, è stata inserita come “opera di priorità nazionale” nella Legge di Stabilità approvata nel dicembre scorso ed ora si attende la definizione del Protocollo d’intesa fra i Ministeri dei Trasporti e del Turismo e le Regioni interessate (Campania, Basilicata e Puglia) per dare avvio alla fase di realizzazione dell’opera.
“Oltre a disporre di circa 230 chilometri di piste di servizio già esistenti (una via verde nascosta, già esistente e potenzialmente già percorribile ben oltre il breve tratto di 10 km già realizzato in Valle d’Itria)”, si sottolinea nel documento del Coordinamento dal basso, “la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è principalmente una cultural route e itinerario narrativo attraverso la storia, le vicende e le testimonianze architettoniche del più grande e ardito acquedotto d’Europa”.
Il progetto della Ciclovia dell’Acquedotto si potrebbe realizzare in tempi brevi, tenendo presente che in una prima fase si potrebbero utilizzare strade rurali e locali già esistenti, prevedendo l’apertura al transito di bici e pedoni dei numerosi tratti di pista di servizio già adesso percorribili in sicurezza, l’apposizione di segnaletica e il completamento dei cantieri già avviati (10 km in Valle d’Itria e 38 km in Salento). “La richiesta principale del Coordinamento dal Basso, più volte espressa al Governo Regionale”, sottolinea Cosimo Chiffi, “è che venga fatto tutto il possibile per preservare autenticità, naturalità e inserimento nel paesaggio dell’itinerario, senza necessariamente dover ricostruire da zero l’esistente e privilegiando interventi leggeri di semplice ripristino e restauro”.
“Non si tratta semplicemente di realizzare una pista ciclabile, ma un grande progetto di promozione integrata territoriale per cui è necessario il coinvolgimento positivo di tutti gli assessorati competenti”, sottolinea Giuseppe Dimunno, “Il nostro auspicio è che il nuovo Piano Regionale del Turismo sia una prima occasione per mettere insieme tutti i portatori d’interesse ai vari livelli sul tema delle reti ciclabili, a partire dalla programmazione di un’azione di sinergia tra Pugliapromozione, Assessorato al Turismo e Assessorato ai Trasporti per promuovere la Ciclovia dell’Acquedotto, costruendo un brand ‘Cicloturismo in Puglia’ intorno a questo progetto che potrebbe essere pronto a breve, anche dipendentemente dalle nostre volontà”.
pubblichiamo e utilizziamo il percorso anche se malandato. Uniti si vince
Ciao siamo due ragazzi che stanno cercando di fare un piccolo investimento sfruttando la ciclovia. Il nostro obiettivo è quello di tornare al sud perchè ha un enorme potenziale. Amiamo la natura e siamo appassionati di bici. Quando abbiamo scoperto la ciclovia e vederla crescere giorno dopo giorno ci siamo convinti che il nostro futuro dovrà svilupparsi qui. Ti devo dire la verità: quando qualcuno del posto ci chiede cosa vogliamo fare ci ride in faccia (classico comportamento disfattista che qui sembra una malattia). Ci stiamo scontrando fortemente con una burocrazia tritaossa. Sembra che da queste parti preferiscano che tu venga a lavorare la terra e basta. Saremmo stati disposti a farlo se solo ne avessimo le capacità. Chi ha “conoscenze” fa cose e apre attività abusivamente e gli parano pure il deretano. Mentre noi qui a spremerci le meningi a pensare come fare per trovare una soluzione e realizzare il nostro progetto. Sono diversi mesi che stiamo impazzendo! Ogni giorno una nuova delusione. Hai soldi, hai idee ma qui ti trattano come folli quando proponi qualcosa che rispetti la natura, sia ecosostenibile, non inquini e promuova lo slow tourism…. La ciclovia non è uno spreco! E’ FAVOLOSA! sarà il fiore all’occhiello di questo territorio! Ma se vogliono che dia un impulso al turismo anche fuori dalla stagione estiva, i comuni e le province devono dare le giuste opportunità per farlo. Se alcuni nei comuni non aprono quella testa ottusa qui si resta fermi. Colgo l’occasione per ringraziarti del gran lavoro che immagino hai fatto per far avviare i lavori sulla ciclovia!
a quando la pubblicazione del percorso? grazie.
