Rubriche e opinioni

Salvaiciclisti dai sondaggi-fake: querela contro Facile.it


Ricordate il “sondaggio” sui ciclisti indisciplinati divulgato dal portale Facile.it l’11 dicembre 2017? Suscitò parecchie proteste e io, approfondendo la cosa attraverso alcune verifiche, dimostrai che il contenuto pubblicato con il titolo “I comportamenti pericolosi dei ciclisti” riportava numeri e percentuali con la dicitura di sondaggio senza che invece lo fossero. Proprio su Bikeitalia – per primi – portammo a conoscenza dell’opinione pubblica l’inconsistenza dei dati pubblicati perché non rappresentativi di un campione dell’universo dei ciclisti italiani ma frutto di una semplice raccolta di risposte spontanee sul web, dunque prive di qualsiasi significatività statistica.

Perché oggi, poco più di tre mesi dopo, torniamo a scriverne qui su Bikeitalia? Perché l’11 marzo – al novantesimo giorno dalla pubblicazione dell’articolo su Facile.it – l’Associazione Salvaiciclisti Roma, rappresentata dalla sua Presidente Sabrina Grisoli, ha depositato formale denuncia/querela nei confronti del proprietario del sito Facile.it per la pubblicazione e la divulgazione di quel contenuto ritenuto diffamatorio nei confronti dei ciclisti.

L’Associazione Salvaiciclisti Roma, che ha tra le sue finalità statutarie la promozione della mobilità ciclistica quotidiana e della sicurezza stradale, ha ritenuto di dover procedere con questa querela per diffamazione perché il sito Facile.it ha pubblicato una semplice raccolta di opinioni tra i propri utenti e le ha presentate sotto forma di sondaggio per avere maggiore credito tra il pubblico, inducendo i lettori a cadere in un equivoco perché all’interno del testo veniva citato il dato dell’Istat sull’aumento degli incidenti mortali che coinvolgono i ciclisti e veniva messo in relazione con le percentuali – non scientifiche – di una semplice raccolta di opinioni.

Sull’utilizzo improprio del termine sondaggio bisognerebbe scrivere un articolo a parte, qui basterà richiamare la netta distinzione che l’Agcom (l’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni) fa tra sondaggi (basati su metodi di rilevazione scientifica applicati a un campione) ed altre indagini prive di valore scientifico quali le manifestazioni di opinione (fondate sulla partecipazione spontanea degli utenti) e che quindi non possono essere pubblicate o diffuse con la denominazione di “sondaggio”.

L’avvocato Grisoli rileva dunque che i contenuti pubblicati da Facile.it sono gravemente diffamatori per l’intera categoria dei ciclisti per due ordini di motivi: in primis perché tra le presunte regole non rispettate dai ciclisti ne compaiono alcune che non sono imposte da alcun testo normativo (come l’obbligo del casco) o che sono presentate in modo ambiguo (in città è ammesso pedalare in bici affiancati in numero di due; gli indumenti catarifrangenti vanno indossati obbligatoriamente solo in ambito extraurbano o in galleria, articolo 182 del Codice della Strada).

In secondo luogo l’utilizzo improprio del termine “sondaggio” induce chi legge a formarsi un’opinione distorta su cosa sia lecito o meno fare da parte dei ciclisti e da questo deriva un’immagine che mette in cattiva luce tutti i ciclisti a causa delle presunte irregolarità perpetrate dagli stessi.

Questo contenuto – prodotto dall’Ufficio Comunicazione di Facile.it e divulgato ai mass media sotto forma di comunicato stampa – è stato ripreso dalle agenzie di stampa diffondendosi in maniera esponenziale sul web e su decine di testate giornalistiche, siti, blog e pagine social. La principale agenzia di stampa italiana, l’Ansa, su mia segnalazione ha rimosso l’articolo che aveva confezionato basandosi su quel sondaggio-non-sondaggio.

In questi tre mesi Facile.it non ha mai dato seguito alle reiterate richieste di rimozione di quel contenuto dal loro sito e non ha apportato alcuna modifica al testo che reca ancora quelle percentuali presentate come “sondaggio”. Da cittadino, da giornalista e da ciclista urbano mi sono sentito in dovere di denunciare questa condotta: tutto quello che avevo da scrivere sulla vicenda l’ho scritto, è ora che la giustizia faccia il suo corso.

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