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Milano cambia faccia con il metodo Dondé

Sono bastati una decina di rotoli di nastro adesivo bianco, qualche pallet recuperato, dei vasi di fiori e un urbanista che sa dove mettere le mani per cambiare la faccia del quartiere Corvetto a Milano. È la rivoluzione iniziata ieri e che durerà fino a domenica 13 Maggio.
Per capirci, fino a mercoledì via Scrivia si presentava in questo modo:

Da ieri, la stessa strada si presenta così:

Il progetto TréntaMI realizzato dall’Architetto Matteo Dondé vuole essere la dimostrazione pratica e a bassissimo costo che è possibile aumentare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini ridisegnando la strada.

Modificando la struttura dei parcheggi, Matteo Dondé è riuscito a ricavare molto più spazio che è stato destinato ad accogliere gli abitanti del quartiere. La lunghezza dell’attraversamento pedonale nella foto qui sotto è stato ridotto da 12 metri a 3 metri e mezzo rendendolo più facile e sicuro, il tutto mentre viene ridotta la velocità delle automobili che attraversano il quartiere.

Dopo un po’ di iniziale diffidenza gli abitanti del quartiere e alcuni turisti finiti chissà come nella zona hanno approfittato delle nuove sedute disponibili.

Per poi affollarsi durante la serata.

Piazza San Luigi ha cambiato forma nell’arco di una mattinata. Da così

A così

Sorprendentemente l’intervento non solo non ha eliminato parcheggi, ma ha anzi ricavato ulteriore spazio per due ulteriori stalli eliminando allo stesso tempo il fenomeno della sosta selvaggia in doppia fila.

“I cittadini in molti casi non sanno cosa sono le Zone 30, né i vantaggi della riduzione della velocità: bisogna farle toccare con mano affinché possano decidere se essere a favore o contro” dice Guia Biscaro, presidente di Fiab Ciclobby che ha attivamente promosso l’iniziativa.

La sperimentazione dal basso è la terza realizzazione di questo tipo realizzata da Dondé in Italia, mutuando gli approcci nordeuropei alla materia.

Questo il racconto dell’architetto Dondé dell’intervento realizzato:

L’installazione durerà fino a Domenica, momento dopo il quale tutto tornerà come prima a meno che i cittadini del quartiere non chiedano a gran voce che la soluzione proposta da Dondé non venga adottata in modo stabile e definitiva.

Il progetto TrentaMI è promosso dall’Associazione Genitori Antismog, con il supporto del Comune di Milano, Patagonia e Vittoria.

Commenti

  1. Avatar stefano ha detto:

    questo cosa dimostra? a mio parere dimostra che molto spesso chi ci amministra non ha volontà nè capacità, esempio tipico le ciclabili fatte da chi in bici non ci va mai e non ha idea di cosa voglia dire aver scelto di spostarsi in città in bici. Milano ha vie larghissime, si potrebbero spostare le macchine mezzo metro dal marciapiede, ricavare una ciclabile tra marciapiede e auto parcheggiate, e di spazio ne avanzerebbe per tutti. E soprattutto si potrebbe affrontare la cosa in maniera più seria dal punto di vista legislativo, evitando quel delirio di continue interruzioni della ciclabile a 10 mt dall’incrocio (come in via Molino delle Armi – via Sforza).
    Ma la cosa che mi fa incassare di più è che nulla viene fatto ogni qual volta ci scappa il pedone o ciclista morto. Mai un intervento a posteriori, che so, un dosso, strisce pedonali rialzate, una telecamera, nulla di nulla. Nei punti ove è morto qualcuno investito tutto rimane come prima, esempio fra tutti via Solari, ove morì il piccolo Giacomo. Vedete vigili? vedete dossi? vedete qualcosa che fisicamente impedisca la doppia fila? Vedete un minimo di attenzione in più alle bici in quella via? che sia anche una banale striscia per terra? Niente di niente, fino alla prossima vittima, in quanto l’imperativo è non scontentare nessuno, specie i possessori di mezzi a motore

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