Concordo sul fatto che il disfattismo catastrofista sia sempre da condannare. A onor del vero, comunque, un articolo del 30 maggio qui su BikeItalia contribuiva in maniera pesante a fomentarlo (https://www.bikeitalia.it/2016/05/30/ogni-maledetta-elezione/).
Anche io scommetto con tutto il cuore su VenTo e sugli spergiuri di Graziano del Rio, ma è la saggezza maturata vivendo nel nostro Paese che porta ad avere del sano scetticismo.
Buone pedalate a tutti
Oggi viviamo in un paese di attori, cantanti, poeti ecc. ma tutto quelle opere che oggi ne godiamo la vista e la funzione sono state realizzate con pala e piccone ed anche con la vita.
Caro Severino,
se vuoi farti un bel regalo, vai in libreria e compra il libro di Michele Viterbo “La Puglia e il suo Acquedotto” (Laterza). Si tratta di un lavoro di ricerca e ricostruzione storica incredibile e dettagliatissimo, scritto negli anni ’50. Capirai perfettamente qual’è la forza evocativa della ciclovia dell’acquedotto pugliese. Altre informazioni puoi trovarle sul sito del Coordinamento dal Basso http://www.aqp.bike. Potresti poi decidere un bel giorno di inseguire le tracce dell’acquedotto, di percorrere le piste di servizio già esistenti, di visitare le sorgenti, i serbatoi, la centrale idroelettrica Battaglia, il Palazzo dell’Acqua di Bari. Potresti scoprire i ponti canale, le targhe di 100 anni fa, intatte, a segnare la progressione dei chilometri. Potresti riempire la tua borraccia in una delle centinaie di fontanine di ghisa del 1914, incontrare tanta gente. Potresti ritrovarti nel bel mezzo di un paesaggio sconfinato, in Irpinia o sulla strada bianca dell’acquedotto in Alta Murgia. Trovare edifici in rovina, decadenti, che ti riporterannoindietro nel tempo. Potresti assistere allo spettacolo notturno della cascata monumentale a Santa Maria di Leuca, guadagnando il mare solo alla fine, dove la terra finisce. La forza evocativa e il significato intimo di un viaggio sopra una condotta che dissetta milioni di persone ti regalerà un’esperienza unica. Ma devi prepararti, studiare un minimo, sentirti cicloesploratore prima che cicloturista. Noi non vogliamo realizzare, non vogliamo aggiungere, trasformare, stravolgere. Noi vogliamo conservare, difendere, trasmettere curiosità, passione e sensibilizzare tutti sul come vorremmo che questo progetto venisse portato a termine. Tornato dal tuo viaggio lo penserai anche tu.
Saluti,
Cosimo
Io sono convinto che si possa realizzare, in tempi brevi e a costi contenuti. Sarà la più bella infrastruttura cicloturistica italiana, capace di moltiplicare il turismo estero che già è ben presente in Puglia NONOSTANTE la situazione ricettiva non sia delle migliori. Non vedo l’ora di poterla percorrere. Grazie a chi ne promuove la realizzazione.
Caro Paolo,
non credo di reputarmi “disfattista” e sicuramente non mi auguro la mal riuscita del progetto ma, vista l’età, conosco i miei conterranei. Cosa ho fatto per migliorare? Beh sono stato, nel mio piccolo, consigliere comunale; ho gestito la sezione ciclisti del CRAL dell’azienda in cui lavoravo, mi sposto in bici (facilitato dalle ridotte dimensioni del comune in cui abito) e continuo a pubblicizzare (passa parola) la bontà e la beltà della bicicletta.
Infine, solo per chiudere, il SUD lo conosco, lo frequento da anni e ne apprezzo i pregi sia delle genti che del territorio. Detto tutto ciò mi auguro che la Ciclovia sia realtà al più presto così inforcherò la bici e la percorrerò.
Ciao e “sfogo” scusato.
Mi verrebbe da sorridere se non ci fosse da piangere lacrime amare. I vari comitati e organizzazioni (a cui deve andare il nostro ringraziamento) pensano veramente che nella nostra Italia e in particolare nel nostro Sud sia possibile realizzare un’opera a basso costo (sia ambientale che economico)? Come potrebbero gonfiarsi le tasche dei maneggioni e maneggini? Come faranno a trovare un accordo Regioni, Ex-Province e Comuni che fanno del campanilismo più becero la loro bandiera. Che turismo potrebbe arrivare in zone in cui, fatti salvi 20/30 gg l’anno, non si vede un turista a pagarlo? Che forza evocativa dovrebbe avere quest’opera per controbattere alle affermate vie francesi, austriache, ecc…?
Comunque parlarne serve sempre, chissà forse nel 3016….
Ciao Severino,
Grazie del tuo commento.
Visto che tra i vari comitati a cui fai riferimento ci sono dentro anche io, mi permetto di rispondere alle tue domande.
La Ciclovia dell’Acquedotto, prima dell’intervento di Bikeitalia.it e del Coordinamento dal basso era poco più di una bozza in un cassetto della Regione Puglia. Poi abbiamo rotto talmente tanto le palle che siammo riusciti a farla inserire tra i destinatari dei finanziamenti dell’ultima legge di stabilità. Rispondo in modo positivo a tutte le tue domande e ti dico nnon solo che la ciclovia dell’acquedotto si farà, ma che sarà anche un successo gigantesco perché il sud d’Italia non ha nulla da invidiare al nord Europa se non un sistema infrastrutturale più efficiente e cittadini che invece di rimboccarsi le maniche e impegnarsi, mugugnano e borbottano su quanto sia tutto schifoso e gestito da ladroni.
Ti dico la verità, io mi sono stufato di questa situazione. Mi sono stufato di leggere commenti disfattisti di chi, a torto o ragione, altro non si aspetta se non la catastrofe e il consolidamento del magna magna. Le scienze economiche sono una grande scuola che insegna che le aspettative si avverano sempre. QUindi se noi ci aspettiamo corruzione, avremo corruzione. Se però, invece, ci aspettiamo onestà perché siamo lì a controllare che tutto proceda con ordine e secondo le normative, questo avverrà perché noi cittadini staremo lì a controllare e a denunciare ogni infrazione. Non si tratta di ottimismo, si tratta di consapevolezza di sè stessi e del proprio ruolo politico in quanto cittadini (che non si esercita solamente alle urne).
Se invece, quello che ti aspetti è che veramente la ciclovia sarà realizzata nel 3016, allora mi chiedo se questa cosa ti faccia stare bene o male e se ti fa stare male, cosa tu stia facendo per cambiare le cose, magari insieme agli altri che stanno male per lo stesso motivo.
Guarda, capisco tutto, ma il disfattismo mi manda su tutte le furie.
Buone pedalate e scusa lo sfogo, ma dopo aver approvato centinaia di commenti sarcastici e cinici, ne ho veramente piene le scatole.
Ah, e se ti chiedi quale forza evocativa possa avere questa infrastruttura, forse non sei mai stato in Puglia, altrimenti non te lo chiederesti.
E’ una nuova fonte di spreco: Cmq può essere un buono investimento se le strade oggetto di ripristino sono di penetrazione alle campagne e gli agricoltori percorrendo queste strade potranno agevolmente trasportare i prodotti sui mercati. Naturalmente di contro ne usufruirà anche la malavita, ma questa è un’altra storia.